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“Fornero stoppa la Cigs. Sindacati sul piede di guerra”, di Luigina Venturelli

Sui tempi di discussione della riforma del mercato del lavoro, la ministra Elsa Fornero ha ribadito ai colleghi europei riuniti ieri a Bruxel- les quanto già detto alle parti sociali italiane: il governo conta di completarla «entro il mese di marzo» e «con il massimo consenso possibile». Sull’applicazione delle novità da introdurre, invece, la responsabile del Welfare ha parlato di «operatività non immediata», soprattutto per quanto riguarda la revisione degli ammortizzatori sociali, che sarebbe rimandata al dopo crisi. Gli «sgravi fiscali e nuovi servizi anche sostenuti dal fondo sociale Ue» per favorire l’occupazione femminile e al Sud, invece, sono stati già previsti nel decreto Salva-Italia di dicembre, e difficilmente si troveranno nuove risorse per introdurne di ulteriori.

CASSA E INDENNIZZO La trattativa con i sindacati e le associazioni imprenditoriali, finalmente entrata nella sua fase decisiva, sarà comunque a tutto campo. Lunedì mattina, al prossimo incontro previsto nella sede del ministero di via Veneto, si parlerà innanzitutto del riordino dei contratti di lavoro, visto che «in Italia abbiamo troppe tipologie che hanno creato molta precarietà, specialmente fra i giovani», nel cui ambito si cercherà di scegliere, valutando «quante tipologie contrattuali tenere».

Ma, ha sottolineato Elsa Fornero, l’esecutivo punta anche a una «profonda revisione degli ammortizzatori sociali da attuare secondo logiche di ampliamento della platea dei potenziali beneficiari», visto che «alcune categorie sono completamente escluse, quindi il nostro principio è più universalismo nella protezione sociale».

Un criterio ispiratore che incontrerà il favore delle organizzazioni sindacali, che da tempo chiedono di ampliare la platea degli aventi diritto ai diversi strumenti di welfare. Terreno di scontro, piuttosto, si riveleranno le risorse per procedere alla riforma degli ammortizzatori – dato che, ha ripetuto il ministro, «la dobbiamo fare a parità di risorse e a parità di costi» e le modalità di riforma, se la revisione della cassa integrazione dovesse comportare la cancellazione di quella straordinaria.

In tal senso Fornero è stata conciliante: «Il governo non intende assolutamente mettere in discussione il ricorso alla cassa integrazione guadagni, anche in deroga, per l’anno corrente, considerato l’attuale grave periodo di crisi occupazionale e produttiva».

Nel futuro, però, «se facciamo il sussidio di disoccupazione, non abbiamo più bisogno della cassa straordinaria», mentre quella «ordinaria va rafforzata». Ma la ministra è consapevole che una sua abolizione troverebbe la totale contrarietà dei sindacati, mettendo a rischio tutto il negoziato: «Non ne avremmo bisogno entro certi limiti», ha poi precisato, proponendone un uso limitato a «riorganizzazioni aziendali e soluzioni di crisi credibili con un tempo definito», che tolga alla cig straordinaria la funzione impropria di anti- camera della mobilità.

DONNE E SOCIETÀ Ai colleghi di Bruxelles, infine, Elsa Fornero ha spiegato le intenzioni dell’esecutivo italiano in tema di occupazione femminile. Dopo le società private (la legge che introduce le quote rosa del 30% nei consigli di amministrazione delle aziende quotate in Borsa, pena la loro decadenza, è stata adottata nel giugno 2011 e andrà a regime nel triennio 2015-2018) anche quelle a controllo pubblico dovranno garantire un’adeguata presenza di donne nei consigli di amministrazione: «Stiamo mettendo a punto un regolamento perché le regole approvate dal Parlamento per le società private siano applicate anche alle società a controllo pubblico e possibilmente anche alle istituzioni politiche».

Attualmente la presenza femminile nei consigli di amministrazione delle società quotate è inferiore alla media europea, ovvero l’8% rispetto al 12% dell’Ue. Ma le cose stanno «cambiando rapidamente» ha assicurato la ministra. Con l’ingresso delle donne «nel cuore del potere economico», Elsa Fornero non ha dubbi che si potrà ottenere «un miglioramento delle performance economiche delle società e dell’economia nel suo complesso.

l’Unità 18.02.12