Intervista alla deputata Maria Coscia, capogruppo PD in Commissione Istruzione. Gli emendamenti sono il frutto di un lungo confronto con le associazioni. No alle fondazioni, rappresentanza paritaria genitori studenti, reintrodotto il consiglio di classe
“Abbiamo sconfitto la linea aziendalista che avrebbe voluto il centrodestra, e affermato la linea del PD per una scuola democratica, partecipata e aperta”: così Maria Coscia, da alcuni mesi capogruppo dei parlamentari PD in Commissione Cultura e Istruzione della Camera dei Deputati, parla del lavoro politico che ha segnato un punto importante a favore di chi crede che il sistema nazionale dell’istruzione debba avere nell’autonomia scolastica la sua bussola. L’oggetto della conversazione con Maria Coscia è il disegno di legge n. 953 che detta le nuove “Norme per l’autogoverno delle istituzioni scolastiche statali”.
Parlare di leggi a volte non è facile, soprattutto quando invece di leggere il testo, si lanciano accuse tutte ideologiche, senza nessun fondamento. Come avviene da qualche tempo per il testo unificato n. 953. Osvaldo Roman aveva già smontato punto per punto la tesi che il ddl 953 avesse accolto le proposte dell’on. Aprea, parlamentare del Pdl e già presidente della Commissione Cultura e Istruzione della Camera, dimostrando che il testo si discosta del tutto dalla proposta Aprea del 2008.
“Non solo il testo si discosta -spiega Maria Coscia- ma si tratta proprio di un nuovo testo, completamente diverso dal precedente; un nuovo testo che affronta in profondità uno solo dei temi, quello dell’autogoverno delle scuole”.
Perché l’autogoverno, non ci sono già gli organi collegiali istituiti nel 1974?
Il tema andava affrontato proprio perché occorreva modificare la normativa del 1974, così da adeguarla e renderla coerente con le norme successive sull’autonomia scolastica.
Chi critica il testo di legge, afferma che con la 953 è passata la linea Aprea.
E non è vero, lo ripeto, è una bugia. Le nostre proposte sono sempre state alternative a quelle dell’Aprea, e dopo un lungo confronto la linea della destra è stata sconfitta ed è passata l’idea di costruire una scuola autonoma, punto di forza del sistema nazionale di istruzione, una scuola democratica, partecipata e aperta, quindi contro la linea dell’aziendalizzazione e delle fondazioni che avrebbe voluto Valentina Aprea.
L’IdV accusa il PD di aver scritto questo testo nelle segrete stanze del Palazzo, è così?
Macché! Il lavoro legislativo del Parlamento funziona anche attribuendo alle commissioni la funzione legislativa, fa parte del sistema democratico istituzionale. L’IdV non ha voluto partecipare ai lavori al comitato ristretto della Commissione Istruzione e non ha offerto alcun contributo. Solo in un secondo momento, quando è nato il testo di base, l’IdV ha presentato emendamenti. Molti di essi erano spot elettorali: chiedevano semplicemente l’abrogazione dei vari articoli; in altri casi ciò che proponevano era già stato previsti dal testo, mentre un paio di loro emendamenti è stato accolto.
C’è stato un lavoro di confronto fuori dal Parlamento?
Certo, il testo della 953 è il risultato di confronto con le associazioni durato oltre 3 anni.
Puoi dirci in breve quali risultati hanno portato gli emendamenti nati dal confronto del Pd con le associazioni della scuola?
Ad esempio la rappresentanza paritaria genitori-studenti, lo statuto che dovrà essere approvato da almeno 2/3 dei componenti del consiglio dell’autonomia e preceduto da un ampio confronto, la reintroduzione del consiglio di classe, l’istituzione di una commissione di monitoraggio per verificare la corretta applicazione della legge…
Quali sono i tempi per l’approvazione?
Il testo è ora sottoposta al parere di altre commissione, poi sarà approvato definitivamente per passare all’esame del Senato.
Clicca qui per scaricare il testo della 953 come modificato dagli emendamenti approvati
da http://www.partitodemocratico.it/doc/243982/legge-953-sconfitta-la-linea-aziendalista-arriva-lautogoverno-partecipato-e-democratico.htm
Pubblicato il 1 Ottobre 2012