Continuano a far discutere, e riflettere, gli ultimi dati diffusi dall’Istituto nazionale di statistica in tema di disoccupazione. Cifre molto pesanti nella loro valenza generale, che diventano drammatiche concentrandosi nella fascia giovanile dove si sta concretizzando una situazione insostenibile, come appare ancor più chiaro facendo dei raffronti con un passato per nulla lontano. Infatti, nel secondo trimestre del 2012 i giovani occupati, tra i 15 e i 34 anni, sono addirittura diminuiti di quasi un milione e mezzo di unità (-1.457.000) rispetto allo stesso periodo del 2007, passando da 7 milioni e 333mila a 5 milioni e 876mila, con un crollo del 19,9%. Guardando solo all’ultimo anno, la riduzione è stata di 230 mila unità.
DINAMICA OPPOSTA
Appare insomma evidente come, dall’inizio della crisi, sono stati proprio gli under 35 ad essere colpiti maggiormente, con una contrazione senza precedenti del numero di giovani che possono contare su un posto di lavoro. Quest’anno, poi, si è scesi al di sotto di un livello importante, se è vero che nel 2011, nel periodo tra aprile e giugno, gli occupati fra i 15 ed i 34 anni risultavano superare ancora la soglia dei sei milioni (6.106.000). Allo stesso tempo, invece, sempre dai dati Istat emerge una tendenza opposta per gli occupati nella classe d’età tra i 55 e i 64 anni, che sono aumentati del 26% nell’arco di cinque anni, dal secondo trimestre del 2007 al 2012. Nel dettaglio, gli occupati “più adulti” sono saliti di 626 mila unità, passando dai 2 milioni 403mila del 2007 ai 3 milioni 29mila del 2012. Nel giro di un solo anno, vale a dire dal secondo trimestre del 2011 allo stesso periodo del 2012, il rialzo è stato altrettanto significativo, 226mila unità (+8%). Una tendenza opposta che, però, non è in grado di compensare l’emorragia di posti nella fascia giovanile, senza contare l’autentica emergenza sociale che innesta quest’ultima dinamica.
Di fronte all’emergenza occupazione, l’enfasi si sposta inevitabilmente sul rilancio dell’attività imprenditoriale per riuscire a creare nuovi posti di lavoro. Ieri la Cisl si è schierata con la proposta del ministro del Lavoro, Elsa Fornero, che vorrebbe garantire un trattamento di favore alle aziende che investono. «Siamo molto favorevoli – ha detto il segretario generale, Raffaele Bonanni – all’idea di introdurre un migliore trattamento fiscale per le aziende che investono». Sulla stessa linea si schierano le associazioni dei consumatori. Ad esempio il Codacons, che partendo proprio dagli ultimi dati dell’Istat sulla disoccupazione giovanile chiede «sgravi fiscali e incentivi per le imprese». In particolare, il presidente dell’associazione, Carlo Rienzi parla di «una vera e propria emergenza sociale. Al forte calo dell’occupazione si associa infatti una pesantissima perdita del potere d’acquisto per gli under 35, che in base alle stime del Codacons si attesta a quota -18% dal 2007 ad oggi. I giovani assieme agli anziani sono coloro che pagano il prezzo maggiore della crisi economica e dei rincari che negli ultimi anni hanno travolto il Paese subendo un progressivo impoverimento aggravato dalle difficoltà nel trovare una occupazione stabile, situazione che ha ridotto drasticamente la loro capacità di acquisto».
Tornando alle parole del ministro Fornero, il deputato democratico Sergio D’Antoni osserva che «il tempo degli annunci è ampiamente scaduto. Abbiamo sul tavolo una legge delega fortemente voluta dal Pd: il governo si impegni ad attuarla, sottoponendo la questione alle parti sociali già dai prossimi incontri del 5 e dell’11 settembre». Una delle vie d’uscite dalla crisi, sottolinea D’Antoni, passa dalla «partecipazione dei lavoratori alle decisioni strategiche delle imprese, che rappresenta la chiave di volta di un nuovo modello di sviluppo solidale e partecipativo, capace di coniugare l’allargamento dei diritti dei lavoratori al necessario aumento di produttività e competitività. A questo punto le dichiarazioni devono lasciare spa- zio alla concretezza».
L’Unità 03.09.12
Pubblicato il 3 Settembre 2012