«Lo Stato sta mettendo in atto il più grande licenziamento di massa della storia italiana nel settore in cui bisogna investire di più, cioè nell’educazione dei nostri figli. È una mattanza e noi siamo con voi. Il nostro impegno nella vostra battaglia è totale».
Dario Franceschini ieri mattina è salito sul terrazzo dell’ufficio scolastico di Benevento – l’ex provveditorato – per esprimere solidarietà alle sei precarie che da giorni manifestano ad alta quota contro i tagli alla scuola. Mentre la capogruppo del Pd al Senato Anna Finocchiaro chiede al governo di venire a riferire subito in Parlamento. Oggi nuovo round al ministero sulla vertenza, con i sindacati sul piede di guerra.
A due settimane dall’inizio dell’anno scolastico il settore è nel caos: insegnanti in mutande come attori di Full Monty davanti ai licei, cortei e messe in piazza, provveditorati occupati a Napoli e Catania, precari in catene a Milano, malori per una professoressa a Palermo, minacce di denunce per «irregolarità» sulle graduatorie delle supplenze. Intanto il Codacons prepara un maxi-ricorso collettivo per 20mila precari di fronte al Tar. E il Moige protesta per le classi troppo numerose.
«mattanza» di stato
Alla base di tutto, i nodi della Finanziaria e dei successivi decreti della riforma Gelmini che sono venuti al pettine. Dolorosamente: 42mila cattedre in meno; 15mila tagli tra personale amministrativo, bidelli, non docenti; quasi 20mila i precari che quest’anno non avranno la cattedra riconfermata. Non è tutto: in prospettiva, nei prossimi tre anni, il dimagrimento dovrebbe toccare le 150mila unità.
Numeri che fanno fibrillare il mondo dell’istruzione e inducono il centrosinistra a parlare di «un licenziamento di massa senza precedenti da parte dello Stato». Anche se il ministero dell’Istruzione contesta le cifre: sarebbero «meno di 10 mila i precari a cui non sarà riconfermata la supplenza» mentre «la razionalizzazione del sistema scolastico riguarda 42mila unità, ma considerato che quest’anno sono andati in pensione 32mila docenti, in realtà il numero di supplenti non riconfermati si ferma a meno di 10mila».
Replica il segretario della Cisl-scuola, Francesco Scrima: «I dati da noi diffusi non sono falsi, il ministero si documenti meglio».
accordi con le regioni
Al suo arrivo a Benevento, Franceschini è stato accolto da uno striscione con su scritto: «Basta passerelle, vogliamo fatti concreti». Il segretario del Pd ha promesso «che il partito si impegnerà a portare avanti la battaglia contro i tagli in tutte le sedi e in tutte le forme». Ha sottolineato la necessità di «una politica che si occupi dei problemi delle famiglie italiane che non ce la fanno più con i loro debiti e dei lavoratori che rischiano a migliaia di perdere il posto. È un emergenza vera e girare la testa dall’altro lato, come fa il governo occupandosi d’altro è irresponsabile».
Anna Finocchiaro parla di «controriforma» e paventa di dover fronteggiare , «oltre alle legittime proteste dei docenti, le preoccupazioni di famiglie e studenti». Invita l’esecutivo a venire «al più presto alle Camere ad assumersi la responsabilità di fronte al Paese di questa strategia che impoverisce la scuola pubblica italiana». Per Manuela Ghizzoni, capogruppo Pd in Commissione Cultura a Montecitorio, era tutto scritto nella Finanziaria 2008 e «se Berlusconi e Gelmini non faranno retromarcia il sistema scolastico affonderà come il Titanic». «Il presidente del Consiglio -dice il portavoce di Bersani parlando dell’attacco all’Unità- utilizzi le sue energie per affrontare i seri problemi che stanno aggredendo l’Italia: dalla scuola che subisce il più grande licenziamento pubblico della storia, all’immigrazione che continua ad essere affrontata dal governo solo a parole, alla crisi economica che, nonostante i facili entusiasmi di alcuni, sta impattando rovinosamente verso imprese e lavoratori sempre di più in difficoltà, nonostante i facili e ingiustificati entusiasmi del centrodestra». Oggi nuovo incontro a Viale Trastevere, ed è già annunciato un sit-in di fronte al ministero. La Gelmini ha fatto sapere con una nota che stanno lavorando per cercare accordi con le regioni.
L’Unità 03.09.09
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