Scade il 16 aprile alle 14 il bando che permetterà a 29.972 giovani volontari di prestare il loro servizio civile. Anche se gli enti sono rimasti delusi perché avevano contato su fondi per un numero maggiore di posizioni – si sperava 46mila – la cifra è di tutto rispetto, se confrontata con quelle degli anni passati: meno della metà nel 2015, 896 nel 2013 e 19mila l’anno precedente. Quest’anno, il costo per lo Stato sarà di circa 200 milioni. Si aspetta comunque un altro bando, nei prossimi mesi, per altre 16mila posizioni.
I giovani devono prima di tutto scegliere il progetto al quale vogliono partecipare tra i 3mila che hanno vinto i bandi: si può infatti fare una sola domanda, per uno specifico progetto. Saranno quasi 19mila quelli che parteciperanno a progetti di enti iscritti all’albo nazionale (680 dei quali saranno impegnati all’estero), gli altri entreranno in quelli degli enti regionali e delle Provincie autonome. Secondo il sottosegretario Luigi Bobba «il rilevante sforzo organizzativo dell’intero sistema del servizio civile nazionale ha prodotto un apprezzabile innalzamento della qualità dei progetti». Inoltre i buoni risultati gestionali del Dipartimento del servizio civile hanno portato «a una riduzione di circa il 40% delle spese di funzionamento rispetto alla previsione iniziale, a fronte di maggiori iniziative e attività, quali i bandi di Garanzia giovani e il bando per l’Expo».
I progetti sono pubblicati su www.serviziocivile.gov.it, con la modulistica. La domanda va presentata all’ente che ha proposto il progetto, attraverso il sito web, e può essere avanzata da giovani tra i 18 e i 28 anni che presteranno servizio part time per un anno e riceveranno un rimborso spese di 433,80 euro al mese. Quest’anno può partecipare anche chi non è italiano, dopo che il Tribunale di Milano nel 2013 ha dichiarato discriminatoria la clausola che imponeva il requisito della cittadinanza. I candidati devono comunque essere «cittadini della Ue; familiari dei cittadini della Ue non aventi la cittadinanza di uno Stato membro che siano titolari del diritto di soggiorno o del diritto di soggiorno permanente; titolari del permesso di soggiorno Ce per soggiornanti di lungo periodo; titolari di permesso di soggiorno per asilo o di permesso per protezione sussidiaria».
La riforma del Terzo settore in arrivo dovrebbe tra l’altro valorizzare il servizio civile, introducendo quello “universale”, di cui da tempo si discute e che è stato sperimentato localmente: dovrebbe coinvolgere 100mila ragazzi a partire dal 2017, cifra che permetterebbe di accogliere tutte le domande. Dovrebbe durare dagli 8 ai 12 mesi e aprire per tutti finestre per esperienze all’estero.
I giovani devono prima di tutto scegliere il progetto al quale vogliono partecipare tra i 3mila che hanno vinto i bandi: si può infatti fare una sola domanda, per uno specifico progetto. Saranno quasi 19mila quelli che parteciperanno a progetti di enti iscritti all’albo nazionale (680 dei quali saranno impegnati all’estero), gli altri entreranno in quelli degli enti regionali e delle Provincie autonome. Secondo il sottosegretario Luigi Bobba «il rilevante sforzo organizzativo dell’intero sistema del servizio civile nazionale ha prodotto un apprezzabile innalzamento della qualità dei progetti». Inoltre i buoni risultati gestionali del Dipartimento del servizio civile hanno portato «a una riduzione di circa il 40% delle spese di funzionamento rispetto alla previsione iniziale, a fronte di maggiori iniziative e attività, quali i bandi di Garanzia giovani e il bando per l’Expo».
I progetti sono pubblicati su www.serviziocivile.gov.it, con la modulistica. La domanda va presentata all’ente che ha proposto il progetto, attraverso il sito web, e può essere avanzata da giovani tra i 18 e i 28 anni che presteranno servizio part time per un anno e riceveranno un rimborso spese di 433,80 euro al mese. Quest’anno può partecipare anche chi non è italiano, dopo che il Tribunale di Milano nel 2013 ha dichiarato discriminatoria la clausola che imponeva il requisito della cittadinanza. I candidati devono comunque essere «cittadini della Ue; familiari dei cittadini della Ue non aventi la cittadinanza di uno Stato membro che siano titolari del diritto di soggiorno o del diritto di soggiorno permanente; titolari del permesso di soggiorno Ce per soggiornanti di lungo periodo; titolari di permesso di soggiorno per asilo o di permesso per protezione sussidiaria».
La riforma del Terzo settore in arrivo dovrebbe tra l’altro valorizzare il servizio civile, introducendo quello “universale”, di cui da tempo si discute e che è stato sperimentato localmente: dovrebbe coinvolgere 100mila ragazzi a partire dal 2017, cifra che permetterebbe di accogliere tutte le domande. Dovrebbe durare dagli 8 ai 12 mesi e aprire per tutti finestre per esperienze all’estero.