Il bollettino della Bce conferma la ripresa nel 2014 ma la prevede lenta: non si prospetta un mini-boom all’americana che sarebbe invece necessario non solo a sostenere i numero del Pil ma anche quelli dell’occupazione e dei redditi delle famiglie. In compenso, la ripresina sarà senza tensioni sui prezzi, e questo consentirà alla Banca centrale di sostenerla con una politica monetaria accomodante: «L’inflazione resterà resti sui livelli attuali – si legge – e i tassi di riferimento della Bce saranno a livelli pari o inferiori a quelli attuali per un prolungato periodo di tempo».
Le Borse europee, compresa quella di Milano, sono partite in negativo, ma questo potrebbe legarsi più che altro al desiderio di incassare una parte dei guadagni dei giorni scorsi.
Comunque la Bce è prudente: «I rischi per le prospettive economiche dell’area dell’euro continuano a essere orientati al ribasso», una frase un po’ involuta per dire che non c’è da entusiasmarsi. Con più chiarezza il bollettino prosegue così: «La dinamica dei mercati monetari e finanziari mondiali e le connesse incertezze, soprattutto nei Paesi emergenti, potrebbero essere in grado di influenzare negativamente le condizioni economiche. Altri rischi al ribasso includono una domanda interna e una crescita delle esportazioni inferiori alle attese e una lenta o insufficiente attuazione delle riforme strutturali nei paesi dell’area dell’euro».
Nel bollettino si dice anche che Grecia, Spagna e Italia sono in cima alla classifica della disoccupazione giovanile fra 18 i Paesi dell’Eurozona, «su valori compresi fra il 50 e il 60% in Grecia e Spagna» e «prossimi al 40% in Italia, Portogallo e Cipro».
da La Stampa