Oggi la Camera ha approvato la proposta di legge per l’introduzione del reato di depistaggio e inquinamento processuale. La norma prevede fino a quattro anni di reclusioneper chiunque distrugga o manometta prove al fine di impedire indagini o processi. con aggravanti se a depistare è un pubblico ufficiale e se il reato riguarda processi per stragi e terrorismo, mafia e associazioni segrete. Una battaglia vinta da Paolo Bolognesi, deputato e presidente del’Associazione familiari delle vittime della strage del 2 agosto, insieme alle altre associazioni di vittime e ai 30.000 cittadini che hanno firmato la petizione per portare la legge in Parlamento. Sono orgogliosa di essere stata fra i firmatari di questa proposta perché oggi, dopo ben quattro legislature di “niente di fatto”, abbiamo reso un atto di giustizia verso i familiari, verso la memoria delle vittime e verso la verità. Quella verità troppo spesso occultata dagli apparati dello Stato.
Ecco l’intervento di Paolo Bolognesi nell’Aula della Camera:
” Signor Presidente, come primo firmatario di questa proposta di legge, desidero intervenire per ricordare a quest’Aula che la sua approvazione rappresenta una svolta storica per questo Paese.
Ci sono volute ben quattro legislature perché questa legge fosse discussa. Il fatto di essere arrivati alla sua approvazione credo sia estremamente importante e rilevante. Con il nostro voto noi scegliamo di cambiare a favore di un sistema che taglia completamente con il passato, che guarda in faccia la propria storia e dice «basta» all’impunità fino ad oggi data a quelle zone grigie del potere, che per decenni hanno utilizzato il depistaggio per coprire le responsabilità di esecutori, mandanti ed ispiratori politici. Come dimostrano alcune sentenze e migliaia di atti processuali, da Piazza Fontana del 1969 alle stragi del 1993, i depistaggi, gli occultamenti, la distruzione di documenti e le complicità di alcuni apparati hanno impedito che si potesse giungere alla scoperta dei responsabili materiali e morali degli attentati, negando il diritto ai cittadini, alla società civile ed ai familiari di conoscere la completa verità su questi eccidi. Diritto di un Paese democratico deve essere, invece, difendere e garantire.
Come presidente dell’Associazione tra i familiari delle vittime della strage di Bologna del 2 agosto 1980 contro i depistaggi ed assieme alle altre associazioni di vittime, ho combattuto dal giorno della strage ed è stato uno dei miei primi obiettivi, come parlamentare, presentare e portare alla discussione dell’Aula questa proposta di legge, che, voglio ricordare, è stata sostenuta anche da circa 30 mila cittadini, che hanno firmato la petizione lanciata da change.org, perché fosse approvata dal Parlamento. Dopo anni di battaglie civili e dopo quattro legislature, in cui la proposta presentata è stata ignorata, oggi, con l’approvazione di questa legge, siamo convinti di avere dato al Paese finalmente la possibilità di garantire la verità a tutti i cittadini, liberato dal rischio di un possibile e nuovo silenzio, un nuovo depistaggio e nuove opacità di Stato.
Grazie, anche a nome dei familiari delle vittime del terrorismo, grazie ancora”