Le zone franche urbane sono una realtà. Il Ministero dello Sviluppo economico ha pubblicato la graduatoria delle 1.700 piccole imprese delle zone del cratere sismico ammesse alle agevolazioni e sono stati stanziati fondi per un ammontare complessivo di 40 milioni di euro, suddivisi su un biennio. Fa piacere vedere realizzato un obiettivo che si è inseguito a lungo e con pervicacia. La genesi fu difficile, anche a causa del tasso ideologico di qualcuno, Lega nord in testa, che chiedeva con forza la “no tax area” e accusava il Pd di non sostenere le esigenze dei terremotati emiliani. La “no tax area” non era possibile per la normativa europea, come dicemmo fin dall’inizio, ma ci impegnammo concretamente per la realizzazione di forme di fiscalità di vantaggio. Ecco, siamo riusciti a portarle a casa per le imprese collocate nei centri urbani, grazie al confronto con i cittadini, le associazioni, le amministrazioni locali, la Regione e il Governo. Non era un obiettivo scontato. E non è di poco conto, perché i cittadini terremotati, in primis, e i loro amministratori sanno che i paesi terremotati tornano alla normalità quotidiana anche grazie alla vitalità del centri storici, fortemente danneggiati dal sisma (L’Aquila, da questo punto di vista, rappresenta un monito per tutte le ricostruzioni post sisma). Ora, però, dobbiamo compiere un altro passo. Il 30 giugno le imprese dovranno cominciare a restituire le rate dei mutui accesi per il pagamento delle imposte. Molte imprese non sono ancora in grado di farvi fronte, perlomeno non con le modalità previste. L’impegno è quello di riuscire a ottenere un’ulteriore proroga nei tempi di pagamento (a dicembre) e la ridefinizione del piano di ammortamento del mutuo. Ancora una volta, assicuriamo il nostro impegno, come parlamentari Pd, a supporto delle nostre comunità.
Pubblicato il 29 Aprile 2016