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L'Europa cambia se cambia l'Italia e l'Italia cambia se la cambia il PD

“Questa Direzione vuole segnare il punto della situazione del partito per il governo e le future scadenze. Solo parzialmente affronterà il tema delle europee. Una nuova riunione sulle liste elettorali, verrà fissata nella settimana tra il 7 e il 13, magari lunedì 7 o martedì 8 aprile.” Lo ha annunciato il premier e segretario del PD Matteo Renzi, aprendo i lavori della Direzione del PD.

Il PD come motore di cambiamento. “Il PD a 60 giorni dalle prossime elezioni è il motore del cambiamento, ha la responsabilità di aver messo in moto un cantiere che suscita aspettative e speranza. Gli italiani ci danno fiducia, ce lo dice il clima, e sarebbe letale tradirla. Per questo ci vuole un lavoro pancia a terra nei prossimi giorni.
Vorrei che alcuni Comuni – e cito sempre Prato – tornassero a guida PD. Prato è un simbolo del riscatto per me. Noi abbiamo preso degli impegni, durante le primarie, che ora dobbiamo mantenere: a Palermo un importante appuntamento sull’Europa e sul Mediterraneo, dove inviterò Martin Schulz; un evento a Trieste sulla cultura, legata all’innovazione; un grande evento sulla scuola che propongo di fare a Bari, insieme a Firenze la città più grande che va al voto; a Torino, con Piero Fassino, faremo il vertice europeo sulla disoccupazione giovanile a luglio”.

Amministrative. “Rinnoviamo i consigli regionali del Piemonte e dell’Abruzzo, dove siamo all’opposizione, e mi sembra ormai ufficiale che si voterà in Calabria, altra regione in cui siamo all’opposizione, non credo il 25 maggio”, ha annunciato Renzi. “Giochiamo quindi in trasferta dove vincere vale doppio. Il Pd aprirà la campagna elettorale il 12 aprile a Torino, dove con Sergio Chiamparino ci giochiamo la grande sfida della Regione”, ha aggiunto.

Riforme. “E’ stata impressa un’accelerazione sulle riforme, il percorso presenta delle “difficoltà” ma dobbiamo rivendicare lo straordinario insieme di risultati ottenuti sia in termini di partito che di governo. Il testo sulle riforme costituzionali sarà approvato in CdM lunedì – ha chiarito Renzi – quindi nel mese di marzo come eravamo rimasti d’accordo e abbiamo accolto l’invito di tenere insieme il testo, senza dividerlo. La necessità di fare riforme in tempi certi non nasce da una mia schizofrenia personale – ha detto ironicamente – ma dalla consapevolezza che il rispetto dei tempi è elemento di credibilità con i cittadini e con le istituzioni internazionali”. Renzi ha confermato che “ad aprile il governo farà la riforma della Pa, a maggio la delega fiscale e a giugno la riforma della giustizia”.

Italicum. “Abbiamo deciso di affrontare la legge elettorale dopo che il Senato avrà affrontato il disegno di legge costituzionale di revisione del Senato, del Titolo V e di abolizione del Cnel. L’italicum è passato alla Camera con modifiche generalmente considerate positive da parte di tutto il PD. Per noi fare la legge elettorale insieme anche all’opposizione è un valore e se vogliamo modificarla dobbiamo fare uno sforzo”.

Province. “Il ddl sulle Province è una potente dimostrazione che siamo in grado di cambiare le cose. Stiamo facendo quello che ci chiedono i nostri elettori e che gli avevamo promesso: queste sono le tesi del PD da sempre”, ha detto Renzi. “Con il ddl Province si riduce il numero delle persone che fanno politica in Italia. Questa è una potente dimostrazione di serietà da parte della politica”.

Spending review. “La spending review è il tentativo di ripensare il sistema amministrativo, non il taglia qui taglia lì. E’ un modo di ripensare la forma mentis dell’amministrazione pubblica. La vendita delle auto blu ad esempio, ha una sua componente demagogica oggettiva, nessuno pensa che così si risolvono i bilanci dello Stato. Però è vero che da noi c’è un numero sproporzionato di auto blu rispetto agli altri Paesi”.

Europa e crisi della politica. “Di fronte alla crisi della politica noi rispondiamo avendo il coraggio di usare la politica per cambiare le cose e non come tanti fanno in Europa usando l’antipolitica. Cambiare le regole del gioco in Italia è la premessa per avere voce in capitolo nella discussione europea. Tutti siamo convinti che l’Europa debba riflettere profondamente su se stessa. Ma se non siamo nelle condizioni di fare le riforme a casa nostra, con quale faccia e credibilità andiamo a chiedere all’Europa di combattere la burocrazia se poi in Italia bisogna prendersi le ferie per ritirare un certificato”.

No a nome Renzi sul simbolo per le elezioni europee. “Non esiste che ci sia il nome del segretario sul simbolo per le elezioni europee – ha ribadito ancora una volta il segretario nazionale- sarebbe un errore clamoroso per uno 0,3% in più. Chi vuole vincere le Europee deve fare battaglia”.

Vicesegretari PD: Serracchiani e Guerini. “La proposta di due vicesegretari, nella figura di Debora Serracchiani e di Lorenzo Guerini è per me un elemento di garanzia. Formulerò ufficialmente le loro candidature in sede di Assemblea, ma politicamente già da adesso sono i principali collaboratori a cui chiedo di accompagnare il percorso che stiamo già facendo. Non ho intenzione di gestire il partito come avanza-tempo – ha concluso Renzi – Se le altre aree hanno voglia di confrontarsi noi siamo pronti. Per questo non presento una ipotesi di segreteria, lascio a Lorenzo Guerini e Debora Serracchiani di verificare”.

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