La Cgil scalda i motori in vista della manifestazione di sabato. I preparativi per il ritorno a piazza San Giovanni si intersecano con una settimana molto delicata dominata dalla trattativa imprese-sindacati sulla produttività. Ieri, da Bolzano, Susanna Camusso ha ribadito che «stiamo ancora discutendo ma non siamo ancora nelle condizioni di raggiungere un accordo», mentre questa mattina riunirà i segretari di federazione e territoriali proprio per discutere del tema e dell’impegno in vista di sabato. Al centro della manifestazione ci saranno le crisi aziendali e i dati che la Cgil sta elaborando in questi giorni tinteggiano con note ancora più fosche un quadro già tetro. Analizzando in profondità il settore industriale, si scoprono infatti i segni di una crisi che è precedente a quella mondiale e che sta trasformando il Dna manifatturiero del nostro Paese. Elaborando i dati seriali sulla Cassa integrazione e occupazione, si scopre infatti che dal 2008 il settore industriale ha perso il 6,18 per cento, circa 500mila posti di lavoro, con Regioni però in cui la percentuale raddoppia, come in Campania (-19,68%) e Toscana (-15,91%). Contemporaneamente è esplosa la Cassa integrazione (+281,22% dal 2008) e il combinato disposto ha fatto aumentare l’incidenza della Cig sugli addetti “sopravissuti”: le ore di cassa del solo settore industriale sono passate dalle 36 per addetto del 2008 alle 151 del 2011, per un incredibile più 319,44%. Una situazione così sconfortante si può riassumere in un dato che colpisce: è come dire che ogni addetto del settore industriale ha lavorato un mese in meno ogni anno dal 2009 ad oggi. Ma, anche qui, la situazione è diversificata sul territorio e molto più grave al Sud, con Lazio e Sardegna incluse. «Il quadro che viene fuori spiega Salvatore Barone, coordinatore del dipartimento Industria della Cgil è che la crisi globale ha inciso su una situazione già strutturalmente grave in cui da anni non si investiva più, non si faceva più innovazione di prodotto. La nostra produzione industriale è tornata ai livelli degli anni ‘90, con un meno 17 per cento dall’inizio della crisi, mentre nella classifica mondiale del volume manifatturiero prodotto siamo scivolati dal quinto all’ottavo posto, mentre gli investimenti fissi lordi dei privati sono calati del 24 per cento, a conferma che sulla frontiera dell’innovazione stiamo perdendo sempre più colpi», conclude Barone. Logico quindi che la Cgil chieda al governo un impegno concreto per rilanciare una politica industriale e la cronaca dei tavoli industriali è lì a confermarlo. Oggi è in programma un incontro tra la Outokumpo, i finlandesi che vogliono chiudere le acciaierie di Thyssen di Terni, e il ministro Passera. I sindacati (che questa mattina terranno una conference callcon l’Antitrust europea) però contestano il fatto che proprio il silenzio del governo italiano, di contralto all’attivismo del governo tedesco, abbia convinto i finlandesi a cambiare idea: inizialmente volevano chiudere due impianti in Germania, ora puntano invece a di-smettere Terni. Per questo i sindacati chiedono a Passera un incontro, per ora non accordato. Notizie migliori invece si attendono invece per la vicenda della Vynils di Porto Marghera: lo stabilimento dovrebbe essere rilevato dall’Oleificio Medio Piave, che vorrebbe produrre lì mangimi e oli vegetali per biodisel.
LE SETTE PROPOSTE DELLA CGIL Tornando alla manifestazione di sabato “Il lavoro prima di tutto”, ieri sono arrivate notizie aggiornate sul programma. Come anticipato la scorsa settimana, in piazza San Giovanni ci saranno una trentina di stand che comporranno il “villaggio del lavoro”: venti stand regionali dove saranno rappresentate le aziende in crisi dei diversi territori, più una dozzina di stand delle federazioni di categoria che illustreranno le diverse crisi dei settori di riferimento. Sul palco si alterneranno delegati, attori, lavoratori e lavoratrici, giovani, musicisti. Molti gli interventi di gruppi musicali: P-funking band, Noarrembì, Casa del vento, Peppe Voltarelli, Tosca, Enzo Avitabile & Bottari, Eugenio Finardi. Presentatore della manifestazione sarà Rolando Ravello. Susanna Camusso terrà il suo intervento dalle ore 16. Al centro del suo discorso ci saranno le proposte che il sindacato di Corso Italia vuole riportare all’attenzione del Paese e della politica, convinta che sia necesario cambiare da subito l’agenda Monti. Sette proposte che vanno da una politica industriale che punti sull’innovazione dell’industria e ai servizi assicurando gli investimenti necessari, alla detassazione della tredicesima per sostenere i consumi delle famiglie; dalla proroga di almeno un anno dell’attuale sistema degli ammortizzatori sociali, al rifinanziamento degli ammortizzatori in deroga con particolare attenzione ai precari; dalla soluzione strutturale per la vergogna esodati e un uguale sistema di pensionamento per lavoratori pubblici e privati inesubero, ad un intervento straordinario per favorire l’occupazione giovanile e femminile; infine, all’allentamento del Patto di stabilità per consentire ai Comuni di dare corso alle opere infrastrutturali finanziabili.
L’Unità 16.10.12
Pubblicato il 16 Ottobre 2012