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Lodo Alfano incostituzionale

Il Lodo Alfano è illegittimo. Così si sono pronunciati i giudici della Corte Costituzionale contro il provvedimento fortemente voluto da Silvio Berlusconi. La legge che sospende i processi delle quattro più alte cariche dello Stato è stata bocciata a tutto campo : secondo i magistrati, il lodo viola ben due norme della Costituzione: l’articolo 138, vale a dire l’obbligo di far ricorso a una legge costituzionale (e non ordinaria come questa); e l’articolo 3, quello che stabilisce il prinicipio di uguaglianza di tutti i cittadini.
La decisione è stata presa a maggioranza e avrà come effetto la riapertura di due processi a carico del premier Berlusconi: per corruzione in atti giudiziari dell’avvocato David Mills e per reati societari nella compravendita di diritti tv Mediaset.

Per Lanfranco Tenaglia, responsabile Giustizia del P, “Giustizia è fatta, la Corte costituzionale si conferma isola della ragione e riporta l’eguaglianza tra tutti i cittadini. Come avevamo sostenuto, fin dall’inizio, il Lodo Alfano è una legge iniqua ed illegittima che è stata
finalmente cancellata con una decisione tecnica ineccepibile. Ora non si tenti di ribaltare o eludere questa decisione attraverso l’ennesima legge ad
personam. Il presidente del consiglio si sottoponga al giudizio della magistratura come tutti i cittadini e non accampi scuse per continuare a governare visto che ha un’ampia maggioranza in entrambi i rami del Parlamento”.

Bossi minaccia.E il Pd denuncia l’inutile intimidazione.Era l’ora di pranzo quando Umberto Bossi minacciava i giudici della Corte Costituzionale: “In caso di bocciatura del Lodo Alfano trascineremo il popolo. Il popolo ce l’abbiamo e se il Lodo sarà bocciato la Lega trasformerà le elezioni regionali in un referendum sul premier. Non credo che la Corte voglia sfidare l’ira dei popoli”.

Le parole di Bossi sono “una intimidazione esplicita” alla Corte costituzionale proprio mentre essa è in camera di consiglio. Lo ha affermato Dario Franceschini, segretario del Pd. “Le parole di Bossi sono inqualificabili – ha detto a Montecitorio – mentre il massimo organo di garanzia è in camera di consiglio per decidere sul Lodo Alfano, il ministro delle Riforme fa una intimidazione esplicita alla Corte. Non c’è la più elementare conoscenza delle regole della democrazia”.

“E’ inaccettabile la pressione di Bossi sulla Corte Costituzionale – ribatte Pier Luigi Bersani, candidato alla segreteria del Pd – le decisioni che arriveranno dalla Consulta devono essere in ogni caso rispettate, per non mettere a rischio gli elementi fondamentali di convivenza civile e le fondamenta stesse delle istituzioni democratiche. In ogni caso – conclude – vorrei ricordare a Bossi che il monopolio del popolo non ce l’ha lui”.

Sferzante Arturo Parisi: “Allucinante! E’ vero che Bossi ci ha abituato a tutto ma, mi chiedo, possiamo anche questa volta far finta di non avere sentito? Non credo che si possa continuare a trattare Bossi come un minus habens, proprio perché minus habens non è, per il rispetto che gli dobbiamo come uomo, penso che lo si debba richiamare alle sue responsabilità di ministro e ricordargli il giuramento di fedeltà alla Repubblica e alle istituzioni, che ha solennemente prestato avanti agli italiani”.

E dopo la sentenza Bersani commenta: “Mi sono parse affermazioni veramente incaute, un tentativo di pressione sulla Corte. Ora voglio credere che non ci sia seguito a queste parole perchè saremmo veramente fuori dal mondo”.

Insomma Bossi non insista nella minaccia di “trascinare il popolo” dopo la decisione della Corte Costituzionale sul lodo Alfano. Le sentenze non si commentano ma si rispettano.

Marco Laudonio
www.partitodemocratico.it

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