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“Ocse, allarme disoccupazione:in Italia salirà all’8,5% nel 2010”, di Francesca Pierantozzi

PARIGI – Torna la crescita, ma in stato di massima allerta. Gli ultimi dati dell’Ocse confermano: è la ripresa, gli indicatori delle economie avanzate escono dal rosso, ma a guastare la festa restano disoccupazione e debito pubblico. L’Italia non sfugge alla regola: la nostra economia è tornata a crescere, la ripresa, per quanto «incerta e modesta» era «impensabile soltanto sei mesi fa». Il Pil, ancora in calo quest’anno del 4,8 per cento, tornerà positivo nel 2010 a +1,1, per aumentare dell’1,5 nel 2011. Sulla durata e la forza di questa ripresa gravano però pesanti fardelli: un debito pubblico che raggiungerà il 120 per cento del Pil nel 2011, un deficit ben oltre il 5 per cento (dopo il 5,5 di quest’anno, il 5,4 e il 5,1 dei prossimi due) e una disoccupazione che salirà all’8,5 per cento nel 2010 e all’8,7 nel 2011.
«Anche se le entrate sono diminuite – analizza l’Ocse sull’Italia – i controlli sulla spesa sembrano aver contenuto il deficit strutturale entro i limiti fissati dal Governo nel bilancio 2009». Per risanare le finanze pubbliche, l’Istituto parigino invita comunque l’Italia a fare «sforzi significativi di consolidamento fiscale dal 2011 in poi, quando la crescita riprenderà». In questo contesto, lo scudo fiscale deve restare una «misura eccezionale». In Italia «c’é stato un miglioramento dell’adesione agli obblighi tributari e minor ricorso alle misure una tantum negli ultimi anni e gli sforzi contro l’evasione continuano» dice l’Ocse, che invita il Governo a considerare lo scudo fiscale uno strumento straordinario: «altrimenti i contribuenti potrebbero concludete che ulteriori amnistie fiscali sono probabili».
Da Roma, il ministro del Lavoro Maurizio Sacconi ha confermato che lo scudo fiscale è una «misura straordinaria», ma – ha precisato – «con effetti benefici sulla finanza pubblica e le politiche sociali perché grazie ad esso realizzeremo ulteriori misure di sostegno all’occupazione».
Ottimista la presidente di Confindustria Emma Marcegaglia, secondo la quale i dati Ocse evidenziano «una tenuta economica forse migliore di quanto previsto». «Il dato positivo – ha detto la Marcegaglia – è la stima della crescita del Pil nel 2010 dell’1,1%, pur nell’incertezza del momento, e del tasso di disoccupazione all’8,7, un livello anche più basso di quello da noi stimato». La situazione dell’Italia rispecchia quella dei paesi dell’area: il Pil globale, ancora in calo del 3,5 quest’anno, risalirà dell’1,9 per cento l’anno prossimo (contro lo 0,7 precedentemente stimato) per poi consolidarsi con un aumento del 2,5 per cento nel 2011, soprattutto grazie al rialzo del commercio mondiale e al dinamismo dei paesi emergenti come Cina e India. Ma l’Ocse avverte: la crescita potrebbe essere indebolita dai «forti venti contrari» che ancora soffiano sull’economia. Primo fra tutti, la disoccupazione: alla fine del 2010 nell’area Ocse ci saranno oltre 50 milioni di persone senza lavoro, ovvero 21 milioni in più rispetto alla fine del 2007, per un tasso di disoccupazione pari al 9 per cento della popolazione attiva. «La debolezza del ritmo della crescita – ha precisato il segretario generale dell’Ocse Angel Gurria – significa che la ripresa del mercato del lavoro sarà più lenta e modesta del previsto».
Altra incognita che pesa sulla ripresa: la pianificazione della exit strategy e la fine delle misure di sostegno all’economia. Se da una parte i piani di rilancio hanno attenuato gli effetti della crisi, dall’altra potrebbero ora ostacolare la crescita.
La questione del «calendario di uscita» costituisce secondo l’Ocse uno dei principali problemi che si dovranno affrontare nei prossimi anni. Gli economisti invitano per il momento la Bce a tenere fermi i tassi di interesse e le misure anticonvenzionali per sostenere l’economia «fino alla fine del 2010».

