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Approvato il DDL sicurezza

Pubblichiamo l’intervento della Sen. Anna Finocchiaro, capogruppo al Senato del PD, per la dichiarazione di voto finale sul DDL (vergogna) sulla sicurezza.

FINOCCHIARO (PD). Signor Presidente, onorevoli colleghi, signori rappresentanti del Governo, veniamo da tre voti di fiducia richiesti per mancanza di fiducia; è una constatazione che hanno fatto anche altri colleghi, ma, insomma, occorre capire. Mi chiedo quanto avrebbe potuto reggere con il voto segreto – perché molte di quelle disposizioni lo avrebbero richiesto – una maggioranza che ha in sé persone che hanno la dignità culturale e politica, oltre che personale, di testimoniare un altro modo di guardare i problemi dell’immigrazione. Non voglio mettere nei guai il presidente Pisanu (ho valutato molto positivamente la sua relazione e i suoi interventi sul punto), ma certo siamo in una situazione nella quale tutte le chiese italiane, tutte le organizzazioni umanitarie internazionali, tutti i sindacati di polizia, di qualunque orientamento politico, e tutti i tecnici del settore affermano che questo provvedimento, sotto il profilo dell’efficacia del controllo dell’immigrazione clandestina, dell’assicurazione e della tutela dei beni delle persone e dell’integrità personale dei cittadini, cioè sotto il profilo della sicurezza, non funziona ed è dannoso.

Questo provvedimento, a mio avviso, ha la forza di costituire un esempio mirabile di significante senza significato e mi spiego meglio. Mi riferisco alla teoria del simulacro sostenuta da Baudrillard, che è visto appunto come un significante che però non ha un significato reale. L’esempio classico è l’immagine di Marilyn Monroe, il cui volto compare pervasivamente nell’orizzonte dei mass media senza che tutti i consumatori dei media abbiamo necessariamente visto un solo film dell’attrice o ne abbiamo conosciuto la storia personale. Faccio questo esempio, ma potrei fare altri esempi di icone del pop. Cioè, Marilyn Monroe è di fatto svincolata da qualsiasi referente; in ultima analisi, significa solo la propria immagine. A partire da questa teoria dei simulacri lo studioso ha poi elaborato una sua teoria della società postmoderna, vista come società dei simulacri o società simulazionale.

Ecco, voi proponete all’Italia un simulacro di provvedimento sulla sicurezza, con alcune norme che significano sotto il profilo dell’immagine ma sono senza significato, direi senza senso. Che significa che una norma in un ordinamento democratico è senza senso? Significa due cose: innanzi tutto che è senza senso nell’accezione più immediata, cioè che non ha efficacia (e di questo parleremo); in secondo luogo (significato che sfugge a questa Aula, proprio a questa Aula, che ne dovrebbe invece essere la custode più gelosa), una norma ha senso in un ordinamento democratico se è coerente con il sistema. Cioè, nel nostro sistema se è coerente innanzi tutto con la Carta costituzionale, quindi con quel corredo di valori e di elementi del patto che tengono insieme una comunità e che vengono da essa ritenuti come indispensabile requisito di qualunque norma che abbia un senso.

Voi invece introducete queste norme. Mi soffermo soltanto su quelle che sono state oggetto dei voti di fiducia, perché il resto del provvedimento è in quarta lettura; mi piacerebbe che anche il presidente Gasparri si intrattenesse su queste quattro norme, che sono quelle che motivano il nostro no. In primo luogo, vi è l’introduzione del reato di ingresso e soggiorno illegale, con la conseguenza di chiamata in correità di quelle famiglie nelle quali migliaia e migliaia di badanti, di colf, di baby sitter assicurano che ci siano bambini curati ed anziani assistiti nelle loro esigenze, che ci sia una regolarità e una serenità di vita in quelle famiglie e anche una custodia dei beni e degli averi, senza le quali tali famiglie si troverebbero in gravissima difficoltà.

