attualità

“In Italia ci muoviamo solo in auto. Smog e traffico soffocano le città”, di Giuliano Rosciarelli

Nonostante una maggiore propensione all’uso del trasporto pubblico nei grandi centri, gli spostamenti su due e quattro ruote rimangono la scelta preferita: nel 2008, 50 milioni di veicoli hanno affollato le strade del nostro Paese.
Avanza il trasporto pubblico nelle grandi città, mentre diminuisce nei piccoli centri. Negli agglomerati urbani, infatti, le auto assorbono ormai meno del 60 per cento degli spostamenti motorizzati, mentre in quelli con meno di 100mila abitanti il tasso di penetrazione supera anche il 90 per cento. E questo nonostante il ridimensionamento complessivo del peso delle quattro ruote nella mobilità urbana. A rilevarlo è l’Associazione italiana delle aziende di trasporto pubblico locale (Asstra) che traccia così la fotografia dell’uso dell’auto in città: «Un uso – avverte – che minaccia la sostenibilità della vita in questi centri soffocati dal traffico».

Secondo il rapporto di Asstra del 2009 sulla mobilità urbana, il settore del trasporto pubblico nei centri abitati è quindi, nel suo insieme, trainato soprattutto dalle aree metropolitane, mentre nei centri minori della provincia il trasporto pubblico è ridotto ai minimi termini, con uno share di mercato sistematicamente inferiore al 5 per cento. L’avanzata di quest’ultimo nel corso del 2008 e nei primi mesi di quest’anno ha infatti interessato soprattutto le grandi città, dove l’incidenza sul complesso degli spostamenti è salita al 29,3 per cento contro il 27,7 per cento dell’anno precedente, mentre l’incidenza dei mezzi collettivi nei piccoli centri è solo il 4 per cento degli spostamenti motorizzati (3,9 per cento nel 2007).

Dall’andamento del trasporto pubblico nei centri minori negli ultimi otto anni emerge la crisi che attanaglia il settore almeno dal 2005 (5,4 per cento), dopo che nel triennio 2002-2004 la quota modale si era mantenuta attorno all’8-9 per cento. Nonostante una maggiore propensione all’uso del mezzo pubblico, quindi, moto e auto rimangono comunque i mezzi preferiti dagli italiani, per le quali deteniamo il primato mondiale per numero pro capite: 1,69 abitanti per automobile, con la quale mediamente il singolo automobilista percorre in un anno 13mila km, pari a un +26 per cento rispetto alla media della Ue. Non meglio va per le due ruote, con 120 motocicli ogni 1.000 abitanti, mentre in Germania e in Olanda se ne contano rispettivamente 48 e 36. Secondo un’indagine di Eco-Way, nel solo 2008 ben 50 milioni di veicoli hanno affollato le strade del nostro Paese, di cui 35 milioni di autovetture, 4,5 milioni di motocicli, 4 milioni di autocarri, 6 milioni di ciclomotori e solo 93mila autobus. Una flotta inquinante lanciata a piena velocità verso il disastro ambientale che in 12 mesi ha soffiato nell’atmosfera 133,22 milioni di tonnellate di CO2 con un incremento superiore al 27 per cento rispetto al 1990.

Aprendo a Riva del Garda (Tn) i lavori della 65esima “Conferenza del traffico e della circolazione”, il presidente dell’Aci, Enrico Gelpi, ha denunciato «il deficit infrastrutturale che ostacola l’integrazione tra le diverse modalità di trasporto e compromette il turismo. Il potenziamento degli hub aeroportuali non serve se non si inserisce in un disegno più ampio. Il turismo in Italia è ancora troppo legato all’auto: il 62 per cento degli stranieri arriva con la propria automobile e il 73 per cento degli spostamenti leisure degli italiani avviene su quattro ruote. Pur spendendo 168 miliardi di euro ogni anno, gli automobilisti italiani sono costretti a muoversi su una rete viaria obsoleta che genera congestione e incidenti stradali». Questi ultimi misurano in modo direttamente proporzionale le carenze infrastrutturali: si potrebbe evitare un incidente su tre in Europa se tutti i Paesi investissero nell’innalzamento degli standard di sicurezza delle strade.

TerraNews, 27 ottobre 2009