attualità, partito democratico, politica italiana

“Partiti, la riforma del Pd: bilanci alla Corte dei conti”, di Roberto Monteforte

Oggi il Pd presenta la sua proposta di legge di riforma dei partiti. Regole per garantire democrazia interna, tutela dei diritti delle minoranze, trasparenza nella gestione delle risorse. Centrale il controllo dei cittadini. Ridare forza e credibilità alla politica ridando centralità al rapporto con i cittadini, garantendo trasparenza e democrazia nella vita interna, controlli rigorosi sulla regolarità della gestione economica e dei bilanci, l’indicazione di responsabilità precise nella vita interna dei partiti, dando attuazione all’articolo 49 della Costituzione. A questo mira la proposta di legge di riforma dei partiti che verrà presentata questo pomeriggio alla stampa dal segretario generale del Pd Pier Luigi Bersani, dal tesoriere Antonio Misiani e Pier Luigi Castagnetti e da Mauro Agostini, Ugo Sposetti e Salvatore Vassallo che hanno lavorato alla proposta presso la sede del Pd in via sant’Andrea delle Fratte.
GLI ELEMENTI FONDAMENTALI
Gli elementi fondamentali sono il riconoscimento della personalità giuridica dei partiti, dando attuazione al dettato costituzionale, prevedendo anche una forma di controllo «statale». Sino ad oggi è mancata una regolazione della vita interna dei partiti. Per il Pd occorre cambiare e in fretta. Lo impone la realtà, segnata anche dal proliferare di partiti personalizzati e da una politica sempre più medializzata. Pesa anche l’esigenza di chiarezza nelle gestioni economiche-finanziarie. Troppe le zone di «opacità», per non dire altro, riscontrate anche recentemente. I fatti di cronaca impongono un cambiamento radicale. È la condizione che hanno i partiti per recuperare credibilità e la fiducia dei cittadini.
L’asse della proposta che verrà presentata oggi è mettere i cittadini e i loro diritti al centro della vita dei partiti, definendo regole precise di democrazia interna che favoriscano la partecipazione dei cittadini e tutelino i diritti degli iscritti, stabilendo al tempo stesso controlli molto rigorosi nella gestione delle risorse finanziarie, che essendo in buona parte «pubbliche» necessitano di certificazione e di controllo da parte della Corte dei Conti. Si revedono sanzioni più dure rispetto a quelle previste oggi in caso di irregolarità.
L’operazione trasparenza è affidata anche al controllo diretto dei cittadini che su Internet devono poter controllare i bilanci e l’«anagrafe degli iscritti» anche in formato «open data».
CONTROLLO DIFFUSO
Si punta a realizzare un controllo diffuso da parte dei cittadini. I partiti, secondo il progetto di riforma del Pd che oggi verrà presentato, devono rispondere a «precisi requisiti» a garanzia della democrazia interna e nella selezione delle candidature che dovranno essere recepiti nei loro statuti. Si ipotizza una disciplina delle «primarie» e un disincentivo nei rimborsi elettorali per quei partiti che decidano di non ricorrervi. Nei loro statuti i partiti devono pure prevedere precidi diritti per le minoranze interne, come pure il rispetto delle «pari opportunità» nella definizione delle candidature.
Si propone tra l’altro maggiore trasparenza nelle gestione delle risorse economiche. Oggi è previsto che vi sia l’obbligo di pubblicità nell’erogazioni liberali pubbliche solo oltre i 50 mila euro l’anno, nella proposta si prevede di abbassare questa soglia a 5 mila euro. È una delle proposte per contrastare l’«opacità» dei partiti.
A questo va affiancata un’adeguata struttura di controllo. È prevista la costituzione per tutti partiti di un «Comitato di tesoreria» che affianchi il tesoriere e di un Collegio sindacale particolarmente qualificato. Si prevede pure l’obbligo di certificazione dei bilanci da parte di società di revisione indipendenti. Sono strumenti di controllo che il Pd già ha attivato e che si propone di generalizzare.
Il tutto va sottoposto al controllo della Corte dei conti e non solo per i bilanci nazionali dei partiti. Il controllo della Corte dei conti andrebbe esteso anche ai bilanci delle strutture territoriali, come quelle politiche regionali, che percepiscono dal «centro» quote di finanziamento pubblico per i rimborsi elettorali. Nella proposta elaborata dal Pd si prevede anche un significativo rafforzamento delle norme sanzionatorie. Su proposta della Corte dei Conti le presidenze di Camera e Senato, che hanno la titolarità della erogazione dei rimborsi elettorali, in caso di irregolarità non chiarite, possono arrivare al «taglio dei rimborsi elettorali»
Una parte della legge è infine dedicata alle elezioni primarie: regolamenti, candidature, tempi.

L’Unità 16.02.12