Il rapporto annuale di Almalaurea sui diplomati evidenzia un quadro scoraggiante: nel nostro paese diminuiscono i giovani, dopo il diploma solo il 30% prosegue gli studi, tantissimi lasciano durante il primo anno e molti se potessero tornare indietro farebbero un percorso diverso
Sono tre gli indicatori di un sistema scolastico che non funziona certamente in termini di Orientamento all’uscita della scuola media e della scuola superiore, in termini di sostegno alle new entry all’università e per motivazione a proseguire gli studi. La percentuale di ragazzi di 19 anni di età rappresenta poca cosa per un paese industrializzato con ambizioni di crescita. Per Cammelli il basso numero di studenti che prosegue gli studi è anche da attribuire “all’assenza di una seria politica di diritto allo studio” che si registra in Italia. E il 15 per cento di matricole che si disperdono dopo qualche mese di lezioni deve fare riflettere coloro che intendono rilanciare l’istruzione universitaria italiana. Quasi metà – il 46 per cento – di neodiplomati, inoltre, si è pentito della scelta fatta dopo la licenza media. E la dispersione scolastica – che piazza l’Italia ai primissimi posti in Europa ne è la conferma.
“Probabilmente, un’organizzazione scolastica superiore basata su un primo biennio comune a tutti gli indirizzi di studio – dichiarano da Almalaurea – e il posticipo della vera e propria scelta a 16 anni consentirebbe al giovane di compiere una valutazione più matura e consapevole”. Per Almadiploma 2014, sono stati “intervistati” oltre 40mila giovani appena diplomati. Ecco l’identikit: voto medio di maturità pari a 76 su cento, 6 per cento diplomati con 100 e lode e 86 per cento in regola con gli studi. Inoltre, l’82 per cento dei diplomati si dichiara moderatamente o pienamente soddisfatto dell’esperienza scolastica appena conclusa. Studenti soddisfatti, nel complesso, anche degli insegnanti: il 78 per cento dei diplomati è soddisfatto della loro competenza, il 72 per cento della chiarezza espositiva e della disponibilità al dialogo e il 63 per cento è soddisfatto della loro capacità di valutazione.
Neodiplomati meno soddisfatti invece delle infrastrutture scolastiche: meno della metà – il 49 per cento – è soddisfatto delle attrezzature sportive, poco più della metà – il 51 per cento – delle aule. Ma il Report mette in evidenza anche una scuola che sta cambiando: il 52 per cento degli studenti – soprattutto nei tecnici e negli istituti professionali – ha svolto stage all’estero; il 32 per cento ha compiuto esperienze di studio all’estero e il 58 per cento ha svolto un’attività lavorativa, in prevalenza stagionale. Migliorano le competenze degli studenti sulle lingue straniere e anche le competenze informatiche, che vengono giudicate “buone”. E dopo l’esame conclusivo “54 diplomati su cento intendono iscriversi all’università, 21 pensano di cercare un lavoro, 7 ritengono di riuscire a coniugare lavoro entrambe le attività”.