scuola | formazione

“Le pere le mele del MIUR (e i cavoli a merenda)”, di Osvaldo Roman

Il MIUR ha chiarito (1) che non corrisponde al vero la notizia rilasciata dal Direttore del Dipartimento Istruzione Lucrezia Stellacci in una intervista al Corriere della Sera (2) secondo la quale sarebbero stati 41 mila i dipendenti del istruzione che non stanno a scuola e che percepiscono ugualmente lo stipendio. Le pere e le mele evocate nel comunicato ministeriale per coprire la colossale bufala c’entrano però come i cavoli a merenda.
La verità è che sui 10.075 comandati 7.085 svolgono compiti istituzionali e sono a carico del bilancio, gli altri no (3). I loro posti sono conteggiati fra quelli in organico e i docenti che li sostituiscono sono in genere docenti a tempo determinato con incarico fino al termine delle lezioni.
E’ dunque pacifico che i 41.043 docenti, risultanti dalla differenza riportata nella tabella (4) fornita dal MIUR tra i posti (723.514) e gli insegnanti in servizio (765.017) nell’anno scolastico in corso non corrispondono a quelli dei cosiddetti comandati
Invece di parlare di leggende metropolitane e di mele e di pere il MIUR avrebbe fatto il suo dovere se avesse precisato qual’è il vero numero dei docenti in servizio, numero che serve cioè a valutare se e come i tagli previsti dall’art. 64 sono stati realizzati e soprattutto stabilire a quanto ammonta realmente il 30% dei risparmi da destinare al merito e, nella fattispecie ormai definita dalla legge, al pagamento degli scatti maturati negli anni 2010-11-12 e degli organici aggiuntivi da destinare all’autonomia come stabilito dall’art 50 del decreto sulle semplificazioni. Il Miur di fronte ai 70.522 insegnanti a tempo determinato, in servizio (anche su spezzoni orari) nel 2011-12, avrebbe dovuto precisare che il conteggio di solo 27.970 posti non è statisticamente omogeneo al dato di riferimento considerato nel 2008-2009.
Infatti quello che il MIUR stenta a dichiarare é che nel 2008-09 nel valutare quel rapporto (Studenti/Insegnanti) pari a 8,84 da aumentare a 9,94 nel 2011-12, si contavano tutti i docenti in servizio.
Per la precisione gli 868.673 docenti allora in servizio erano costituiti da tre gruppi:
• i 753.683 docenti su posti normali( di cui 656.207 a tempo indeterminato e 97.476 a tempo determinato);
• gli 89.357 posti di sostegno (di cui 45.098 a tempo indeterminato e 44.259 a tempo determinato);
• i 25.633 docenti di religione cattolica (di cui 14.332 a tempo indeterminato e i 11.301 a tempo indeterminato).
A quei gruppi e a quei numeri, secondo gli stessi recenti dati ministeriali, incompleti perché omettono totalmente i docenti di religione cattolica corrispondono i 791.588 insegnanti in servizio nell’anno scolastico 2011-2012 così distribuiti:
• i 667.513 docenti su posti normali( di cui 596.991 a tempo indeterminato e 70.522 a tempo determinato);
• i 97.495 posti di sostegno (di cui 61.745 a tempo indeterminato e 35.750 a tempo determinato);
• i 26.580 docenti di religione cattolica (di cui 13.289 a tempo indeterminato e 13.291 a tempo indeterminato).
E’ cosi difficile riconoscere che l’obiettivo stabilito dal famigerato articolo 64 (comma1) della legge 133/08 secondo il quale si voleva portare a 9,94 il rapporto studenti (7.826.232 nell’ a.s. 2011-2012) /docenti è dunque oggi 9,88. Non siamo ancora al 9,94 previsto ma ci siamo molto vicini . Per arrivare a 787.347 insegnanti che oggi rappresentano quel rapporto mancano solo 3.802 unità Ma forse se si contano bene gli ATA l’obiettivo complessivo dell’art. 64 è stato, dal punto di vista economico, complessivamente raggiunto. I tagli che si dovrebbero realizzare nei prossimi due anni nella scuola primaria e in quella secondaria superiore per dare piena attuazione ai Regolamenti Gelmini e tutti quelli, previsti da Tremonti nelle varie manovre che si sono susseguite dall’estate scorsa ad oggi, dunque non sono stabiliti dall’art. 64 di quella legge!
Forse è questo il motivo per cui nessun livello di giustizia amministrativa si è voluto pronunciare sulla compatibilità dei tagli previsti dai Regolamenti con l’art. 64 e con lo stesso Piano Programmatico che lo realizzava!
Allora li pagano la Gelmini e Tremonti?

