L’appuntamento è in piazza a Roma, sabato 19 settembre o al massimo sette giorni dopo. L’intenzione degli organizzatori è infatti quella di fare una manifestazione in difesa della libertà di stampa quanto più aperta possibile, ma in tempi rapidi. Domande che hanno come risposta la querela di Berlusconi, oscure «patacche» tirate fuori dal giornale di famiglia, tentativi di colpi di mano per decidere le sorti di Rai3 e Tg3: l’escalation non permette rinvii. Per non parlare del fatto che tra due settimane il Senato riprenderà la discussione del ddl Alfano che vieta la pubblicazione delle intercettazioni. Per questo un ampio fronte di associazioni e forze sindacali sta lavorando per dar vita a una manifestazione che sarà non – come dicono un po’ tutti quelli che si sono già attivati per la riuscita dell’iniziativa – in difesa di
qualche gruppo editoriale o di solidarietà con la categoria dei giornalisti, ma a tutela del diritto dei cittadini ad essere informati.
FANGO E VENDETTE
«Per la piattaforma della manifestazione non è che sia necessario inventare chissà cosa – dice il portavoce dell’associazione Articolo 21 Beppe Giulietti – basta copiare i primi due commi dell’articolo 21». Ovvero, libertà di manifestare il proprio pensiero e divieto di censura per la stampa. La Fnsi domani riunisce la segreteria per decidere le modalità della manifestazione. Il segretario Franco Siddi è duro con il «Giornale» e l’operazione anti-Boffo, di cui è evidente lo scopo: «Non tanto quello di informare ma quello di scagliare fango in modo da “ p a r e g g i a r e ” mediaticamente˘ conti improponibili ». Quanto al premier, dice: «Deve sapere che c’è una misura che in democrazia non si può oltrepassare, riguarda l’etica della convivenza, il rispetto dei ruoli e delle funzioni, che non è risolvibile con operazioni muscolari e vendicative». La Cgil è pronta a una mobilitazione, ma gli organizzatori vogliono il coinvolgimento anche della Cisl, della Uil e anche dell’Ugl. Quanto ai partiti, il Pd aderirà e alla segreteria «allargata» di oggi Franceschini, Bersani e Marino discuteranno di come farlo senza far perdere il carattere apartitico alla manifestazione. L’Idv ci sarà e il segretario dell’Udc Cesa dice, alla Festa Pd di Genova: «Porteremo il nostro contributo».
BERLUSCONI COME PUTIN
Alla Festa Pd arriva anche il direttore di «Repubblica» Ezio Mauro, accolto con grandi applausi quando dice che per il comportamento del premier «la qualità della democrazia sta degradando », che «Nixon non ha usato neanche un decimo degli strumenti utilizzati da Berlusconi e se un paragone si può fare è con Putin, che non a caso è suo grande amico».
Arriva al Porto antico anche il corrispondente di El País Miguel Mora, che a chi glielo domanda racconta delle pressioni che arrivano da Roma, della lettera scritta dall’ambasciatore italiano a Madrid Pasquale Terracciano (già portavoce di Frattini) in cui lamentava la «campagna di demolizione sistematica dell’immagine dell’Italia» puntando il dito sugli articoli contro Berlusconi. E, ovviamente, delle querele annunciate a più riprese da Ghedini. «Ma i nostri avvocati non hanno mai ricevuto nulla».
L’Unità, 1 settembre 2009