Tutto il logoro armamentario dell’odio verso il diverso è concentrato nell’orrore della strage di Orlando. Orrore per il grande numero delle vittime: 50 morti e 53 feriti. Orrore per l’arma utilizzata, un fucile mitragliatore pensato per andare in guerra. Orrore per il luogo scelto: una discoteca, spazio di divertimento e di fratellanza tra appartenenti a una stessa minoranza, gli omosessuali. Il nostro cuore è naturalmente con le vittime e soprattutto le loro famiglie e i loro amici. La nostra mente ci conferma come molti elementi ci riportano alla strategia delle stragi parigine, con l’aggravante dell’omofobia. Che Omar Marteen sia stato armato dall’Isis, o che sia un lupo solitario fanatico, la strage, nella sua brutalità, sfata miti e luoghi comuni. Omar è nato e cresciuto negli Stati Uniti, così come era avvenuto per lo stragista di San Bernardino e i fratelli autori della strage alla maratona di Boston. Non sono né profughi, né clandestini coloro che sparano nel mucchio accecati dall’odio verso l’altro, il diverso perché di etnia, o di religione, o di orientamento sessuale, o portatore di valori diversi dai propri. La ricetta di Donald Trump, quella che sta predicando in queste settimane di campagna elettorale per le presidenziali, tenere fuori i musulmani dall’America, si rivela sbagliata in partenza. Gli stragisti sono dentro, sono americani (o francesi…) a tutti gli effetti, hanno un lavoro regolare, e detengono regolarmente le armi possedute. L’altra grande questione che agita, e continuerà ad agitare la campagna elettorale, è quella del proliferare delle armi. Neanche l’orrore di Orlando, ci scommettiamo, smuoverà le posizioni in campo: il presidente Obama, ma anche la candidata democratica Clinton, hanno ribadito la pericolosità del gran numero di armi regolarmente detenute dai privati. Le lobby delle armi risponderanno, così come è accaduto le volte precedenti, che proprio le stragi sono l’ulteriore riprova che è necessario che sempre più americani siano armati fino ai denti per poter difendere sé stessi e le proprie famiglie dai tanti pazzi fanatici che ci sono in giro. Posizioni inconciliabili che continuano ad alimentare lo scontro, quando solo il confronto e le prove di dialogo potrebbe portare a una pacificazione tra le parti, alla volontà di conoscere e capire l’altro, per accettarlo.
photo credit: Orlando rally at the White House via photopin (license)