La Rosa Rossa

(2)Intervista sul Corriere della Sera del 12 marzo 2012

(3)Tabella ministeriale sui comandati

(4) Tabella ministeriale sui posti e sugli insegnanti in servizio nell’anno scolastico 2011-12

La ROsa Rossa 15.03.12

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“Le pere le mele del MIUR (e i cavoli a merenda)”, di Osvaldo Roman

Il MIUR ha chiarito (1) che non corrisponde al vero la notizia rilasciata dal Direttore del Dipartimento Istruzione Lucrezia Stellacci in una intervista al Corriere della Sera (2) secondo la quale sarebbero stati 41 mila i dipendenti del istruzione che non stanno a scuola e che percepiscono ugualmente lo stipendio. Le pere e le mele evocate nel comunicato ministeriale per coprire la colossale bufala c’entrano però come i cavoli a merenda.
La verità è che sui 10.075 comandati 7.085 svolgono compiti istituzionali e sono a carico del bilancio, gli altri no (3). I loro posti sono conteggiati fra quelli in organico e i docenti che li sostituiscono sono in genere docenti a tempo determinato con incarico fino al termine delle lezioni.
E’ dunque pacifico che i 41.043 docenti, risultanti dalla differenza riportata nella tabella (4) fornita dal MIUR tra i posti (723.514) e gli insegnanti in servizio (765.017) nell’anno scolastico in corso non corrispondono a quelli dei cosiddetti comandati
Invece di parlare di leggende metropolitane e di mele e di pere il MIUR avrebbe fatto il suo dovere se avesse precisato qual’è il vero numero dei docenti in servizio, numero che serve cioè a valutare se e come i tagli previsti dall’art. 64 sono stati realizzati e soprattutto stabilire a quanto ammonta realmente il 30% dei risparmi da destinare al merito e, nella fattispecie ormai definita dalla legge, al pagamento degli scatti maturati negli anni 2010-11-12 e degli organici aggiuntivi da destinare all’autonomia come stabilito dall’art 50 del decreto sulle semplificazioni. Il Miur di fronte ai 70.522 insegnanti a tempo determinato, in servizio (anche su spezzoni orari) nel 2011-12, avrebbe dovuto precisare che il conteggio di solo 27.970 posti non è statisticamente omogeneo al dato di riferimento considerato nel 2008-2009.
Infatti quello che il MIUR stenta a dichiarare é che nel 2008-09 nel valutare quel rapporto (Studenti/Insegnanti) pari a 8,84 da aumentare a 9,94 nel 2011-12, si contavano tutti i docenti in servizio.
Per la precisione gli 868.673 docenti allora in servizio erano costituiti da tre gruppi:
• i 753.683 docenti su posti normali( di cui 656.207 a tempo indeterminato e 97.476 a tempo determinato);
• gli 89.357 posti di sostegno (di cui 45.098 a tempo indeterminato e 44.259 a tempo determinato);
• i 25.633 docenti di religione cattolica (di cui 14.332 a tempo indeterminato e i 11.301 a tempo indeterminato).
A quei gruppi e a quei numeri, secondo gli stessi recenti dati ministeriali, incompleti perché omettono totalmente i docenti di religione cattolica corrispondono i 791.588 insegnanti in servizio nell’anno scolastico 2011-2012 così distribuiti:
• i 667.513 docenti su posti normali( di cui 596.991 a tempo indeterminato e 70.522 a tempo determinato);
• i 97.495 posti di sostegno (di cui 61.745 a tempo indeterminato e 35.750 a tempo determinato);
• i 26.580 docenti di religione cattolica (di cui 13.289 a tempo indeterminato e 13.291 a tempo indeterminato).
E’ cosi difficile riconoscere che l’obiettivo stabilito dal famigerato articolo 64 (comma1) della legge 133/08 secondo il quale si voleva portare a 9,94 il rapporto studenti (7.826.232 nell’ a.s. 2011-2012) /docenti è dunque oggi 9,88. Non siamo ancora al 9,94 previsto ma ci siamo molto vicini . Per arrivare a 787.347 insegnanti che oggi rappresentano quel rapporto mancano solo 3.802 unità Ma forse se si contano bene gli ATA l’obiettivo complessivo dell’art. 64 è stato, dal punto di vista economico, complessivamente raggiunto. I tagli che si dovrebbero realizzare nei prossimi due anni nella scuola primaria e in quella secondaria superiore per dare piena attuazione ai Regolamenti Gelmini e tutti quelli, previsti da Tremonti nelle varie manovre che si sono susseguite dall’estate scorsa ad oggi, dunque non sono stabiliti dall’art. 64 di quella legge!
Forse è questo il motivo per cui nessun livello di giustizia amministrativa si è voluto pronunciare sulla compatibilità dei tagli previsti dai Regolamenti con l’art. 64 e con lo stesso Piano Programmatico che lo realizzava!
Allora li pagano la Gelmini e Tremonti?

La Rosa Rossa

(2)Intervista sul Corriere della Sera del 12 marzo 2012

(3)Tabella ministeriale sui comandati

(4) Tabella ministeriale sui posti e sugli insegnanti in servizio nell’anno scolastico 2011-12

La ROsa Rossa 15.03.12

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