«Credo che ci siano due tipi di insegnanti: gli insegnanti doganieri e gli insegnanti stella cometa».”Se chiudo gli occhi non sono più qui”, di Vittorio Moroni, nei cinema da ieri, è un film che racconta di insegnanti doganieri e ragazzi che si perdono. «I doganieri sono gli insegnanti che controllano i bagagli, che accertano che le cose che si trasportano siano quelle giuste e rimandano indietro se i bagagli sono inadeguati», spiega il regista. «La stella cometa è quell’insegnante che si mette a disposizione, che sa che ogni studente può soltanto autoeducarsi, può fare il suo percorso che dipende dalle sue specifiche urgenze e si mette a disposizione orientandolo, non pretendendo di proiettare una definizione del percorso sui ragazzi».
Kiko, sedici anni, filippino, interpretato dall’esordiente Mark Manaloto, il suo insegnante stella cometa deve trovarlo fuori da scuola. Fra i banchi i suoi insegnanti sono distratti, colgono la sua vivacità intellettuale e il suo tormento interiore, ma non sono capaci di aiutarlo, chiusi come sono nei loro schemi fatti di verifiche scritte e formule da imparare a memoria. Così Kiko, che pure vorrebbe continuare a studiare, non ce la fa, cede ai ricatti psicologici di una madre debole (Hazel Morillo) e di un patrigno (Giuseppe Fiorello), arrogante caporale che sfrutta gli stranieri facendoli lavorare in nero e che pretende Kiko al suo fianco nei cantieri edili. Sarà invece Ettore (Giorgio Colangeli) ad accendere in Kiko la scintilla della passione per la conoscenza.
«Credo che ci siano dei bravissimi insegnanti e molti ne ho conosciuti lavorando a questo film», dice Moroni. «Ma la scuola rischia con il suo protocollo e le sue rigidità di essere un luogo dove paradossalmente imparare e venire a contatto con l’entusiasmo del conoscere più essere decisamente difficile».
E lo sa bene anche anche Mark Manaloto. Nato in Italia 19 anni fa, a tre mesi viene rimandato nelle Filippine. Torna nel nostro Paese a dieci anni. «Alle elementari la mia maestra mi aiutava perchè conosceva l’inglese e per me è stata una seconda madre», racconta. «Al liceo invece questo lavoro è impossibile. In una classe di trenta persone, i professori non possono seguire tutti. Viene a mancare il legame affettivo con lo studente».
Eppure Mark Manaloto si è diplomato al Liceo scientifico e ora ha passato il test per entrare alla Sapienza per studiare ingegneria meccanica. «Ce l’ho fatta grazie all’aiuto della mia maestra, poi degli amici che mi hanno dato una mano».
Nei prossimi quattro mesi il regista Vittorio Moroni andrà nelle scuole a far vedere il suo film e, grazie ad un accordo con Smemoranda e Save the children, chiederà ai ragazzi di raccontare le loro esperienze di scuola, di raccontare chi ha acceso in loro la passione per la conoscenza, di raccontare i maestri di vita che hanno incontrato. La storia migliore si trasformerà in un cortometraggio.