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Luoghi cultura, Baruffi e Ghizzoni “Aperture regolamentate” – comunicato stampa 14.10.15

La Commissione Lavoro sta esaminando il decreto legge che estende la
disciplina dei servizi pubblici essenziali, in particolare sulle modalità
di sciopero, all’apertura dei musei e dei luoghi della cultura. Oggi si è
proceduto alla votazione di tutti gli emendamenti e alcune novità
importanti sono state introdotte grazie agli emendamenti del Pd, promossi
tra l’altro dai deputati modenesi Davide Baruffi e Manuela Ghizzoni.

La necessità di contemperare il diritto allo sciopero e di assemblea dei
lavoratori e quello di utenti e visitatori di usufruire dei luoghi di
cultura: è questo lo snodo a cui hanno lavorato i parlamentari modenesi del
Pd Davide Baruffi, componente della Commissione Lavoro, e Manuela Ghizzoni,
componente della Commissione Cultura, che hanno presentato emendamenti al
decreto legge 146 del 2015. A seguito di alcune interruzioni di servizio
verificatisi nei mesi scorsi, in particolare a Pompei e al Colosseo, il
Governo approvò d’urgenza un decreto teso a modificare la disciplina dello
sciopero nei musei e nei luoghi della cultura, riconducendola a quella più
restrittiva dei servizi pubblici locali. Nel corso del dibattito, nelle
Commissioni Lavoro e Cultura, è emersa la necessità di meglio contemperare
i diritti di tutti i soggetti coinvolti e precisare la portata del
provvedimento. Sono dunque stati approvati alcuni emendamenti che
chiariscono e qualificano la norma, alcuni dei quali promossi anche dai
deputati modenesi del Pd Davide Baruffi e Manuela Ghizzoni. “Si parla ora
di apertura “regolamentata” – spiegano Baruffi e Ghizzoni – per chiarire
come, nei casi non infrequenti in cui i servizi stessi presentano problemi
di organico, non potrà né dovrà essere garantita l’apertura tout court dei
siti e delle strutture. Spetterà alle parti negoziare come, dove e quando
assicurare la fruizione di questo patrimonio. Anche a tutela degli Enti
locali e del patrimonio minore e diffuso: la dizione inizialmente adottata
dal Governo era infatti tale da ricomprendere automaticamente e
indistintamente sia i principali siti tutelati dall’Unesco come le più
remote biblioteche di quartiere o frazione. Certamente si tratta sempre di
luoghi di cultura e la norma incide potenzialmente su tutti, ma risulta
davvero difficile immaginare di disciplinare nello stesso modo servizi
tanto diversi. Spetterà quindi alle parti disciplinare la portata concreta
del principio generale, declinandola nel concreto delle diverse situazioni.
Non a caso – continuano Baruffi e Ghizzoni – un altro emendamento ha
chiarito come vada escluso dall’ambito di applicazione il patrimonio
privato. Infine, ma si tratta di una novità estremamente importante, si è
chiesta e ottenuta dal Governo una piena assunzione di responsabilità: se
davvero si ritiene che musei e luoghi della cultura vadano ricompresi tra i
servizi pubblici essenziali, allora la Cultura in quanto tale – intesa come
tutela, fruizione e valorizzazione del patrimonio culturale – va ricompresa
tra i livelli essenziali delle prestazioni ai sensi della Costituzione. Se
si chiede un “sacrificio” ai lavoratori è necessario – concludono i
deputati modenesi – che, contemporaneamente, il pubblico si impegni ad
assicurare le risorse necessarie (finanziarie, di personale, ecc.) per il
corretto funzionamento dei servizi e il loro pieno godimento da parte dei
cittadini”.