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"Esclusi ai test, un business da 120mila euro a ragazzo", di Alessandra Migliozzi

Cepu, società e atenei stranieri offrono un posto “sicuro” ai bocciati ai test d’ingresso a Medicina. Una via parallela a carissimo prezzo. “Per non entrare bisogna essere dei fenomeni al contrario”. La promessa e’ di quelle che accendono qualcosa di piu’ di una speranza nei ragazzi che vogliono a tutti i costi fare Medicina e nei loro familiari, pronti a spendere cifre anche importanti per permettere ai figli di inseguire il un sogno e, va detto, una carriera d’oro. Ed e’ su quella promessa, sulla maggiore facilita’ di accesso ai corsi in alcune universita’ europee, che si basa il business degli esclusi al test italiano di Medicina. L’agenzia Dire ha indagato e ha scoperto che il business degli esclusi vale fra gli 84mila e i 120mila euro a ragazzo per l’intero corso escluse le spese per vitto e alloggio. Un esborso spartito fra gli atenei e i mediatori che indirizzano fuori i nostri ragazzi.
Vieni da noi, paga e il posto e’ praticamente assicurato: e’ questa, in sintesi, l’offerta che alcune universita’ straniere, societa’ private e Centri di preparazione universitaria, in primis il famoso Cepu, stanno sventolando sotto al naso degli aspiranti camici bianchi che in questi giorni sono alle prese con i quiz. Ma quanto costa la via ‘parallela’? Ovvero entrare a Medicina senza fare il test o, al massimo, sostenendo colloqui e prove piu’ semplici rispetto alla selezione che c’e’ da noi?
L’ASSALTO ALLE MATRICOLE – Il numero chiuso mette in crisi gli studenti che sognano Medicina, ma fa fare affari d’oro a chi offre loro la via europea. Una via del tutto legale, va detto, che prevede corsi di laurea regolari. Ma i cui costi esorbitanti dimostrano che c’e’ chi sta facendo una fortuna usando la leva del sogno del camice bianco. Ieri, fuori dalle aule delle facolta’ pubbliche, era tutto un volantinare. Alla Sapienza c’erano gli ‘uomini’ della spagnola Uax, l’Universidad Alfonso X El Sabio, che con circa 14mila euro l’anno offre un corso in Medicina ormai frequentatissimo dagli italiani che occupano buona parte dei posti riservati agli stranieri. L’universita’ ha creato anche una pagina web ad hoc per i nostri studenti interessati ai corsi di Medicina e Odontoriatria. I ragazzi vengono coccolati insieme ai loro genitori, con i quali possono partecipare ad una delle visite guidate al Campus da “un milione di metri quadri”, si legge sul sito e 75 laboratori avanzati a disposizione delle facolta’. All’assalto degli esclusi va anche il Cepu. Ieri, davanti alle facolta’, gli addetti del patron Francesco Polidori, papa’ di Cepu e dell’ateneo telematico e-Campus, facevano proseliti e distribuivano un volantino verde che invitava le matricole: “Scegli l’universita’ europea”. E piu’ sotto: “Puoi ancora iscriverti all’anno accademico 2012/2013 entro il 30/09/2012”. La seduzione: “Ci sono eccellenti universita’ europee che riservano posti agli studenti di altri paesi come l’Italia”. E Cepu International “ti prepara e ti accompagna” grazie ad “accordi” bilaterali con una serie di atenei distribuiti fra Spagna, Portogallo, Ungheria, Bulgaria e Repubblica Ceca. Del resto la direttiva Ue 2005/36, recepita con decreto legislativo 206/2007 “disciplina il riconoscimento delle qualifiche professionali di medico e odontoiatra acquisite in uno Stato membro”. Insomma, i titoli sono equivalenti quindi perche’ fare la trafila del test? Ma per scoprire dove e come si puo’ studiare all’estero e quanto costa bisogna prendere tassativamente un appuntamento perche’ gli operatori del numero verde Cepu non forniscono dati di questo tipo e neppure quelli del centralino romano che fa capo al Cepu e anche a e-Campus, l’ateneo telematico bocciato in passato sulla qualita’ da parte degli osservatori del ministero dell’Universita’.
