“Poi la negoziazione si farà all’Aran ma intanto si mettono in sicurezza un milione di dipendenti”, ha detto il Ministro nella sua replica in commissione Istruzione del Senato al dibattito sulle linee programmatiche del suo dicastero. Ben 350 milioni, una cifra imponente, vengono ricavati dal Fondo per il miglioramento dell’offerta formativa: risolviamo un problema aprendone un altro. Tempo pieno: rispetto al 2007 abbiamo 8.000 classi in più, ma il Sud rimane indietro.
Gli scatti di stipendio del 2012 sono al sicuro. Lo ha fatto intendere nel primo pomeriggio del 29 aprile il ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, nella sua replica in commissione Istruzione del Senato al dibattito sulle linee programmatiche del suo dicastero: “firmerò oggi stesso l’Atto di indirizzo che permette il recupero degli scatti stipendiali in maniera strutturale. Poi la negoziazione si farà all’Aran ma intanto si mettono in sicurezza un milione di dipendenti”.
Giannini ha aggiunto che “bisogna essere consapevoli che i soldi che servono per questa operazione – 350 milioni, una cifra imponente – vengono ricavati dal Fondo per il miglioramento dell’offerta formativa. E’ chiaro dunque che risolviamo un problema aprendone un altro”.
A proposito del ripristino delle risorse del Fondo in questione, per il ministro, “un segnale di inversione di marcia, questo Governo che afferma di puntare sulla scuola deve darlo”.
Il responsabile del Miur è stato anche sollecitato sulla discrepanza delle classi a tempo pieno tra le regioni del Meridione e quelle del Settentrione. Dal 2007-2008 ad oggi, ha tenuto a dire Giannini, le classi a tempo pieno sono aumentate a livello nazionale passando da circa 33.000 a 41.000, 8.000 classi in più, ma con forti squilibri Nord-Sud”.
Il Ministro ha anche ammesso che proprio per approfondire questo gap sta facendo “utilissime visite al Sud per avere una visione diretta. In queste realtà gli enti locali – ha spiegato il ministro – non hanno la disponibilità materiale di mettere a disposizione servizi basici, come, ad esempio la mensa, che servono per attivare il tempo pieno”.
“Per il futuro andrebbe fatto un censimento preciso per poi procedere a un graduale aumento” ha detto ancora Giannini. Che, riferendosi a diverse questioni aperte (dalla scuola dell’infanzia all’organico funzionale), non ha nascosto che l’ostacolo resta sempre quello delle risorse: “i nodi che vengono al pettine hanno un capolinea scontato al ministero dell’Economia”. Insomma, ancora una volta sarà Via XX Settembre a decidere le sorti della scuola pubblica.
La Tecnica della Scuola 30.04.13