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“No Lodo” – Le dichiarazioni di Walter Veltroni

Il Lodo Alfano è legge. Marcia forzata per la Camera dei deputati che ha approvato in tempi record il Ddl
sulla sospensione dei processi penali nei confronti delle alte cariche dello Stato. I voti favorevoli al provvedimento sono stati 309, i contrari 236, 30 gli astenuti. Il provvedimento passa ora all’esame del Senato.

Walter Veltroni, a nome del Partito Democratico nel suo intervento finale per le dichiarazioni di voto, bocciando il lodo, ha di nuovo ribadito che si tratta dell’ennesima “legge ad personam”, varata solo per tutelare gli interessi del premier Silvio Berlusconi
”In 48 ore si è discussa ed approvata una legge per una sola persona mentre da 6 anni non è stata approvata una legge per anziani non autosufficienti. Appare singolare che in un paese lento in 48 ore si approva una legge che serve ad una sola persona, dimostrando la distanza con un paese reale”.
Sul lodo Alfano, prevede Veltroni, ci saranno problemi di costituzionalità perché la maggioranza, “per la necessità di fare velocemente, non ha scelto la via della legge costituzionale aprendo così un problema che credo verrà vagliato in altre sedi”: “L’urgenza per il Paese non è una norma per il presidente del Consiglio, ma un intervento su salari, stipendi e pensioni. Voteremo contro il lodo Alfano, ma se presenterete un provvedimento per i salari, le pensioni e gli stipendi, potete stare certi che saremo disponibili ad approvarlo anche in 48 ore”.

Durante il suo intervento il segretario dei Democratici ha poi osservato come l’Italia sembra essere ritornata al passato: “è come una maledizione, siamo bloccati da una coazione a ripetere e dall’impossibilità di scegliere il futuro. Noi vogliamo portare l’Italia fuori da tutto questo”. L’urgenza per il premier, invece, era l’approvazione dell’ennesima legge ad personam, mentre il “Paese vive uno dei momenti più drammatici della sua storia recente”.
“L’autunno sarà duro per le famiglie – ha osservato – e la priorità è forse una norma che serve ad un sola persona?”. Proprio per questa ragione, la stessa da oltre 15 anni, per il segretario del PD la politica italiana di oggi sembra ”replicare” il 2001 mentre l’attuale legislatura ”sembra avviata a replicare le precedenti legislature”. Al riguardo il segretario del PD ha anche citato un brano del discorso di Berlusconi per l’insediamento, in cui il premier preannunciava l’intenzione di avviare riforme. ”E la disponibilità dell’opposizione – ha aggiunto – c’era’. Ma subito dopo e’ arrivata una raffica di interventi che avevano al centro gli interventi del Presidente del Consiglio: Rete 4, la legge blocca-processi che mi auguro venga ritirata, e ora il Lodo Alfano”.
Veltroni ha quindi ricordato i risultati ottenuti grazie all’opposizione del PD nel corso di questi primi mesi della legislatura: “lo stop al decreto su Rete 4 o il ritiro del blocca processi. ‘Tuttavia – ha aggiunto – l’inasprimento del clima e certi toni hanno strappato una tela, e hanno chiuso le porte verso una disponibilità mostrata dalle opposizioni”.
Per Veltroni la responsabilità di tutto questo è di Berlusconi, che ha disatteso il nuovo clima di dialogo con l’opposizione e ha “inasprito il clima contro la magistratura e la stessa opposizione, strappando la tela”. Ma il premier, impunito, neanche era in Aula.

Successo del PD in Aula: è stato approvato un emendamento presentato dal Pd al Lodo Alfano su cui Commissioni e governo avevano espresso parere positivo. La modifica apportata al ddl precisa la “non reiterabilità” della norma che sospende i processi penali nei confronti delle alte cariche dello Stato.
In sostanza, si prevede che la sospensione operi per l’intera durata della carica o della funzione e non sia reiterabile – salvo il caso di nuova nomina nel corso della stessa legislatura – né si applichi “in caso di successiva investitura in altra delle cariche o delle funzioni”. In questa maniera, come aveva spiegato ieri lo stesso Pier Luigi Mantini, “se Berlusconi, nella stessa legislatura, viene eletto presidente della Repubblica, va sotto processo comunque”.

Il dibattito
E’ iniziato nell’Aula di Montecitorio il dibattito parlamentare che proseguirà fino a stasera con le dichiarazioni di voto prima e il voto finale poi sul lodo Alfano. Si tratta della legge che garantisce l’immunità alle quattro più alte cariche dello Stato. Tra cui, unico caso in Europa, il presidente del Consiglio in carica. L’altra peculiarità del lodo, che lo rende unico nel panorama continentale, è che va a bloccare anche i processi – come quello in cui è coinvolto il premier Berlusconi – risalenti al periodo precedente l’elezione a capo del governo.