UN SOGNO DA 120MILA EURO – L’agenzia Dire ha voluto approfondire. Il cronista si e’ finto parente di uno studente che sogna di fare Medicina e teme la bocciatura in un ateneo pubblico. L’appuntamento si ottiene in fretta. Le universita’ che il Cepu ed e-Campus mettono sul piatto sono sei. Due spagnole: la stessa Alfonso X El Sabio – Uax – che si fa pubblicita’ da sola davanti alle facolta’ e l’Eum, l’universita’ europea di Madrid. Poi ci sono la Ferdinando Pessoa di Oporto (Portogallo), ma qui si studia in portoghese, ed e’ poco appetibile per gli italiani, la Debrecen dell’omonima citta’ ungherese, la Charles university di Praga e infine la Medical university di Sofia – Mus – in Bulgaria. Al momento ci sono posti solo in quest’ultima perche’ per le altre bisognava muoversi prima. I colloqui di ammissione sono gia’ stati fatti. Si’, i colloqui, perche’ fuori si entra cosi’, con una chiacchierata e, al massimo, un test psicoattitudinale. La Uax fa anche un piccolo test sulle materie fondanti. Ma al Cepu sono chiari: “Per essere esclusi, con la nostra preparazione, bisognerebbe essere fenomeni al contrario”, spiegano al cronista. Il depliant fornito descrive la Medical university come una delle piu’ antiche in Bulgaria nel ramo della medicina. Qui basta un colloquio per tentare l’ingresso. Il Cepu ha un “accordo” ci sono dei posti riservati agli stranieri e vanno ai ragazzi portati dal Cepu, assicurano dal Centro. C’e’ un colloquio a settembre che si fa a Novedrate, sede di e-Campus in Lombardia. C’e’ anche un secondo giro a ottobre se avanzano posti. E se uno non passa? Domanda il cronista. Scatta il sorriso dell’operatore che dice chiaramente: e’ quasi impossibile. Rientrare in Italia si puo’? “Si’- spiegano dal Cepu- quando si proviene da una universita’ straniera si viene inseriti nel numero chiuso di posti riservati agli stranieri”. Ma si deve rifare il test? No, assicura l’operatore. Si entra al secondo anno con gli esami riconosciuti. E se uno vuole farsi tutto il percorso all’estero quanto costa? Il depliant non descrive i prezzi. Ma l’operatore li spiega al cronista: per il primo anno l’assistenza del Centro di preparazione costa 19.800 euro (preparazione al colloquio, preparazione linguistica, procedure amministrative, preparazione agli esami), poi ci sono gli 8mila euro da corrispondere all’ateneo bulgaro come tassa. L’assistenza scende a 9.800 euro per i successivi 5 anni (preparazione agli esami), ma si puo’ decidere di non usufruirne. Resta invece la tassa universitaria. Nel migliore dei casi, insomma, l’escluso ‘vale’ oltre 67mila euro fra tasse e spese per l’assistenza iniziale. Se quest’ultima viene protratta per tutto il percorso si sale a 117mila euro circa. Sempre esclusi vitto e alloggio. Un sogno costoso, ma che fa gola a molti: al Cepu stanno arrivando centinaia di richieste per appuntamenti di chi cerca canali alternativi, magari per portare avanti in futuro lo studio di papa’. I privati hanno fiutato l’affare, ma molti studenti sembrano pronti a salire sulla giostra. In Spagna i corsi fanno il pieno di italiani. E c’e’ anche chi punta sulla Romania. Diverse societa’ offrono assistenza anche per ‘soli’ 6mila euro per accedere. A Timisoara e’ pieno di italiani. E sui forum si sprecano le richieste di informazione. Ma i ragazzi vogliono solo inseguire un progetto. E inseguirlo all’estero e’ lecito. Che il sogno possa poi costare come un appartamento di piccolo taglio e’ un nodo su cui il ministero competente, forse, dovrebbe interrogarsi chiedendo un po’ di chiarezza in sede Ue ai paesi i cui atenei stringono accordi con societa’ private per ‘blindare’ una parte dei posti destinati agli stranieri usando come intermediari dei privati, che fanno una fortuna con il business degli esclusi.
da Agenzia Dire 06.09.12
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Scuola, merito in vendita”, di GIUSEPPE CALICETI
La formazione è un business. Più la scuola pubblica è scadente, più per le private si aprono nuoi mercati. All’entrata dell’ateneo di Parma, dove si svolgevano i test di ammissione alle facoltà di Medicina, ragazzi del Cepu distribuivano volantini che invitavano ad aggirare i test iscrivendosi a una università europea. Insomma, pagando. Perché con un anno di studio in altre nazioni europee poi si può rientrare in un’Università italiana al secondo anno di medicina. Così si aggira il test del numero chiuso. Naturalmente solo per chi paga, però. Insomma: fatta la legge, trovato l’inganno; e se non è proprio un inganno, è qualcosa di molto simile. Comunque sia, un messaggio chiaro ai giovani: perché studiare, quando basta pagare? Ecco, dopo averli chiamati bamboccioni e scansafatiche, così si prendono di nuovo in giro gli studenti e le loro famiglie. Parlando falsamente di «merito» e offrendo loro scappatoie per «comprarsi il merito». E mai per «meritarselo» o accettare i suoi verdetti negativi. Si arriva così all’assurdo che, vendendo il sogno di un lavoro che molti giovani mai avranno i giovani vengano derubati: dei soldi e del loro sogno. Potrebbero degli adulti fare di peggio ai propri figli? Eppure è quello che in questi anni sta accadendo nel silenzio generale. Dei giovani e dei loro genitori.
l’Unità 06.09.12