In queste settimane in cui gli studenti si stanno iscrivendo all’università, si va evidenziando un effetto negativo nell’applicazione dei nuovi criteri per il calcolo dell’Isee. Come denunciano le organizzazioni degli studenti, si verificano aumenti dell’Isee anche in nuclei familiari che non hanno avuto variazioni di reddito o patrimonio, fenomeno confermato anche da uno studio di un Istituto toscano di ricerca. Il rischio è che risultino penalizzati gli studenti meno abbienti, che verrebbero esclusi dalle prestazioni di diritto allo studio. La deputata modenese del Pd Manuela Ghizzoni, componente della Commissione Istruzione della Camera, ha portato la questione all’attenzione del Governo e chiede che si intervenga con urgenza a tutela di un diritto garantito dalla Costituzione
Il nuovo indicatore della situazione economica (Isee) rischia di penalizzare molti studenti universitari. L’allarme arriva dalle organizzazioni studentesche che denunciamo aumenti dell’Isee, dovuti ai nuovi parametri di calcolo, per famiglie di studenti che non hanno avuto variazioni particolari di reddito o di patrimonio. Una conferma arriva anche da un recente studio dell’Istituto regionale programmazione economica della Toscana (IRPET) che ha evidenziato, a parità dei dati familiari reddituali e patrimoniali, un aumento dei valori del nuovo Isee rispetto al precedente. Vi è il rischio fondato che si assottigli la platea di coloro che hanno diritto alle prestazioni del diritto allo studio (borsa, alloggio, mensa, etc.), o addirittura che molti studenti, attualmente beneficiari della borsa di studio, rischino di perderla a metà degli studi. Anche le tasse universitarie sono destinate ad aumentare per lo stesso motivo. Una scure che sta per abbattersi sugli studenti universitari italiani, in decrescita da anni pur essendo l’Italia agli ultimi posti delle statistiche internazionali sul numero di studenti, di borsisti e di laureati. “Lo studio dell’IRPET – conferma Manuela Ghizzoni – mostra che circa il 9% dei borsisti perderebbe improvvisamente la borsa di studio nonostante abbiano rispettato le condizioni di merito e non si siano modificate le loro condizioni di reddito. E che questo accada a metà del percorso universitario è particolarmente pregiudizievole: questi studenti si troverebbero non solo a perdere il sostegno economico pubblico, ma anche a doversi sobbarcare l’onere delle tasse universitarie, da cui come borsisti sono esenti. E’ purtroppo probabile che in molti casi saranno costretti a interrompere gli studi”. Della complessa questione la deputata Pd ha investito il Governo con una interrogazione al ministro dell’Istruzione Stefania Giannini. “Se i dati in possesso del Ministero confermeranno questo quadro – conclude Manuela Ghizzoni – occorrerà intervenire subito per correggere questa evidente stortura, a garanzia del diritto allo studio sancito in Costituzione. A mio parere, si dovrà modificare la normativa Isee, oppure innalzare le soglie di Isee previste per l’accesso alle prestazioni di diritto allo studio in modo da controbilanciare l’aumento dell’Isee a parità di condizioni economiche del nucleo familiare”.
Ecco il trsto dell’interrogazione