Miei cari Italiani,
parlo a voi giovani e giovani siete tutti davvero rispetto all’età ch’io ho presentemente (ho compiuto il 216º anno, so che lo ricordate), in particolare io disegnava di parlare oggidì ai ragazzi ch’hanno ripreso le scuole e che m’hanno scritto, del che li ringrazio con vivo amore, eppure mi viene di rivolger l’interesse anche sopra la parte fanciulla delle madri, dei padri, dei nonni, ispirato dal mio cuore che conserva con la gioventù dell’anima quella mia vera e sensitiva natura che come m’infiamma m’agghiaccia.
Così mi detta di fare il cuore giacché la ragione non è mai efficace come la passione. Sentite i filosofi. Bisogna fare che l’uomo si muova per la sola ragione e dovere. Bubbole. La natura degli uomini e delle cose, può ben esser corrotta, ma non corretta. Ricavate il consiglio di oggidì dal seguito del ragionamento: non bisogna estinguer la passione colla ragione, ma convertir la ragione in passione; fare che il dovere la virtù l’eroismo ec. diventino passioni. Tali sono per natura. Tali erano presso gli antichi, e le cose andavano molto meglio. Ma quando la sola passione del mondo è l’egoismo, allora si ha ben ragione di gridar contro la passione. Come spegner l’egoismo colla ragione che n’è la nutrice, dissipando le illusioni? L’uomo privo di passioni, non farà altro che divenirne indolente, inattivo, immobile, indifferente, infingardo, com’è divenuto in grandissima parte. Ora m’avvedo che per giovare a voi e alla patria devo lasciare il darvi consigli minutamente, entrare invece dentro il mio sistema filosofico, metafisico, politico.
Ma come, s’io ho appena predicato contro i filosofi? Bisogna vedere contro quali filosofi perché anche io sono filosofo (e spiegherò di che genere) ed ho il mio sistema. Qualunque pensatore, e i più grandi massimamente, hanno avuto ciascuno il loro sistema, e sono stati o formatori o sostenitori di qualche sistema, più o meno ardenti e impegnati. Lasciando gli antichi filosofi, considerate i moderni più grandi. Cartesio, Malebranche, Newton, Leibnizio, Locke, Rousseau, Cabanis, Tracy, De Vico, Kant, in somma tutti quanti.
Sovente i principii da me esposti sono stati e sono riputati contrarii (contraddittori) come non dubito che potranno parere mille di loro e in mille casi, alla prima vista, ed anche dopo un accurato, ma non idoneo né giusto né sufficiente esame. Lo mostrerò col fatto nel tempo per chi vorrà seguire il mio sistema, la mia filosofia.
Scrivo in fretta perché la posta è per partire. Vi lascio col dirvi che chi non ha o non ha mai avuto immaginazione, sentimento, capacità di entusiasmo, di eroismo, d’illusioni vive e grandi, di forti e varie passioni, chi non conosce l’immenso sistema del bello, chi non legge o non sente, o non ha mai letto o sentito i poeti, non può assolutamente essere un grande, vero e perfetto filosofo, anzi non sarà mai se non un filosofo dimezzato, di corta vista, di colpo d’occhio assai debole, di penetrazione scarsa, per diligente, paziente, e sottile, e dialettico e matematico ch’ei possa essere; non conoscerà mai il vero, si persuaderà e proverà colla possibile evidenza cose falsissime. Non già perché il cuore e la fantasia dicano sovente più vero della fredda ragione, ma perché la stessa freddissima ragione ha bisogno di conoscere tutte queste cose, se vuol penetrare nel sistema della natura, e svilupparlo. Ma ci torneremo.
Abbiate pazienza e un poco di fiducia. Scrivetemi ancora e così farò anch’io verso di voi. Sono e sarò quello di prima, voglio dire il vostro tenerissimo e fedelissimo amico.
Giacomo Leopardi
parlo a voi giovani e giovani siete tutti davvero rispetto all’età ch’io ho presentemente (ho compiuto il 216º anno, so che lo ricordate), in particolare io disegnava di parlare oggidì ai ragazzi ch’hanno ripreso le scuole e che m’hanno scritto, del che li ringrazio con vivo amore, eppure mi viene di rivolger l’interesse anche sopra la parte fanciulla delle madri, dei padri, dei nonni, ispirato dal mio cuore che conserva con la gioventù dell’anima quella mia vera e sensitiva natura che come m’infiamma m’agghiaccia.
Così mi detta di fare il cuore giacché la ragione non è mai efficace come la passione. Sentite i filosofi. Bisogna fare che l’uomo si muova per la sola ragione e dovere. Bubbole. La natura degli uomini e delle cose, può ben esser corrotta, ma non corretta. Ricavate il consiglio di oggidì dal seguito del ragionamento: non bisogna estinguer la passione colla ragione, ma convertir la ragione in passione; fare che il dovere la virtù l’eroismo ec. diventino passioni. Tali sono per natura. Tali erano presso gli antichi, e le cose andavano molto meglio. Ma quando la sola passione del mondo è l’egoismo, allora si ha ben ragione di gridar contro la passione. Come spegner l’egoismo colla ragione che n’è la nutrice, dissipando le illusioni? L’uomo privo di passioni, non farà altro che divenirne indolente, inattivo, immobile, indifferente, infingardo, com’è divenuto in grandissima parte. Ora m’avvedo che per giovare a voi e alla patria devo lasciare il darvi consigli minutamente, entrare invece dentro il mio sistema filosofico, metafisico, politico.
Ma come, s’io ho appena predicato contro i filosofi? Bisogna vedere contro quali filosofi perché anche io sono filosofo (e spiegherò di che genere) ed ho il mio sistema. Qualunque pensatore, e i più grandi massimamente, hanno avuto ciascuno il loro sistema, e sono stati o formatori o sostenitori di qualche sistema, più o meno ardenti e impegnati. Lasciando gli antichi filosofi, considerate i moderni più grandi. Cartesio, Malebranche, Newton, Leibnizio, Locke, Rousseau, Cabanis, Tracy, De Vico, Kant, in somma tutti quanti.
Sovente i principii da me esposti sono stati e sono riputati contrarii (contraddittori) come non dubito che potranno parere mille di loro e in mille casi, alla prima vista, ed anche dopo un accurato, ma non idoneo né giusto né sufficiente esame. Lo mostrerò col fatto nel tempo per chi vorrà seguire il mio sistema, la mia filosofia.
Scrivo in fretta perché la posta è per partire. Vi lascio col dirvi che chi non ha o non ha mai avuto immaginazione, sentimento, capacità di entusiasmo, di eroismo, d’illusioni vive e grandi, di forti e varie passioni, chi non conosce l’immenso sistema del bello, chi non legge o non sente, o non ha mai letto o sentito i poeti, non può assolutamente essere un grande, vero e perfetto filosofo, anzi non sarà mai se non un filosofo dimezzato, di corta vista, di colpo d’occhio assai debole, di penetrazione scarsa, per diligente, paziente, e sottile, e dialettico e matematico ch’ei possa essere; non conoscerà mai il vero, si persuaderà e proverà colla possibile evidenza cose falsissime. Non già perché il cuore e la fantasia dicano sovente più vero della fredda ragione, ma perché la stessa freddissima ragione ha bisogno di conoscere tutte queste cose, se vuol penetrare nel sistema della natura, e svilupparlo. Ma ci torneremo.
Abbiate pazienza e un poco di fiducia. Scrivetemi ancora e così farò anch’io verso di voi. Sono e sarò quello di prima, voglio dire il vostro tenerissimo e fedelissimo amico.
Giacomo Leopardi