E’ stata una settimana impegnativa, ma fruttuosa per il lavoro del Parlamento. Nel giro di pochi giorni, sono arrivati a conclusione percorsi normativi fondamentali, in grado di garantire risposte a richieste ed esigenze a lungo neglette. Innanzitutto è stata approvata, in via definitiva, la legge di riordino del sistema di Protezione civile (http://www.deputatipd.it/files/documenti/193_ProtezioneCivile_0.pdf). Nei nostri territori ne abbiamo cominciato a discutere all’indomani del sisma del maggio 2012. Ogni calamità in Italia viene trattata in maniera diversa a seconda del momento in cui avviene, delle risorse disponibili, del clamore mediatico che è in grado di suscitare. Non è possibile che uguali catastrofi ricevano trattamenti diversi. Dicevamo: “Occorre un quadro normativo certo che detti le regole su come si procede nella prima fase, quella dell’emergenza, ma soprattutto su come si procede nella seconda fase, quella del ritorno alla quotidianità”. Ora, finalmente, quella legge di sistema, che mancava nell’ordinamento, è realtà (anche se accolta con un generale disinteresse). Sorte analoga è toccata ad un altro provvedimento particolarmente atteso da quegli oltre 2 milioni di collaboratori e partite Iva, in gran parte giovani, che lottano per la stabilità professionale e di vita. La Camera ha approvato, in seconda lettura, il disegno di legge che contiene le tutele per il lavoro autonomo non imprenditoriale e le misure volte a favorire l’articolazione flessibile nei tempi e nei luoghi del lavoro subordinato (smart working o lavoro agile) (http://www.deputatipd.it/files/documenti/194_TutelaLavoroAutonomoLavoroAgile_0.pdf). Nel provvedimento sono previste specifiche tutele in materia di sicurezza dei pagamenti; di malattia, gravidanza e congedo parentale; in caso di disoccupazione; fino a maggiori possibilità di deducibilità per spese professionali, di formazione e certificazione delle professionalità. Insomma, un vero e proprio Statuto del lavoro autonomo non imprenditoriale che, auspichiamo, anche il Senato possa approvare al più presto in via definitiva. Nello stesso giorno, il Senato licenziava un provvedimento mai adottato nel nostro Paese: il reddito di inclusione per quelle persone che sono in condizioni di povertà assoluta (http://www.senatoripd.it/materiali/infografica-nasce-reddito-inclusione/). Una misura di contrasto del disagio economico e sociale che, in Europa, solo l’Italia e la Grecia non avevano ancora adottato. Una misura non assistenziale, ma collegata a progetti di attivazione sociale e lavorativa delle persone beneficiarie. Insomma, questa legislatura che sembrava natta già zoppa, priva di una maggioranza uscita dalle urne, si sta rivelando in grado di portare a compimento riforme che il nostro Paese aspettava da tempo. In particolare sul fronte sociale, perché, oltre al reddito di inclusione (che è cosa diversa dal reddito di cittadinanza dei 5 selle, anche se, credo, che il dibattito da loro avviato, pure se molto ideologizzato, abbia favorito la discussione sul provvedimento adottato), ricordo la Legge sul Dopo di noi, la riforma del Servizio civile, la Legge contro lo spreco alimentare, quella sull’autismo, fino ad arrivare al provvedimento, altrettanto atteso, sulle Unioni civili. È pensando a questi traguardi che arrivo al Lingotto 2.0, per contribuire alla stesura del programma della mozione congressuale a sostegno di Matteo Renzi. Abbiamo fatto molta strada e tanta ancora resta da percorrere. Di buon passo e con lo sguardo al futuro.
Pubblicato il 11 Marzo 2017