Sul tavolo dei sindacati tra una decina di giorni ci saranno quelle 18 pagine che Mario Monti ha elaborato nel primo consiglio della ripresa. Ovvero, l’agenda degli ultimi mesi di legislatura, centrata prevalentemente sull’attuazione delle misure già varate e sulla crescita. Sarà questo lo schema con cui il premier affronterà l’incontro con i rappresentanti dei lavoratori, convocati ieri per l’11 settembre alle 16,30. Una settimana prima, il 5 settembre alle ore 12, il governo vedrà le associazioni datoriali, che avevano chiesto un incontro a inizio agosto. L’iniziativa è partita nella mattinata di ieri, dopo «diverse riunioni interministeriali per approfondire alcuni temi di rilevanza per l’attività di governo di questi giorni», riferisce un comunicato di Palazzo Chigi. «Saltato» il consiglio dei ministri che avrebbe dovuto varare il decreto Sanità, il premier ha tenuto comunque un giro di tavolo con i colleghi più coinvolti nelle iniziative d’autunno, da Corrado Passera a Elsa Fornero, da Filippo Patroni Griffi a Vittorio Grilli e Antonio Catricalà. In quella sede si è deciso di convocare anche i sindacati, «per sollecitare un dialogo che conduca a miglioramenti della produttività nelle imprese, nell’ambito del quadro predisposto dal governo con le nuove iniziative per la crescita e le riforme strutturali volte al miglioramento della competitività», prosegue il comunicato. documento unico La stessa nota annuncia anche un percorso accelerato per la realizzazione del «documento unificato» che comprenderà «la carta d’identità elettronica e la carta nazionale servizi e costituirà così l’infrastruttura necessaria per offrire tutta una serie di servizi pubblici on line (ivi compresa la tessera sanitaria)», spiegano da Palazzo Chigi. La convocazione piomba ai piani alti delle Confederazioni sindacali nel giorno in cui l’Istat dirama dati inequivocabili sulla crisi profonda del lavoro e dell’occupazione. E anche dopo l’apertura di Passera, che in un’intervista aveva auspicato un patto per la produttività. Raffaele Bonanni si dichiara soddisfatto, visto che da sempre aveva auspicato l’apertura di un dialogo. Superata, dunque, la polemica sulla concertazione scoppiata qualche tempo fa? Per ora sembra di sì, anche se è assai probabile che l’incontro programmato non vada oltre una semplice informativa sulle direttrici che il governo intende assumere. Si sta lavorando all’attuazione delle misure adottate, e a almeno due nuove iniziative: il «pacchetto» Passera-Patroni Griffi su digitale e semplificazione, e la legge di Stabilità che arriverà a fine settembre. Ma dall’Economia continuano ad arrivare segnali negativi sull’effettiva disponibilità di risorse per nuove iniziative. È probabile che si punti a qualche misura per la povertà assoluta, o per le famiglie numerose. Ma tutto questo non sembra coinvolgere la produttività. Tanto che la reazione della Cgil è gelida. «Ci auguriamo che questa convocazione rappresenti un deciso e netto cambiamento dell’agenda – si legge in un comunicato di Corso d’Italia – Anche perché al momento, sui temi della crescita, non è affatto chiaro cosa abbia in programma il governo». Non sembra un plauso. «Ribadiamo – si sottolinea inoltre – che per noi il lavoro è la vera e non più rimandabile emergenza da affrontare per arrestare un inesorabile declino, come i dati di oggi ancora una volta dimostrano. Ci auguriamo, visto che nulla abbiamo visto fin’ora, che finalmente il governo ci mostri le proposte, e le novità se le ha, per affrontare le vere emergenze del Paese». Insomma, Susanna Camusso chiede un cambiamento di passo. In quale direzione? «Si agisca sulla leva fiscale per i lavoratori e i pensionati», dichiara il segretario in un’intervista alla Stampa. Quanto alla competitività, il segretario ricorda che è materia di trattativa tra le parti, e che è già stato affrontato nell’intesa di fine 2011. Cosa potrà mai arrivare di nuovo, se non più risorse per il lavoro? Anche le imprese chiedono interventi fiscali, a partire dall’abbassamento dell’accise sui carburanti.
Pubblicato il 1 Settembre 2012