Nell’XI rapporto sullo status degli istituti scolastici di Cittadinanzattiva i numeri parlano chiaro. I problemi più grandi riguardano la manutenzione dei plessi, la presenza di barriere architettoniche e sovraffollamento delle aule. Intanto si aspetta l’Anagrafe dell’edilizia scolastica per sfruttare al meglio i fondi. Le scuole italiane cadono a pezzi. Tra problemi di manutenzione e strutture inadeguate, quello disegnato dall'”XI Rapporto su sicurezza, qualità e comfort degli edifici scolastici” da Cittadinanzattiva, che già in passato è stata protagonista di indagini sul tema, è un quadro in chiaro e scuro. Lo studio che ha interessato 165 scuole in 18 regioni (tutte tranne Liguria e Valle d’Aosta), ha evidenziato le anomalie dei plessi italiani che spesso, da luogo di formazione, si trasformano in potenziali pericoli. Sono infatti 29 le tragedie sfiorate quest’anno a causa di crolli di diversa entità.
Se da un lato sono aumentati gli istituti che possiedono le certificazioni richieste dalla legge (lo scorso anno solo un quarto delle scuole era in regola con tutte le certificazioni), dall’altro è andato via via peggiorando il loro stato. ll 39% delle scuole presenta una manutenzione del tutto inadeguata (lo scorso anno era il 21%). L’84% ha richiesto dei lavori di mantenimento, ma nel 21% dei casi l’ente interessato ha risposto con estremo ritardo. Mentre il 34% ha sollecitato degli interventi strutturali, che richiedono più soldi e tempo, ma solo in un caso su quattro dall’ente proprietario c’è stata una risposta tempestiva e nel 14% dei casi non è stato preso nessun provvedimento.
Non sempre andare a scuola “fa bene”, soprattutto se temperature e aerazione non sono adeguate. Nel 51% delle aule non ci sono tapparelle o persiane e il 28% ha le finestre rotte. Oltre il 10% delle sedie e dei banchi è rotto e in più di un terzo dei casi (39%) gli arredi non sono a norma, adeguati ad esempio all’altezza degli alunni.
Oltre alla manutenzione, anche il sovraffollamento e le barriere architettoniche sono problemi ancora irrisolti. Una classe su 5 ha più di 25 alunni, dunque non è adeguata alla normativa antincendio. E pur applicando l’ art.64 della legge 133/2008, che ha innalzato il limite di alunni per classe, sono state riscontrate 47 classi fuorilegge. I dati sono allarmanti anche per i 207.244 ragazzi disabili che quest’anno frequenteranno gli istituti italiani. Per dare l’idea del disagio basta sapere che il 44% delle aule non ha banchi adatti per una persona in carrozzina e nel 57% dei casi, non ci sono in aula attrezzature didattiche o tecnologiche per facilitare la partecipazione alle lezioni.
Sembra quasi un paradosso, ma nelle scuole il luogo più sporco è la toilette. Priva di sapone nel 41% dei casi, di asciugamano nel 53%, di carta igienica nel 50%. Ma anche la palestra non gode un buono stato di salute. Il 28% delle scuole non ne possiede una all’interno dell’edificio. Dove presenti, nel 19% dei casi presentano distacchi di intonaco, muffe ed infiltrazioni (24%), barriere architettoniche (18%), fonti di pericolo (23%), nell’8% dei casi non hanno alcun tipo di attrezzatura e quasi una su due (44%) è priva di cassetta di pronto soccorso.
Per migliorare lo stato delle scuole il Governo, con il decreto del Fare, ha annunciato che nel prossimo triennio saranno elargiti circa trecento milioni di euro. “Pur apprezzando il grande sforzo compiuto dall’attuale Governo – ha dichiarato Adriana Bizzarri, coordinatrice nazionale della scuola di Cittadinanzattiva – è poca cosa rispetto al reale fabbisogno. Basti pensare che il costo di un edificio scolastico di media dimensioni, antisismico, energetico, a norma costa 5 milioni di euro”. Bizzarri si scaglia poi sulla lentezza delle istituzioni nel creare un’anagrafe scolastica per gestire agilmente e in modo mirato i fondi da destinare alla ristrutturazione degli edifici.
Quest’anno le famiglie italiane hanno elargito circa 390 milioni di euro sotto forma di contributo volontario o donazione di materiali e beni per supportare la scuola italiana. ” L’anagrafe – ha concluso Bizzarri – è indispensabile alle famiglie per sapere in quali scuole si recano ogni giorno i nostri figli. Per questo siamo ricorsi alla procedura di accesso civico agli atti nei confronti del Ministero dell’Istruzione che, entro 30 giorni dovrà risponderci in merito all’anagrafe. A tutela soprattutto dei più piccoli e degli studenti con disabilità, penalizzati più degli altri dalle pessime condizioni degli edifici scolastici”.
da www.republica.it