Vi è poi la norma sulla permanenza nei CIE, fissata in sei mesi, nonché la negazione dell’accesso ai servizi pubblici (acqua, gas, luce) e anche allo stato civile per migliaia e migliaia di cittadini, con l’impossibilità di denunciare la nascita di un figlio per gli immigrati irregolari sul nostro territorio, la possibilità di denunciare la morte di un congiunto, la negazione del diritto al matrimonio. Ciò mentre permane nel nostro ordinamento, sempre ad opera di questo Governo, il divieto dell’obbligo di non denunciare chi si rivolge a un servizio sanitario o chi, da genitore irregolarmente residente sul territorio, intende iscrivere un bambino a scuola.

In ultimo, la norma sulle ronde. Vi sappiamo non particolarmente sensibili – uso un eufemismo – ai diritti umani (in sede internazionale lo siete, ma a casa si verifica uno sdoppiamento di personalità), né particolarmente sensibili ai princìpi e ai valori costituzionali. Ma l’aspetto che mi colpisce e che mi impressiona è che voi (l’ha detto anche qualcun altro e voglio approfondire il punto) vi siete fatti il film – non è un’espressione da intervento in Aula – vi siete immaginati di poter rendere impossibile la vita a delle persone. Queste norme, di fatto, rendono assolutamente impossibile avere un alloggio in cui, aprendo il rubinetto, viene fuori l’acqua, in cui poter accendere la luce per leggere fino a tarda sera o attendere alle mille occupazioni quotidiane, così come rendono impossibile andare in un ospedale a partorire, o denunciare la nascita di un figlio o seppellire un congiunto. Tuttavia, queste persone, sono comunque vive e vivono fra di noi. Voi potete anche pensare di cancellarle; potete anche costringerle a vivere nascoste, ne parlava ieri Emma Bonino e ovviamente si riferiva a una prigionia che è tale ma dignitosa perché dentro le nostre case, per le badanti, per le colf, per le baby sitter. Ma ci può anche essere anche un’altra prigionia: quella di chi vive nei cunicoli delle fogne e dentro i tombini. Non sto parlando di fatti inventati, ma che sono apparsi sui nostri giornali e che dovrebbero essere la nostra vergogna! (Applausi dal Gruppo PD e del senatore Pardi). La nostra vergogna!

Voi volete non vederli, pensando che ci possa essere un’illusione collettiva dei cittadini di quelle città del Nord, di cui parla il presidente Bricolo, che improvvisamente non li vedono più; mentre nella favola dei vestiti nuovi dell’imperatore tutti vedono il vestito che non c’è, questi invece sono gli immigrati che nessuno vede più. Ma essi vivono qui, sono persone, e magari li state costringendo a consegnarsi alle organizzazioni criminali, a mantenere viva una tensione sociale, a creare un conflitto sociale che altrimenti potrebbe evitarsi. Saremo un Paese degli invisibili, poiché in Italia diventeranno, secondo la Commissione europea e secondo l’ISTAT, 12 milioni in più nel 2060. Dall’altra parte, la sicurezza viene affidata alle ronde e ai militari. Parliamo allora di cose serie.

Lo abbiamo detto troppe volte, ma le parole non si consumano quando hanno senso: questo Governo ha tagliato 263,5 milioni di euro per le spese della Polizia di Stato; 1,40 miliardi di euro per il triennio 2009-2011; 3,42 miliardi per lo stesso triennio a tutte le voci che riguardano la sicurezza del Paese, ossia soccorso pubblico, difesa ed immigrazione. Questo Governo prosciuga i ruoli delle Forze dell’ordine perché non rimpiazza chi va in pensione.

Per impiegare 3.000 militari una tantum sono stati stanziati 31 milioni l’anno. Quei soldi basterebbero ad assumere 1.000 poliziotti. (Applausi dal Gruppo PD). Lo dico ai cittadini della Padania, presidente Bricolo.

