Il congresso serve per discutere, analizzare, ascoltare ed elaborare proposte sui temi più stringenti che interrogano tutti, ma la sinistra in particolare. Da questo congresso del Pd devono uscire, ad esempio, le risposte su quale Europa vorremmo, che tipo di partecipazione ricostruire, cosa significa “sinistra” nel nuovo millennio, come gestire la rivoluzione digitale in modo che non affondi, ma arricchisca il mondo del lavoro. In sintesi, dovremo essere capaci di avanzare proposte per saldare le grandi fratture evidenziatesi nel nostro Paese: quella Nord/Sud, quella generazionale, quella di genere, quelle sociali. Non può essere un congresso “fast”, avviato e concluso in 40 giorni come la ventilata data del 9 aprile farebbe prevedere. E’ vero che dobbiamo giungere pronti alla sfida delle amministrative, ma proprio per questo abbiamo bisogno di una riflessione vera, che sia programmatica, che si basi sull’analisi e sia anche capace di rimetterci in sintonia con la nostra comunità. Stiamo assistendo, in preda ad una sorta di stupore bloccante, ad una scissione che non coinvolge solo con una parte del gruppo dirigente, ma riguarda una parte dei nostri elettori che, come ci fanno sapere, nell’incertezza si sta orientando anche verso l’area del non voto. Vogliamo parlarne? Dobbiamo. Come dobbiamo parlare del partito, della sua organizzazione, della sua presenza territoriale. La Segreteria nazionale, ora uscente, non è stata convocata da oltre un anno, mentre i circoli sono stati coinvolti prevalentemente per fare fronte ai momenti topici (da ultimo, il referendum costituzionale), ma per il resto sono soli nel cercare di affrontare i problemi di una struttura che risente pesantemente di un modello di partito che non esiste più, ma che non ha ancora individuato nuove formule verso cui provare a incamminarsi. Non è più il partito ditta, né il partito bocciofila, ma cosa dovrà essere? E’ un tema che va studiato e su cui occorrono soluzioni adeguate, ma soprattutto urgenti. Se siamo una comunità, dovranno esserci modalità di conduzione e coordinamento in linea con i tempi e le esigenze attuali. Come ad ogni congresso, dovremo compiere una scelta. Personalmente, mi interrogherò sui punti di programma e quindi su chi potrebbe interpretare al meglio il compimento dell’idea originale del Partito democratico, nato per unire e portare a sintesi esperienze, culture, provenienze diverse che si riconoscono nel campo largo del centrosinistra.
Pubblicato il 24 Febbraio 2017