Il Messaggero, 20 novembre 2009

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“L´Italia riparte, ma è allarme debito e lavoro”, di Elena Polidori

ROMA – Ci sono quattro notizie in chiaroscuro nell´ultimo rapporto Ocse che hanno a che fare con l´Italia. Per cominciare, l´economia riparte e l´anno venturo crescerà dell´1,1%, per arrivare all´1,5 nel 2011 da meno 4,8 di quest´anno; restano incerte la durata e la forza della ripresa. E ancora: l´agognata svolta dell´economia sarà però senza lavoro. I disoccupati sono destinati ad aumentare fino al 2011 con un tasso previsto dell´8,7%. Altro dato: si appesantiscono i conti pubblici. Nel 2011 il debito salirà al 120% del Pil e il deficit andrà sopra il 5%; servono ulteriori sforzi di risanamento. E per finire: lo scudo fiscale deve essere una misura straordinaria altrimenti i contribuenti pensano che «ulteriori amnistie sono possibili».
Al dunque, l´Ocse conferma quel che prevedono altri grandi osservatori internazionali. E cioè che per l´economia il buio pesto del 2009 è dietro le spalle ma all´orizzonte si profila quella che gli esperti chiamano una jobless recovery, una ripresa senza lavoro. L´onda lunga della disoccupazione è già stata avvistata dal Fondo monetario, secondo cui l´emorragia di lavoro è destinata a «persistere a lungo». Gli ultimi dati dell´Istat d´altra parte parlano di 378 mila posti persi nel secondo trimestre rispetto allo stesso periodo di un anno prima, il peggior dato dal 1994.
L´altra faccia della crisi è fatta di conti pubblici in disordine, in Italia e altrove. L´Ocse lancia l´allarme: «Sforzi significativi di consolidamento fiscale saranno necessari dal 2011 in poi, quando la crescita riprenderà». E tuttavia, i controlli sulla spesa «sembrano aver contenuto il deficit strutturale entro i limiti fissati nel bilancio 2009». Il governo, riconosce il capo economista Jorgen Elmeskov, «ha fatto il meglio che poteva fare. Ha imboccato la strada giusta quando ha deciso di non spendere di più per dare stimolo all´economia, ma di riallocare la spesa».
La vera novità sono i giudizi sullo scudo fiscale, già bollato dal Fmi come un provvedimento che si adotta «solo per disperazione». L´Ocse raccomanda che sia visto dai cittadini «come una misura straordinaria, nell´ambito dell´impegno generale alla trasparenza sugli scambi di informazioni in materia di tasse concordato a livello internazionale, altrimenti i contribuenti potrebbero concludere che sono probabili altri condoni». Per il governo, parla il ministro Sacconi: la ripresa è lenta ma certa; grazie allo scudo, che è un provvedimento straordinario, saranno realizzati «ulteriori interventi a sostegno del lavoro». La Cgil invece è allarmata per l´occupazione.
A livello globale, è in atto una ripresa «largamente inaspettata solo sei mesi fa». Il Pil dell´area Ocse (-3,5% quest´anno) salirà nel 2010 dell´1,9% (contro lo 0,7% precedentemente stimato) per giungere a quota 2,5 nel 2011. Vanno pianificate le exit strategy dalla crisi, ovvero bisogna cominciare a pensare a come smantellare le misure di sostegno all´economia. L´attuazione pratica richiede però «gradualità». All´interno di Eurolandia, disoccupazione al 10,6 % nel 2010 e Pil in rialzo dello 0,9%. Per l´anno successivo i dati sono rispettivamente 10,8% e 1,7.

La Repubblica, 20 novembre 2009

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