Questo Governo dispone di 586 milioni di euro, peraltro stanziati dalla finanziaria Prodi 2008, per il rinnovo contrattuale di 430.000 operatori delle Forze armate e della Polizia. Questa cifra basterà soltanto a coprire l’inflazione programmata per il 2009. Il 2008 è stato coperto con l’indennità di vacanza contrattuale. In altre parole, i lavoratori hanno perso un anno di aumento che gli spettava. Questo Governo ha tagliato sulle indennità di ordine pubblico e di missione, ma ciò non significa che ci saranno meno indagini, meno controllo e meno missioni; significa lavorare duro senza retribuzione; gli organici calano, si impone più straordinario, ma anche quello non arriva.

È incredibile – ci dica il ministro Maroni che non è così – sapere che l’attività di lavoro esterno su strada di un poliziotto, di una persona formata per fare il lavoro di assicurare i cittadini, vale 6 euro lordi, mentre quella di un militare ne vale 26.
Sull’utilità della presenza su strada di un poliziotto piuttosto che di un militare mi pare che non ci sia bisogno di spendere altre parole. (Applausi dal Gruppo PD).

Allora, noi vi diciamo: piuttosto che una popolazione di invisibili, che ne direste di un lavoro serio di regolarizzazione? Il presidente Bricolo ha dovuto rivolgersi a Confindustria con parole sprezzanti dicendo che non c’è bisogno di manodopera immigrata in questo Paese. Invece ce n’é bisogno e, quindi, un’opera di regolarizzazione sarebbe un grande aiuto non soltanto per le famiglie che rischiano di andare davanti al giudice di pace per l’accusa di correità che grava sui singoli appartenenti, ma anche per molte nostre imprese soprattutto del Nord del Paese e di quelle agricole, quanto del Sud del Paese.

Si potrebbe proseguire con la strada delle intese con i Paesi di provenienza senza però adoperare accordi come quello tra Italia e Libia per i rimpatri illegittimi in violazione del diritto d’asilo, com’è accaduto recentemente e come recentemente ho ritenuto di dover ribattere al ministro Maroni.

Anche qui, presidente Bricolo, non state scoprendo l’acqua calda: nel 1991 arrivarono tutte insieme dall’Albania 15.000 persone, nell’agosto ne arrivarono molte di più e fu poi quel Governo a fare l’accordo con l’Albania. Rispettando e adoperando legittimamente quello strumento certamente l’immigrazione clandestina può essere risolta. Certamente ci vorrebbero investimenti di aiuto allo sviluppo e all’informazione. Basterebbe dire in Italia le stesse cose che diciamo quando ragioniamo del patto europeo per l’immigrazione e l’asilo che avalla la tesi secondo cui lo strumento più efficace per combattere l’immigrazione clandestina è il governo sapiente e globale di quella regolare. Si tratta di una gestione che costa molto meno – rifletteteci – in termini di conflitto sociale, di devianza, di forza che si attribuisce alle organizzazione criminali, di governo della salute pubblica, di sostegno alle imprese e famiglie con accoglimento di quella domanda e offerta di lavoro di persone immigrate e, quindi, di sostegno al nostro sistema di welfare e di sostegno al nostro sistema produttivo.

Vorrei, inoltre, dirvi – questa è una riflessione che mi viene spesso – di stare attenti perché fomentare la paura alla fine costa molto. La paura costa.

Vi dissi qualche tempo, all’inizio della legislatura, che c’era un limite che divideva la regole e la persecuzione; voi l’avete abbondantemente superato!

Insisto anche in questo caso nel dire: dimostrate che non ce la fate. Come sulla crisi, il presidente Berlusconi invita a spendere e spandere di più; è l’epigono di un’altra più celebre protagonista della vita del mondo che, avvertita che il popolo non aveva pane, stizzita disse: mangino brioche. Più o meno è quello lo spirito.

Allo stesso modo voi oggi con questo provvedimento di fatto consegnate all’Italia impaurita un testo che, secondo quello che direbbe Cordero, ha la stessa identica forza di un bel pugno sbattuto sul tavolo. (Applausi dal Gruppo PD. Congratulazioni. Commenti dai banchi del Gruppo PdL).

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