Il Piano Destinazione Italia è un “modo per agevolare e semplificare” gli investimenti stranieri nel nostro Paese e prevede “50 misure” molto “secche e semplici” per “risolvere i problemi più grossi che le imprese” incontrano venendo in Italia. Così il premier Enrico Letta, durante la conferenza stampa a palazzo Chigi di illustrazione del piano. Gran parte degli interventi, ha aggiunto, riguardano la “burocrazia, i problemi del fisco e le questioni infrastrutturali”, come “il piano per gli aeroporti e le questioni delle bonifiche”, ha aggiunto. “Il nostro Paese ha un drammatico bisogno di investimenti esteri” che al momento hanno “cifre troppo basse”.
”Cominceremo immediatamente una consultazione pubblica con i soggetti istituzionali e pubblici”. La consultazione durerà 2-3 settimane, ”il tempo necessario perché tutti i soggetti, pubblici e privati, che vogliono dare un contributo possano farlo”. L’adozione definitiva arriverà quindi i primi di ottobre.
Il testo esaminato oggi in Cdm è dunque ”una versione 0.5”, ha proseguito, cui si potranno aggiungere contributi. ”E’ un testo carico di cose già fatte, penso alla riforma della giustizia civile, con tribunali dedicati agli investitori che vengono dall’estero, per esempio, e alle semplificazioni, – ha aggiunto il premier – e poi ci sono tutte le proposte, alcune già in Parlamento e in via di realizzazione, con un crono-programma sulla tempistica”.
Cinquanta interventi completi per ”agevolare l’attivita’ imprenditoriale, cosi’ che l’Italia sia attrattiva per gli investimenti dall’estero e quelli delle nostre imprese”. Cosi’ il ministro dello Sviluppo Economico, Flavio Zanonato, illustra il ‘Piano Destinazione Italia” esaminato durante il Consiglio dei ministri di oggi.
Zanonato ha quindi elencato i principali capitoli del Piano. Si prevede il ”completamento degli interventi di liberalizzazioni della finanza d’impresa, così che le piccole e medie imprese possano accedere con più’ facilità a finanziamenti alternativi rispetto al credito bancario”, come anche la ”rivitalizzazione del mercato azionario”, l’attuazione della ”Strategia energetica nazionale”, misure per favorire ”le ristrutturazioni aziendali, con un meccanismo di reazione rapida che faciliti gli investimenti in aziende italiane caratterizzate da squilibri patrimoniali e finanziari, e agevolazioni per ”gli investimenti in ricerca e sviluppo”.
E ancora, il testo, che è ancora in via di completamento, dispone semplificazioni in materia di normativa fiscale, secondo quanto già’ previsto nella legge delega all’esame del Parlamento che, dice Zanonato, ”dovrà’ essere attuata con una certa rapidità”; si prevedono poi semplificazioni per gli investimenti in genere e nel settore immobiliare e per le normative del mercato del lavoro, cosi’ come il reperimento di ”risorse per realizzare infrastrutture nel nostro Paese”.
”Vogliamo attrarre talenti nel nostro Paese – afferma il ministro – valorizzare alcuni asset come la cultura che caratterizzano l’Italia, velocizzare le procedure doganali e il sistema per ottenere i visti per entrare nel nostro Paese, per i turisti , ma anche per i manager delle aziende che vogliono investire in Italia”. ”Accompagnare gli investitori nel nostro Paese”, questo lo slogan del Piano, ripetuto da Zanonato come dal presidente del Consiglio, Enrico Letta.
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“Con Destinazione Italia il governo di Enrico Letta compie uno sforzo di politica industriale innovativa sintonizzandosi sui migliori benchmark internazionali in tema di competitività: certezza e stabilità delle regole, dei tempi e delle normative fiscali”. Così Matteo Colaninno, responsabile Economia e Lavoro del Pd.
“Gli investitori, da anni, chiedono a gran voce questo! E non certo ricette miracolistiche, annunci continui di incomprensibili terapie shock o uomini della provvidenza.
Il piano costruisce un ecosistema migliore per tutti quelli che investono in Italia, a partire dalle imprese e dagli imprenditori italiani. Il piano del governo contiene anche misure essenziali per riposizionare il sistema industriale italiano: capitalizzazione delle imprese, ruolo fondamentale del sistema finanziario, ricerca più diffusa e strutturata.
Queste sono le linee guida delle principali potenze industriali e oggi devono diventare le chiavi per neutralizzare il rischio di deindustrializzazione e per proiettare il nostro sistema imprenditoriale nel contesto globale. Si tratta di un progetto politico con indicazioni precisa di tempi di realizzazione e un monitoraggio forte.