Il Partito Democratico, nei giorni scorsi, ha condotto una dura battaglia contro l’approvazione del Lodo, denunciando, opponendosi oltre che al contenuto della legge in questione, anche alle modalità d’approvazione. Trattandosi di una norma che modifica la Costituzione repubblicana, non è accettabile che la discussione parlamentare venga accelerata in maniera così forte, al punto che l’intero percorso legislativo, dallo studio al dibattito al voto, è stato concentrato in soli tre giorni. Ieri e l’altro ieri sono state dure le denunce rivolte al presidente della Camera Gianfranco Fini da parte del segretario del PD Walter Veltroni e del vicesegretario Dario Franceschini.

In mattinata è intervenuto alla Camera Massimo D’Alema. Un duro attacco contro il governo, contro l’approvazione del Lodo e contro un tipo di politica, portata avanti non solo dalla maggioranza, che sembra distaccarsi sempre più dalla gente e dai suoi bisogni. “Il lodo Alfano è una ‘leggina’ volta a bloccare in modo sbrigativo e rozzo il processo per corruzione in cui è coinvolto il presidente del Consiglio e forse ad evitare che un’altra indagine per corruzione si concluda con un processo”.

Massimo D’Alema non usa mezzi termini e rivolge un “consiglio amichevole” a Silvio Berlusconi: “Rinunci a questa leggina ed affronti il giudizio per accuse che ha sempre respinto. Lo faccia a testa alta e lasci che il Parlamento affronti con strumenti idonei, nel clima di confronto auspicato anche da noi e che è stato compromesso da scelte frettolose ed arbitrarie che hanno creato imbarazzo in quella parte della maggioranza che guardava a questa legislatura come un’occasione nuova che finalmente avrebbe messo mano alle riforme”.

Sul Lodo Alfano il giudizio è impietoso: “Esprimo solidarietà verso le altre cariche dello stato che non c’entrano nulla ma sono state coinvolte solo per fare compagnia all’unico interessato e a dare la sensazione di una norma più generale. Mi chiedo – aggiunge D’Alema – però se davvero faccia il suo interesse. In questo modo si è esposto al dibattito umiliante di questi giorni di un premier che cambia i calendari delle Camere, violenta la sua maggioranza e che alla fine ottiene al massimo il beneficio di una sospensione che lo porrebbe nella condizione di capo governo in attesa di processo per corruzione, condizione gravemente dannosa per l’immagine del nostro paese”.

L’ex premier non manca di inserire in questo contesto anche la manifestazione tenutasi a piazza Navona. “Preoccupano la virulenza e la volgarità e la sensazione di uno scontro che non ha regole e che in definitiva eccita le minoranze, ma allontana la grande maggioranza dei cittadini dalla vita pubblica. Se così è – avverte – noi non possiamo non vedere che quella piazza è solo una della due facce della crisi italiana. L’altra sta nella concezione arrogante e personalistica del potere che si manifesta qui in questo momento. Mi domando come questo spettacolo della politica possa essere vissuto in quelle famiglie italiane che faticano ad arrivare alla fine del mese”.

E’ proprio in questo senso che D’Alema rivolge, in conclusione del suo intervento, un appello a tutti i riformisti, “perché ora più che mai è grande la loro responsabilità: il rischio è che questa legislatura venga compromessa fin dall’inizio rispetto alle aspettative”. Massimo D’Alema spariglia sul lodo Alfano sollecitando alla maggioranza un passo indietro per rilanciare insieme le riforme: “Il sentiero del riformismo – ammonisce – può sembrare stretto tra il qualunquismo della protesta e l’arroganza del potere, ma è l’unico sentiero che porta ad affrontare e risolvere i problemi del nostro paese”.

Duro anche l’intervento di Piero Fassino, che ha aspramente criticato “la procedura adottata per il lodo Alfano con i tempi strozzati del dibattito e la finalità esplicita di impedire che il presidente del Consiglio venga processato”. Una somma di eventi che per l’esponente del Pd si configurano come “uno strappo irreparabile che rende molto difficle se non impossibile il dialogo sui veri problemi del rapporto tra politica e giustizia”. Fassino sottolinea dunque come in poche settimane la maggioranza abbia contraddetto gli auspici di inizio legislatura quanto c’era stato “un corale appello perché venisse meno una dialettica politica di esasperata conflittualità”.

da Pd Network, 11 Luglio 2008

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