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L’on. Manuela Ghizzoni presenta alla Camera un ordine del giorno sui tagli all’Università e sul limite del 20% al turn over delle assunzioni di personale

Signor Presidente, sottosegretario Vegas, colleghi, la manovra contiene alcuni provvedimenti fortemente penalizzanti per il sistema universitario che ne comprometteranno la funzionalità. Ne ha parlato poco fa il collega Vassallo e io ho avuto modo di farlo nella discussione generale, ma, a fronte di una chiusura totale del Governo, e ancor di più dopo la richiesta del voto di fiducia, ritengo tuttavia che sia necessario intervenire nuovamente per invocare un ultimo, estremo tentativo di ripensamento sulle scelte scellerate assunte con il decreto-legge n. 112 del 2008.
Sulla trasformazione degli atenei in fondazioni il collega Mazzarella ha presentato un apposito ordine del giorno, n. 9/1386/260, pertanto io mi soffermerò sui tagli e sul blocco del turnover, ossia sul limite del 20 per cento al turnover delle assunzioni del personale. Ciò significa che per assumere un giovane ricercatore occorrerà attendere che cinque professori siano andati in pensione. Se poi combiniamo il blocco del turnover con i futuri massicci pensionamenti si comprende che nei prossimi anni il sistema universitario sarà preso come in una morsa mortale, tra l’annunciata emorragia di personale, da una parte, e, dall’altra, l’impossibilità di ringiovanire il corpo accademico e di innovare la qualità della didattica e della ricerca. Questo provvedimento chiude le porte dell’università ai giovani ricercatori di talento, che prenderanno la via dell’estero dove, evidentemente, sono apprezzati più che nel loro Paese.
Inoltre, il decreto-legge in esame, a fronte delle mancate immissioni in ruolo riduce di oltre 1 miliardo 400 milioni di euro la dotazione del fondo di finanziamento ordinario. Signor Presidente, sottolineo che si tratta di un taglio lineare, che sarà subito tanto dagli atenei virtuosi quanto da quelli che, invece, non sono intervenuti nel risanamento dei loro bilanci e nella riqualificazione dell’offerta formativa. Si tratta, quindi, di un intervento iniquo che penalizzerà soprattutto gli atenei virtuosi, alla faccia di quanto sostenuto, a parole, dal Ministro Gelmini, che ha affermato di volersi affidare alla valutazione e di voler premiare il merito. Un po’ di coerenza sarebbe molto apprezzata, oltre che utile per il sistema universitario.
Credo che al Governo sfugga – sono qui a disposizione per rinfrescare la memoria all’Esecutivo – che il fondo di finanziamento ordinario è utilizzato dagli atenei per affrontare le spese correnti di amministrazione e di organizzazione, nonché quelle per il personale che – lo sappiamo tutti – sono obbligatorie ed incomprimibili anche per gli atenei più virtuosi. Insomma, i tagli previsti comprometteranno la funzionalità del sistema, tanto della didattica quanto della ricerca.
Rispetto allo scenario definito da questi provvedimenti ho presentato l’ordine del giorno n. 9/1386/264 che impegna il Governo a valutare iniziative volte all’immissione di giovani ricercatori e a prevedere, in sintonia con quanto ha dichiarato ora il Ministro Gelmini, risorse aggiuntive al fondo. Si tratta di un impegno che però il Governo non vuole assumere pienamente, ma raccoglie solo come raccomandazione. Invito, pertanto, il Governo ad un ripensamento, anche perché una raccomandazione per il mio ordine del giorno non è coerente con il pieno accoglimento dell’ordine del giorno a prima firma Aprea n. 9/1386/12, di analogo contenuto. Certo, una differenza c’è: l’onorevole Aprea è noto esponente della maggioranza, ma non voglio credere che il Governo esprima sugli ordini del giorno un pregiudizio così evidente rispetto alle proposte dell’opposizione.
L’accoglimento dell’ordine del giorno corrisponde, peraltro, anche alla volontà della stessa maggioranza, o almeno dei componenti di maggioranza della VII Commissione, che già nel parere sul decreto-legge n. 112 posero una condizione che prevedeva l’esclusione dei ricercatori dal blocco del turnover e che oggi, insieme a noi, hanno espresso sul cosiddetto decreto milleproroghe una condizione di analogo contenuto, così che si possano utilizzare nel biennio 2008-2009, per il piano straordinario di assunzione dei ricercatori, le risorse messe a disposizione dal Governo Prodi nella legge finanziaria per il 2007.
Senza i giovani e senza le risorse necessarie il nostro sistema universitario di ricerca non può reggere ed è impossibilitato ad assolvere alla sua funzione di elaborazione e trasmissione della conoscenza, volano per la crescita sociale ed economica del Paese. Se non vi sarà un ripensamento del Governo, allora sarà evidente a tutti che questa maggioranza e l’Esecutivo stanno intenzionalmente compromettendo il futuro del Paese.
Vede, signor Presidente, credo che vi sia una differenza sostanziale tra la politica universitaria del Partito Democratico e quella della maggioranza. Ogni studente che non riesce ad accedere all’università e ogni giovane ricercatore di talento che non entra nel corpo accademico per il Governo e per la sua maggioranza rappresentano un problema in meno da risolvere e un problema in meno per chiudere i bilanci, mentre per il Partito Democratico rappresentano un pezzo di futuro del nostro Paese che si frantuma (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Ordine del giorno nr. 9/1386/264 a firma Ghizzoni, Mazzarella, Nicolais, Bachelet, Picierno, De Pasquale, De Torre, Coscia, De Biasi, Levi, Siragusa, Rossa, Antonino Russo, Pes, Ginefra, Lolli.

