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“Scuola, fuga dei diplomati, solo 1 su 3 all’università”, di Alessia Camplone

Quasi uno su due se potesse tornare indietro farebbe un’altra scelta. Gli studenti italiani sull’efficacia della scuola non hanno molto da ridire, anzi, si dimostrano abbastanza soddisfatti. Ma al momento della maturità il 44% di loro guarda indietro e pensa:«Sarebbe stato meglio prendere un altro indirizzo di studi».
A 14 anni scelgono soprattutto i genitori. E nelle scelte, più che all’attenzione delle vocazioni, incidono i condizionamenti familiari determinati da cultura, condizioni sociali e situazione economica.
LA FAMIGLIA
Il dato non emerge da un semplice sondaggio ma da una ricerca di ampio respiro che coinvolge oltre 48mila studenti diplomati che sono stati intervistati a maturità appena conclusa. A condurla Almadiploma, l’associazione di scuole superiori che intende fare da ponte con il mondo del lavoro. La ricerca è stata condotta in 347 scuole di cinque regioni (Lazio, Puglia, Emilia Romagna, Lombardia e Liguria).
Solo tre diplomati su 10 proseguono con l’università. E anche sulla rinuncia all’università incide la famiglia. Perché più è alto il livello di studi dei genitori e più i ragazzi proseguono avanti fino alla laurea. Molti degli studenti che hanno scelto di continuare poi, in realtà, rinunciano già durante il primo anno di corso (17 studenti su 100). «Un Paese avanzato non può permettersi questo spreco di risorse umane», sostiene Andrea Cammelli, direttore di AlmaLaurea (il consorzio interuniversitario a cui si collega AlmaDiploma), «Una situazione che mette in luce l’urgenza di cambiare il modo di fare orientamento: così come viene fatto non funziona», aggiunge.
I ragazzi sembrano avere idee più decise sul loro futuro. Sognano un posto di lavoro stabile, possibilità di guadagno e di carriera. E chi si iscrive all’università lo fa nella speranza di poter poi fare il lavoro che più piace, per approfondire i propri interessi e per avere un futuro ben retribuito, sempre secondo l’indagine AlmaDiploma.
IL LAVORO
Al mondo del lavoro si guarda già durante le superiori. Quasi la metà dei 19enni ha infatti svolto uno stage prima di arrivare al diploma. Una esperienza valutata da quasi tutti i ragazzi positiva e importante. Non solo stage. Ma anche esperienze di lavoro (stagionale o saltuario per il 61%). Gli studenti non trascurano nemmeno l’esperienza all’estero. Il 31% dei diplomati dichiara di aver fatto almeno un periodo di studio fuori dai confini nazionali. Regno Unito, Francia, Spagna e Irlanda le mete più richieste. I giovani sembrano avere consapevolezza anche delle lingue. Uno su due dichiara infatti di avere una conoscenza “almeno buona” dell’inglese scritto. Percentuale che scende notevolmente con le altre lingue come il francese, lo spagnolo e il tedesco. Altrettanto “buone” anche le competenze informatiche per 87 diplomati su 100.
LA SODDISFAZIONE
E l’esperienza nella propria scuola? Ben 31 ragazzi su 100 si dicono “decisamente soddisfatti” e oltre uno su due “moderatamente” soddisfatto. Un ritratto in positivo che sfata molti luoghi comuni. Ora si tratta di capire come permettere ai tredicenni, al momento della loro prima importante scelta della loro vita di seguire la loro vocazione.
Alessia Camplone