Solo in provincia di Modena i precari sono il 30% del corpo docente. E’ un dato locale rappresentativo dei temi affrontati nel dibattito di ieri alla Festa de l’Unità di Modena a cui ho partecipato. Ne traggo alcune considerazioni, in merito al primo capitolo de #labuonascuola sulle soluzioni al problema del precariato storico (non mi riferisco quindi ai precari più giovani recentemente abilitati attraverso i TFA e i PAS: anche nei loro confronti chi ha la responsibilità delle politiche scolastiche del PD porrà la massima attenzione ed elaborerà delle proposte rispettosa della loro formazione e delle loro attese:)
1 – dall’ 1 settembre 2015 si annuncia un’assunzione di precari molto significativa (150.000), un “plotone” di nuovi insegnanti di ruolo che potrà favorire la serenità del lavoro ai docenti e la continuità didattica ai ragazzi. (v. “La buona scuola” – tabella pag. 34 http://passodopopasso.italia.it/video/la-buona-scuola).
Mi appello alla memoria, esercizio sempre utile e poco praticato, per tornare al piano Fioroni – Bastico del 2007 che già prevedeva la stabilizzazione dello stesso numero di insegnanti in tre anni, attuata solo nella prima tranche per la caduta anticipata del governo Prodi. Nel 2008 la Ragioneria dello stato si rifiutò infatti di convalidare la richiesta di immissione in ruolo di ulteriori 50.00 precari già avanzata dal MIUR. Il governo successivo come si sa cambiò rotta, da una politica di investimenti alla politica dei tagli della Gelmini. In sintesi, non è vero che tutti i governi sono uguali, e nel frattempo abbiamo perso otto anni. Se avessimo concluso quel lavoro avremmo dato un colpo significativo a questa storica piaga della scuola italiana e avremmo potuto avviare quel reclutamento connesso alla formazione e alla selezione dei docenti realmente rispondente alle necessità della scuola;
2 – ritengo positivo che, sempre nel primo capitolo de #labuonascuola, si parli di organico funzionale all’offerta formativa delle istituzioni scolastiche: è sempre stato un punto dei nostri programmi perché è la chiave che serve per realizzare l’autonomia progettuale delle scuole;
3 – in questo anno che ci separa dall’assunzione dei 150.00 precari ci si aspetta una soluzione anche per i docenti che hanno raggiunto i requisiti per il pensionamento nell’ anno scolastico 2011/2012. Se a 4000, tra docenti e Ata, fosse finalmente garantita l’esigibilità di questo diritto, avremmo altrettanti nuovi posti da mettere a disposizione per il reclutamento dei precari. E’ una delle questioni che ho posto al sottosegretario Reggi nell’ incontro di Modena. Anche Renzi ne ha fatto un veloce accenno sempre ieri alla chiusura della Festa nazionale di Bologna: rivolgendosi ai rappresentanti del comitato Quota96 ha detto che questo è uno dei tanti problemi della scuola. Sprezzante, come alcuni lo hanno definito? Personalmente direi invece che si è dichiarato consapevole di una questione ancora aperta, di cui tutti, io per prima, ci aspettiamo una chiusura che ponga fine alle frustrazioni e alle delusioni generate dalla mancata attuazione del mese di agosto.
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