La Camera,

premesso che:

la formazione superiore e la ricerca svolgono un ruolo strategico per il rilancio e la ripresa dello sviluppo del Paese;

nel prossimo quinquennio è previsto il pensionamento di ben il 47 per cento di professori e ricercatori universitari, stando almeno alle dichiarazioni del Ministro per la pubblica istruzionei nell’audizione in Commissione sulle linee generali del suo Dicastero, e che tale previsione potrebbe rappresentare una preziosa occasione per ringiovanire il corpo accademico – e porre un rimedio alla «fuga dei cervelli» – e per innovare la qualità della didattica e della ricerca;

il disegno di legge in esame dispone, per il sistema universitario, un limite al turn-over delle assunzioni del personale, per ciascun anno del triennio 2009-2011, pari al 20 per cento delle cessazioni dal servizio verificatesi l’anno precedente e prevede, conseguentemente, una riduzione del Fondo per il finanziamento ordinario delle università (FFO) di 63,5 milioni di euro per l’anno 2009, di 190 milioni per l’anno 2010, di 316 milioni per l’anno 2011, di 417 milioni per l’anno 2012, di 455 a decorrere dall’anno 2013;

il Fondo di finanziamento ordinario rappresenta la quota più consistente della parte attiva del bilancio degli Atenei, con cui si affrontano le spese di personale – incomprimibili e obbligatorie – oltre a quelle di funzionamento e di organizzazione ordinaria;

il combinato disposto del blocco del turn-over e della riduzione dell’FFO è destinato a compromettere concretamente la funzionalità didattica e di ricerca del sistema universitario,

impegna il Governoa valutare l’opportunità di adottare specifiche iniziative volte al ringiovanimento del corpo docente mediante l’immissione di giovani ricercatori capaci e meritevoli e di individuare, anche nel corso dell’esame della prossima sessione di bilancio, risorse aggiuntive al fondo per il finanziamento ordinario delle università (FFO), legate alla valutazione di risultati di ricerca, di didattica e di gestione, al fine di migliorare la qualità dell’offerta formativa, di raggiungere gli standard di finanziamento europei e di garantire un efficace sistema di diritto allo studio.

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