La deroga alla legge Gelmini
Dei tre articoli che compongono la proposta di legge le novità più importanti, non fosse altro che per la loro rilevanza, sono contenute nel terzo. Che richiama l’articolo 2, comma 2, lettera b) della riforma Gelmini. Quello, cioè, che ha fissato in 35 tra ordinari, ricercatori di ruolo e ricercatori a tempo determinato appartenenti a settori scientifico-disciplinari omogenei (40 negli atenei con più di mille docenti) il numero minimo per costituire un dipartimento. Nel merito il testo messo a punto ieri stabilisce che «si prescinde dai predetti limiti numerici qualora ad un dipartimento afferisca almeno l’80 per cento dei professori e ricercatori dell’ateneo appartenenti alla medesima area disciplinare, comunque in numero non inferiore a venti».
Il rafforzamento delle scienze geologiche
In realtà il core business della proposta di legge Mariani-Ghizzoni è un altro: rafforzare la didattica e la ricerca nel campo delle scienze geologiche. A tal fine l’articolo 1 istituisce premi e buoni di studio a favore degli studenti iscritti a corsi di laurea appartenenti alla classe L-34 (scienze geologiche) o a corsi di laurea magistrale appartenenti alle classi LM-74 (scienze e tecnologie geologiche) e LM-79 (scienze geofisiche). Utilizzando il fondo per il merito. Premi e borse di studio cumulabili con quelle erogate in base alla normativa sul diritto allo studio universitario. A sua volta, l’articolo 2 si concentra sulla ricerca. Da un lato, destinando l’1% del Fondo per la prevenzione del rischio sismico attivato sul fondo del Mef (che ammonta a 145 milioni per il 2015 e 44 milioni per il 2016) all’acquisto da parte delle università della strumentazione tecnica necessaria per attività di ricerca finalizzate alla previsione e prevenzione dei rischi geologici; dall’altro, stanziando 2 milioni di euro per ciascuno degli anni 2015, 2016 e 2017 per il finanziamento dei progetti di ricerca presentati dalle università e finalizzati alla previsione e prevenzione dei rischi geologici. Misure su cui dovrà ora pronunciarsi il Miur e che troverebbeo d’accordo anche il minsietro dell’Ambiente.
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