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“Scuola negata ai disabili”, di Fabio Luppino

Nel silenzio generale della politica si sta consumando una vergogna nazionale, naturalmente grazie all’azione del governo: la negazione dell’istruzione ai ragazzi portatori di handicap. Si era detto, si sta verificando. Classi numerose, aumento del numero dei disabili, diminuzione degli insegnanti ad hoc. In alcuni casi, totale assenza. Le famiglie interessate per un po’ hanno protestato,hanno preteso una soluzione, il diritto per i propri figli. Hanno constatato giorno dopo giorno l’impotenza anche dei migliori direttori didattici, presidi, professori. Non ci sono soldi per il sostegno né per gli educatori, altra figura prevista fino allo scorso anno. Risultato: trenta alunni per classe, a volte anche sette portatori di handicap, scuola negata a tutti. Molte famiglie stanno, di nuovo, richiudendo entro le private mura domestiche la propria sofferenza. Gli sguardi dei genitori dentro gli sguardi dei propri figli a cui la politica sta negando la possibilità di esistere in un contesto sociale e di essere aiutati nell’apprendimento.
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Problema minore, ma parte della stessa miserevole contabilità di governo: l’ora alternativa alla religione. Di fatto è stata, anche qui silenziosamente, definanziata. Gli effetti sulla normale vita scolastica sono semplici: i ragazzi che hanno scelto di non fare religione, soprattutto alle superiori, vagano nei corridoi. Nel migliore dei casi vengono associati in altre classi per lezioni a cui non sono minimamente interessati.

L’Unità, 15 novembre 2009