cultura

“Bondi parla della ‘Giornata dello spettacolo’: «Artisti accattoni e genuflessi»”

Il ministro per i Beni e le attività Culturali, Sandro Bondi, interviene oggi sul ‘Fogliò per dare la sua «personale versione della “Giornata dello Spettacolo”. Che, a giudicare dal volume di insulti rifilati a uomini e donne dello spattacolo, non gli è piaciuta. “Quante bandiere rosse, quanta nostalgia, quanta trepidazione e quanta attesa di una nuova rivoluzione d’Ottobre si agitavano – racconta – quel giorno al Quirinale, davanti all’austera figura del presidente Napolitano, che come un padre della patria accoglieva i suoi pargoli commossi”.

Bondi cita parole e interventi di Giovanna Mezzogiorno e Massimo Ranieri e poi afferma: »Davanti a tutto quel genuflettersi e inchinarsi di attori e attrici, di artisti e commedianti, di registi e teatranti, di cantanti e cantautori, quasi quasi mi dispiaceva –
dichiara – di aver previsto leggi che non contempleranno più la posa prona, il servaggio, l’accattonaggio dell’artista al politico. Mi sembrava di aver tolto dignità al servo, liberandolo. ‘Liberamente servi e non sarai servò diceva il poeta Menandro, e non sbagliava”.

“E invece io – continua il ministro – negli occhi di quei tanti artisti schiavi e proni leggevo solo il disprezzo e l’irrisione verso chi, come me, crede sinceramente nel valore della cultura e cerca di fare qualcosa di concreto a favore degli uomini di cultura. Quasi quasi mi sarei dovuto pentire di aver reintegrato il Fus, piuttosto che destinare quei fondi al patrimonio storico. A che serve, pensavo, dare loro soldi e ragioni, se ad animarli non è il fuoco dell’arte, ma un pregiudizio politico ostinato, se è soltanto un cieco odio atavico che li strugge, perché non trova più il modo per esprimersi, ma fiacca le energie necessarie alla creazione di un capolavoro?«.

L’Unità, 13 novembre 2009

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