Le scrivo a nome di un gruppo di docenti di vari CTP dell’Emilia Romagna per segnalare una situazione di sofferenza che ci preoccupa come cittadini e come insegnanti di lingua italiana. Secondo un’opinione abbastanza diffusa, l’analfabetismo era una piaga che abitava la società italiana dei nostri progenitori e che si è sostanzialmente estinta nel secolo scorso. In Italia, sono in realtà ancora presenti invece casi di analfabetismo totale, a causa del quale circa il 5% delle popolazione tra i 16 e i 65 anni non è in grado di usare la lettura e la scrittura nemmeno in modo elementare. All’interno di questa allarmante percentuale, stanno anche molte persone che arrivano in Italia da altri paesi. Il livello di scolarità di molti migranti provenienti da contesti di estrema povertà o da paesi coinvolti in guerre è infatti attualmente al di sotto degli standard europei. La differenza rispetto agli analfabeti italiani di oggi o di un centinaio d’anni fa, sta soprattutto nel fatto che i nuovi arrivati spesso non padroneggiano la lingua italiana nemmeno sul piano del parlare o dell’ascoltare. Alcuni di loro, pur avendo un livello medio-basso di scolarizzazione nel proprio paese d’origine, risultano “illetterati” in quanto hanno imparato alfabeti di lingue che usano un sistema di simboli diversi dall’alfabeto latino (si pensi alla scrittura araba o al sistema di ideogrammi utilizzato in Cina). Per altri ancora le nozioni insegnate a scuola non sono state accompagnate dall’apprendimento di un codice scritto, ma solo comunicate oralmente. Queste persone possono affermare di aver ricevuto un’istruzione, senza tuttavia aver mai impugnato una penna o sfogliato un libro.
Noi docenti di italiano come lingua seconda abbiamo negli ultimi mesi messo in piedi una campagna di sensibilizzazione su questo tema. In questi anni abbiamo infatti visto crescere il numero delle persone analfabete che frequentano i CTP. Abbiamo potuto constatare le enormi difficoltà degli analfabeti nell’apprendere la lingua e nel muoversi in modo autonomo in Italia oggi. Abbiamo infine assistito alle bocciature di queste persone ai test obbligatori di lingua per l’ottenimento del permesso di soggiorno, con una conseguente negazione di alcuni diritti fondamentali per accedere ai quali la Repubblica dovrebbe in teoria offrire strumenti integrativi a chi ha più bisogno. Al centro della nostra riflessione abbiamo posto un appello che nel giro di due settimane ha già raccolto moltissimi autorevoli consensi. Centinaia di docenti di italiano della scuola pubblica e del mondo dell’associazionismo vorrebbero, con questa campagna e con questo appello, segnalare una situazione di sofferenza che deve prevedere con urgenza risposte adeguate a livello istituzionale.
E’ possibile trovare una versione articolata dell’appello sul sito : www.italianoperme.it
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Io ho firmato
Su: http://chn.ge/19LWMnl si può invece firmare e leggere una versione più breve della stessa petizione, ad oggi sostenuta da 650 firmatari tra cui TULLIO DE MAURO (Università Roma 3), MONICA BARNI (Direttrice CILS Università per stranieri Siena), GRAZIELLA FAVARO (Centro Come Milano), CARLA BAGNA (Direttore CLUSS Università per stranieri Siena), LORENZO ROCCA (CVCL Università per stranieri Perugia), DUCCIO DEMETRIO (Università Bicocca Milano), VANNA IORI (Università Cattolica Milano), GABRIELE PALLOTTI ,(Università Modena e Reggio Emilia), CLOTILDE PONTECORVO (Università La Sapienza Roma), ROBERTA CARDARELLO (Università Modena e Reggio Emilia), ROSELLA BOZZONE COSTA (Università Bergamo), RITA LIBRANDI (Università Orientale Napoli).
RingraziandoLa per l’attenzione e sperando di poter contare sul Suo appoggio,
La saluto cordialmente.
Maria Rita Colla
http://www.change.org/it/petizioni/analfabetismo-paralisi-e-cura-per-l-italia?share_id=GFeURMzALd&utm_campaign=mailto_link&utm_medium=email&utm_source=share_petition