Il Partito Democratico è una cosa seria. Perché seria deve essere la politica e di cose serie ha bisogno il Paese.
Il Partito Democratico si è dotato di uno Statuto, come ogni organizzazione che superi l’individuo nella sua singolarità: il matrimonio tra due persone e via a salire passando per la bocciofila, fino allo Stato e scusate se non cito Hegel, ma non è necessario.
La provocazione di Beppe Grillo, famoso blogger, spiace per l’effetto mediatico che ha avuto, non tanto per l’effetto pubblicitario e di boom di accessi al suo blog, ma per l’impatto che questa sua uscita ha su tutti i militanti del Pd.
Penso ai coordinatori di circolo che stanno gestendo le tante domande dei militanti vecchi e nuovi, dopo quanto accaduto a Roma, dove un coordinatore di circolo è stato coinvolto in un fatto di cronaca giudiziaria.
Penso ai democratici campani che non sanno come arginare la colata lavica di tessere fasulle e finiscono in mezzo ad un sistema marcio che finisce di fare di tutta un’erba un fascio. Penso a tutti coloro che nelle varie feste democratiche si stanno massacrando di lavoro fino a tarda notte. Penso ai Giovani Democratici, quelli che stanno scrivendo le mozioni dei candidati segretari, quelli che stanno sognando un Partito diverso, perché sognano un Paese diverso. Penso alle donne del Partito. Penso a tutti noi. Che da anni dentro o fuori dal partito, stiamo combattendo una situazione stagnante che ci ha portato al 26%.
Penso anche al segretario in carica, che non è il mio candidato segretario, ma che in questo momento ci rappresenta tutti, almeno fino al 25 ottobre.
Dico a tutti noi di essere orgogliosi di stare in questo partito, di resistere all’ironia, agli attacchi degli amici un po’ ignavi.
Siamo attaccabili perché siamo, in realtà, democratici. Siamo fragili perché la democrazia è fragile. Ogni cosa aperta è fragile, anche quando dotata di regole. Siamo fragili perché discutiamo. Ma siamo fragili (e questo è un puntodi fragilità negativa) perché non abbiamo un pensiero unico. O identitario, come va molto di moda dire oggi.
Io sono orgogliosa che in questo partito, in vista del congresso, si sia cominciato a discutere di politica.
Il 26 ottobre questo partito avrà una forma più chiara. Saprà cosa fare con la scuola pubblica, con gli asili nido, con la ricerca, con i precari e con gli operai, con i grandi temi dell’economia, con la laicità.
È il tempo, oggi, di farsi la tessera. Di partecipare, ma con il profondo rispetto di un Partito che ha radici profonde e lontane e nello stesso tempo sta diventando poroso ai cambiamenti della società.
Benvenuto a Grillo nel Partito, ma come mi ha detto un ventenne Giovane Democratico: arrivi oggi, questa è la ramazza.
Comincia da qui e facci vedere cosa sai fare. Fino ad oggi, Grillo, ha detto a noi cosa NON dovevamo essere. Ora, se vuole, ci aiuti ad essere qualcosa.
da L’Unità
Pubblicato il 21 Luglio 2009
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