Per il sottosegretario all’Istruzione il rischio è di ritrovarci con una scuola dei talenti da una parte e una degli ‘sfigati’ dall’altra: grazie invece a maggiori finanziamenti, gli insegnanti si organizzerebbero in autonomia, rispondendo direttamente ai ragazzi e ottenendo risultati, sia in termini di riduzione delle bocciature sia accompagnando chi è in difficoltà. È difficile, però, che questo Governo possa fornire certe risposte.
Dare più risorse alla scuola, per superare il problema dell’appiattimento formativo. Che penalizza, certamente, i ragazzi più svantaggiati e provenienti da famiglie culturalmente meno dotate. A farne richiesta è uno dei rappresentanti più alti del ministero dell’Istruzione, il sottosegretario Marco Rossi Doria.
“Nella scuola oggi – ha detto intervistato dal programma ‘Tutta la città ne parla’ di Rai Radio3 – c’è un problema di equità, la nostra scuola è troppo standardizzata: una scuola equa non dà la stessa cosa a tutti, ma dà di più a chi parte con meno, come diceva don Milani. Fa scoprire le parti nascoste di ciascuno studente e ne stimola i lati più forti. Se non si procede così, ci ritroveremo con una scuola dei talenti da una parte e una scuola degli ‘sfigati’ dall’altra, ma questo sistema non funziona”.
Rossi Doria, che è stato confermato nello stesso ruolo dopo averlo già ricoperto con l’ex ministro Profumo, è convinto che “equità non significa uguaglianza astratta, ma saper riconoscere i diversi contesti familiari e sociali di provenienza e colmare gli svantaggi con dei programmi integrati e razionali: gli insegnanti italiani hanno gli strumenti per fare tutto questo?”.
La questione, a suo avviso, è anche economica: “bisogna investire più risorse. Negli ultimi anni sono stati sottratti 8,4 miliardi all’istruzione. Laddove ci sono risorse e gli insegnanti si organizzano in autonomia, rispondendo direttamente ai ragazzi, si ottengono grandi risultati sia in termini di riduzione delle bocciature sia nel settore difficile dell’accompagnamento di chi è in difficoltà. Mancano le risorse, non gli strumenti culturali e didattici”.
Al sottosegretario è stato anche chiesto il parere sulla posizione espressa di recente dal ministro dell’Istruzione, Maria Chiara Carrozza, a proposito della quale la bocciatura deve essere adottata solo come “scelta estrema“. Secondo Rossi Doria, che è anche maestro di ‘strada’, “bisogna essere onesti coi ragazzi: fargli capire quello che sanno e quello che non sanno, certo non regalargli la promozione perché significherebbe negare la loro dignità, e poi accompagnarli nel superamento delle difficoltà”.
Il messaggio è chiaro. Anche ai colleghi di partito del Partito Democratico. Ma il Governo, di tipo bipartisan e con una crisi forse irreversibile sullo sfondo, sarà in grado di recepirlo? Il triste epilogo della questione dei ‘Quota96’ rappresenta un esempio di come la volontà di voler approvare determinati provvedimenti, anche a favore degli alunni, oltre che dei dipendenti, si scontri con la cronica scarsità di fondi statali. Come dire: in questo momento ha probabilmente più potere la Ragioneria generale dello Stato che il presidente del Consiglio coadiuvato da tutti i suoi ministri.
La Tecnica della Scuola 05.09.13