Chi c’è già passato, descrive il giorno del sempre temuto test d’ingresso peggio di una maratona. Sveglia all’alba, centinaia di concorrenti disposti a tutto e una gran paura di non riuscire a tagliare il traguardo. Dopo un’estate passata a sudare più sui libri che sotto l’ombrellone, è arrivato il momento della verità per più di 115 mila neodiplomati, pronti a sfidare le odiate domande a crocette. Si parte oggi con la facoltà di Veterinaria, domani toccherà ad aspiranti fisioterapisti e infermieri, lunedì prossimo si tenta la sorte con la facoltà di Medicina – gettonatissima, quest’anno più che mai e Odontoiatria, per concludere il dieci settembre con la prova di Architettura.
Vita dura, durissima per chi sogna il camice bianco: gli iscritti ai test d’ingresso sono balzati da 68 mila a 84 mila, ma i posti disponibili sono sempre poco più di 11 mila. Risultato: solo uno su otto riuscirà nell’eroica impresa. Peggio di loro, solo i veterinari. Per prendersi cura di cani, gatti e simili, una preparazione rigorosa non basta. L’immatricolazione è quasi un terno al lotto: se l’anno scorso solo uno su nove poteva sperare di sfangarla, con quasi 11 mila iscritti e appena 832 posti a disposizione le possibilità per il prossimo anno accademico sono appena una su tredici. Non molto incoraggiante. Va decisamente meglio per gli aspiranti architetti: le richieste, anche se di poco, sono in calo e i posti disponibili sempre gli stessi, così uno su due riuscirà a conquistare l’immatricolazione.
Per la prima volta, la graduatoria sarà su base nazionale e il test identico per tutti gli atenei: 60 domande a risposta multipla da affrontare in 100 minuti, dieci in più degli anni passati. Come deciso dal ministro dell’Istruzione Maria Chiara Carrozza, ci saranno meno domande di cultura generale e più su altre materie scientifiche. «Meno male – commenta Giulia Marasi, 21 anni, di Roma -. Devo ridare l’esame di Veterinaria, l’anno scorso mi è capitata una domanda sulle figure retoriche. Erano anni che non ne sentivo parlare, mi ha mandato nel pallone. Forse con un po’ più di tranquillità…». Per vincere alla lotteria ci vogliono anche sangue freddo e pancia piena: le decine di blog e forum a tema consigliano di restare calmi e portare con sé una bottiglietta d’acqua e qualche cosa da sgranocchiare. «Ho tentato la prima volta un anno fa, senza successo – racconta Lodovica Magri, 23 anni, di Milano -. Ero in aula dalle nove, la prova è iniziata solo a mezzogiorno. Appena lette le prime domande, mi sentivo svenire. Questa volta mi sveglierò all’alba, ma con una bella colazione».
Le graduatorie saranno pubblicate sul sito del Miur il 30 settembre. Accanto al nome di ogni aspirante matricola, il verdetto: chi è «assegnato» potrà iscriversi all’università indicata come prima scelta, mentre chi è «prenotato» dovrà accontentarsi dei posti rimasti scoperti in un altro ateneo. Al banco di prova anche il chiacchierato «bonus maturità». Oltre al punteggio ottenuto con i test, si calcolaanche il voto del diploma, rivalutato con il meccanismo dei percentili: se il voto non supera gli ottanta centesimi e non è nel 20 per cento dei voti migliori della commissione di maturità, niente bonus. «I percentili non funzionano – commenta Mario Nobile, portavoce del coordinamento universitario Link -. A parità di media, gli studenti della stessa scuola potrebbero essere giudicati diversamente: in genere ogni commissione segue l’esame di maturità di una o due classi, come si può assicurare l’uniformità del giudizio?».
La Stampa 03.09.13