La citazione di “Garibaldi, Mazzini e Lamarmora” (in mezzo a un nugolo di santi benedicenti) nel rituale di iniziazione di non so quale cavolo di cosca calabra è una vera e propria manna per dietrologi e complottisti, le due correnti di pensiero egemoni sul web. Dopo che i carabinieri hanno reso pubblica la registrazione di quella ridicola cerimonia, nei commenti fibrilla l’entusiasmo per la conferma che alla radice di ogni nostro male ci sono le società segrete, in specie la massoneria, in cordata con mafia, camorra e ‘ndrangheta. La stessa unità d’Italia — si sa — fu una cospirazione massonica per impadronirsi dei beni dei Borbone (bravi e buoni). Poiché siamo il paese della P2, di Sindona, del caso Calvi, delle bombe del 92/93 e di infinite altre macchinazioni sanguinarie, il ruolo nefasto di poteri occulti risulta incontestabile. Ma nella loquace faciloneria dietrologica risuona, prima di tutto, il piacere così italiano di sentirsi vittime di manovre diaboliche, di lobbies invincibili, con i cattivi in cima alla Torre del Palazzo (volo di pipistrelli attorno alla tenebrosa merlatura) e noi, così brave persone, vittime impotenti. Sparisce la società, sparisce la politica, rimane solo la cospirazione di pochi contro tutti. Bisogna guardarsi dal complottismo: è una micidiale semplificazione e una potente macchina per alibi.
Pubblicato il 19 Novembre 2014