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“Clandestine, sottopagate e invisibili: «Senza di loro crolla il welfare italiano»”, di Vladimiro Polchi

«Da qualche giorno ho paura di uscire di casa. Per la legge sono una criminale. I documenti in regola? Sarebbe un sogno». Irina è una badante moldava irregolare. Da quattro anni lavora per una famiglia veneziana. I suoi datori di lavoro hanno provato a metterla in regola. Senza successo: alla lotteria delle quote non hanno estratto il “biglietto” vincente. Oggi Irina sogna: «Una sanatoria? Sarebbe un miracolo».

Irina fa parte di un esercito invisibile. Secondo l’istituto di ricerca IRS, in Italia lavorano 774 mila assistenti familiari, di cui 700 mila straniere e 74mila italiane. Tutte in regola. Da dove vengono? Il 20% dalla Romania, il 12,7% dall’Ucraina, il 9% dalle Filippine e il 6% dalla Moldavia. Alle famiglie costano 9 miliardi e 352 milioni di euro all’anno. Se all’improvviso incrociassero le braccia, suggeriscono dalle Acli, crollerebbe il welfare italiano. Le colf e badanti prive di permesso di soggiorno sono poco meno di 600 mila. Metterle in regola? Una via crucis. L’ultima maxi sanatoria risale infatti al 2002 ed era targata centrodestra: 700 mila irregolari emersero di colpo dal sommerso, con immediato beneficio per le casse dello Stato e dell’Inps. Ora invece l’unico modo per uscire dall’illegalità è rientrare nelle cosiddette quote.

Un passo indietro: col decreto flussi, l’Italia fissa annualmente il tetto massimo (le quote, appunto) di extracomunitari, che possono entrare nel Paese per motivi di lavoro. Questo solo sulla carta. In realtà il decreto è l’unica chance per mettere in regola chi già si trova in Italia. Come? Si presenta domanda d’assunzione, si spera di rientrare nelle quote, si esce dal Paese col nulla osta e si ritorna col visto d’ingresso. Sembra un trucco: esci clandestino, rientri regolare. Facile? Non proprio.

Nel 2007, il decreto ha messo in palio 170 mila posti. Una valanga le domande d’assunzione: oltre 741 mila, di cui 420 mila per colf e badanti. Com’è finita? Dopo un anno e mezzo dal primo click day (15 dicembre 2007), i lavori non sono finiti: mancano all’appello quasi diecimila nulla osta all’assunzione. E questo ritarda anche i lavori del decreto flussi 2008: 2.550 nulla osta consegnati su oltre 257 mila domande.

Intanto è arrivato il reato d’immigrazione clandestina. «Il paradosso – sbotta Andrea T, giovane romano che da anni sta cercando di regolarizzare il suo collaboratore domestico filippino – è che noi volevamo solo pagare tasse e contributi e ora rischiamo una denuncia per favoreggiamento». L’esercito di badanti irregolari rischia infatti di diventare di colpo «autore di reato». A meno che non passi la proposta di regolarizzazione del sottosegretario Giovanardi. Al Viminale si ragiona però su un piano B: un nuovo decreto flussi da varare nell’autunno 2009. Un decreto fotocopia del 2008: 150 mila posti da recuperare tra le domande d’assunzione già presentate, di cui oltre 105 mila per colf e badanti.

La Repubblica, 6 luglio 2009

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