La domanda è quella classica per ogni ministro dell’Economia, specie all’inizio dell’estate, quando vengono al pettine i primi nodi di bilancio. Sarà necessaria — chiede Lucia Annunziata nel corso della trasmissione di Raitre In mezz’ora — una nuova manovra correttiva? «Il sentiero è stretto — risponde Pier Carlo Padoan — noi continuiamo nella direzione che abbiamo preso, nei margini che abbiamo, nel rispetto dei vincoli che ci siamo dati». Non un sì ma nemmeno un no secco.
Molto dipende da quello che sta accadendo in queste settimane all’economia italiana: «Dobbiamo attendere i risultati del prodotto interno lordo del secondo trimestre, per capire se il primio trimestre è un fatto isolato o piuttosto una tendenza». Nei primi tre mesi del 2014 il Pil italiano è tornato a scendere: -0,1% rispetto agli ultimi tre mesi del 2013 che avevano invece fatto segnare il segno più, anche se di un soffio. Il governo spera che in queste settimane si faccia sentire l’effetto del bonus da 80 euro, arrivato per la prima volta con le buste paga di maggio. Anche per questo Padoan conferma che il governo vuole rendere permanente il bonus, per il momento finanziato per il solo 2014: «Se lo Stato — spiega il ministro — dà a cittadini e imprese una cifra che smetterà di essere erogata, cittadini e imprese la mettono da parte. Se invece la cifra è permanente il comportamento cambia, la fiducia aumenta e si esce più rapidamente dalla crisi».
La stabilizzazione del bonus, ribadisce Padoan, arriverà con la legge di Stabilità, la vecchia Finanziaria. Resta un punto interrogativo, invece, sulla sua estensione ad altre categorie, come le partite Iva, i pensionati o gli incapienti, quelli che hanno un reddito così basso da non pagare le tasse: «L’obiettivo del governo — ribadisce Padoan — è allargare la platea. Ovviamente dipende dalle coperture. Faccio il mio mestiere di ministro e le coperture sono indispensabili». Prudenza legata al suo ruolo, quello di custode della tenuta dei conti. Anche se il ministro dell’Economia non sembra un pessimista di natura: l’altra sera dopo il 2 a 1 di Balotelli all’Inghilterra è andato a dormire: «Ero sicuro che avessimo già vinto».
E i sempre invocati investimenti dall’estero? «I fondi con cui ho parlato qualche giorno fa in America — dice Padoan — non sono degli speculatori, sono degli agenti che hanno un enorme quantità di ricchezza che pregano in ginocchio di arrivare a investire in Italia e restarci per 5-10 anni». Padoan parla anche di tasse. Dice che «l’idea del governo è semplificare la vita del contribuente onesto e spostare il carico fiscale in modo che, a parità di gettito, ci siano più crescita e più lavoro». E poi promuove («va nella giusta direzione») lo studio presentato dall’ex ministro delle Finanze Vincenzo Visco, quell’approccio basato non sui blitz ma sulla trasparenza e le nuove tecnologie. Parole che gli valgono l’attacco di Anna Maria Bernini, senatrice di Forza Italia: «Padoan ha mostrato il vero volto di questo governo, evidentemente pensa che le tasse sono bellissime».
Sulla fusione di forestali e guardie penitenziarie con gli altri corpi di polizia, ipotizzata nella riforma della Pubblica amministrazione e poi cancellata, Padoan dice che i «benefici non superavano i costi». Sugli scandali che hanno coinvolto i vertici della Guardia di Finanza, invece, parla di «lotta senza quartiere alle mele marce» ma anche di «preparazione tecnica e integrità delle Fiamme gialle fuori discussione».
L. Sal.
Il Corriere della Sera 16.06.14