«Era metà ottobre e l’emissario della Regione tornò a Bologna con un report piuttosto allarmistico: i fondi di solidarietà, assegnati dalla Comunità Europea, rischiavano di non essere spesi tutti. I 563 milioni, infatti, venivano rendicontati troppo a rilento a causa della burocrazia e del sottodimensionamento degli uffici comunali. In quell’istante, Bologna ha deciso di cambiare marcia, anticipando i soldi ai municipi per velocizzare i pagamenti alle imprese impegnate nei cantieri e autorizzando un surplus di interventi per garantirsi un margine di errore. Due mosse che hanno invertito le sorti del più importante finanziamento europeo mai elargito. La Regione ha vinto la propria scommessa, riconsegnando un pizzico di credibilità in più all’Italia dopo lo scandalo de L’Aquila e garantendo un Natale migliore a tutte quelle imprese che hanno lavorato nell’ultimo anno sulle strutture pubbliche. I 563 milioni, infatti, sono già stati saldati o comunque lo dovranno essere entro il 19 dicembre, ma alla fine il piano ha messo in pagamento 650 milioni. «È un margine cuscinetto che ci permetterà di non bruciare nessuna risorsa europea anche se qualche progetto non risponderà ai crismi imposti dalla Ue», precisa l’assessore Paola Gazzolo. «Non si fa mai il massimo, ma si può sempre cercare di fare di più – ha chiosato con l’ormai celebre pacatezza, Vasco Errani – Tuttavia penso che abbiamo fatto un lavoro molto importante. Avevate detto che avremmo lasciato alla Ue diverse centinaia di milioni e mi va bene, io non critico la stampa. Ma ora datemi atto di un risultato. Non è stato così semplice. I meccanismi Ue prevedono, in un solo anno, non la semplice assegnazione attraverso un impegno delle risorse, ma il pagamento vero e proprio a chi ha fatto il lavoro. Cose che, con la burocrazia italiana, sono molto complicate. Per questo ai signori che sono qui – ha concluso riferendosi a assessori, tecnici regionali e sindaci – faccio un applauso da estendere a tutta la pubblica amministrazione. Perché abbiamo sollecitato i sindaci (Alberto Silvestri, referente dell’Area Nord, annuisce, ndr) e loro hanno sferzato i dipendenti comunali». Le spese Sono stati 109 i soggetti attuatori dei circa 3500 interventi di emergenza. Il 51% delle spese ha riguardato il ripristino delle strutture scolastiche, dei municipi, dell’edilizia residenziale pubblica e gli interventi provvisionali. Tra le cifre più significative quelle relative alle scuole (156 milioni di euro), alle opere provvisionali (110 milioni di euro), al Cas (100 milioni), ai municipi temporanei (40 milioni), ai moduli prefabbricati abitativi (56 milioni) e all’assistenza sanitaria (44 milioni). Moduli abitativi e piano casa I moduli abitativi installati («Nel giro di due anni li smantelleremo tutti», dice l’assessore Muzzarelli) sono 642 e le vertenze sono ancora parecchie: salubrità e bollette Enel su tutti. Ma se sul primo fronte – vedi l’ultimo caso di San Felice – sono i residenti a giocare un ruolo determinante, sul secondo Errani è categorico: «Anche dopo il 31 dicembre a nessuno sarà tagliata la corrente, a patto che le bollette rateizzate vengono pagate con puntualità». Entro Natale, poi, tre famiglie faranno rientro a casa mentre nel giro dei prossimi tre mesi saranno 56 i nuclei che lasceranno i container. Ma oltre agli sfollati dei moduli c’è una nutrita schiera silente che ancora attende di tornare in casa. Sono il popolo del Cas, circa 5300 famiglie per un totale di 14mila persone. «Per loro è partito il piano casa», sostiene Muzzarelli. Un progetto che si articola su due fronti: la ristrutturazione dei palazzi gestiti da Acer per circa 40 milioni di euro e la ricerca sul mercato di alloggi sfitti da acquistare. Sul piatto sono stati messi 25 milioni, di cui 10 stanno garantendo i primi acquisti. «Sono circa 170 appartamenti – aggiunge Muzzarelli – anche se rispetto al primo sondaggio alcune disponibilità sono venute a mancare perché i proprietari hanno venduto a privati. Speriamo di indirizzare su questo fronte altri fondi».
La Gazzetta di Modena 13.12.13