Antonella Baldini è il primo sindaco rivotato dopo il terremoto. Davanti a lei ci sono altri cinque anni di sfide. «Ho accettato perché amo il mio paese – dice – avrei anche potuto chiamarmi fuori perché gli ultimi mesi sono stati davvero duri, ma ha prevalso la voglia di dare a Camposanto un futuro certo». Intanto domani arriveranno, accompagnati da una delegazione del Comune di Bella, 15 ragazzi dal Comune terremotato dell’Irpinia con cui Camposanto si gemellerà durante il consiglio comunale straordinario che si terrà in piazza Gramsci giovedì alle 20,30. E arriveranno per concludere l’esperienza vissuta dai ragazzi delle terze medie di Camposanto che in aprile sono stati ospitati dalle famiglie e dalla scuola di Bella per alcuni giorni. La delegazione, guidata dal sindaco Michele Celentano e dall’assessore all’Istruzione Vito Leone saranno accolti in sala Ariston da Luca Gherardi, dalle famiglie che li ospiteranno, dagli insegnanti e dal nuovo dirigente scolastico Rossella Rossi. Durante la loro permanenza visiteranno il Museo Casa Natale Enzo Ferrari di Modena, Bologna e avranno occasione di conoscere la storia di Camposanto, i danni causati dal terremoto e le tante azioni messe in campo per ricostruire.
Quindici mesi dopo hanno incassato quell’applauso che, insieme, non avevano mai ricevuto. Due, tre minuti di onore con una standing ovation spontanea che ha anche fatto commuovere qualcuno. E peccato che alla serata con i sindaci terremotati, la prima dedicata totalmente al sisma alla festa del Pd, fossero presenti poche persone: massimo un centinaio, fatta eccezione per i volti noti del partito modenese. Nessuno lo dice esplicitamente, ma anche da questi momenti si capisce come il terremoto stia finendo rapidamente nel dimenticatoio di chi non è più in prima linea a gestire l’emergenza o non vive sulla propria pelle i problemi (tanti) della quotidianità nella ricostruzione. Ed ecco perché gli applausi sono davvero sentiti. Sbaglieranno, certo, ma come dice Filippo Molinari, sindaco di Medolla, «non credo alle polemiche sul web, noi siamo tutti i giorni ad ascoltare tutti, a prendere decisioni pensando al futuro, qualche volta anche a dire dei no visto che in alcune occasioni serve coraggio». Ci pensa Palma Costi, presidente dell’assemblea regionale, a scaldare la serata: «Mi fido di questi sindaci, sono orgogliosa di loro. I problemi ci sono, ma credo che ci sia una priorità: dare risposte sul lavoro perché creare posti e sostenere le aziende è indispensabile per trascinare l’intera ricostruzione». Le stoccate arrivano forti da Enrico Campedelli, primo cittadino di Carpi e dal collega di Soliera, Giuseppe Schena. «Il mio mandato è ormai terminato – dice Campedelli – auguro al mio successore di avere più certezze nell’elaborazione dei bilanci. Confrontarsi ogni giorno con la precarietà è complesso soprattutto per dei sindaci che vivono nell’emergenza continua. La mia città è cresciuta di circa mille abitanti in pochi mesi, questi sono gli effetti del terremoto: la gente lascia le proprie case e vorrebbe risposte e invece qualcuno a Roma continua a parlare di Berlusconi. Viviamo in realtà diverse». «Tre mesi fa a Passau, in Germania – ricorda Schena – c’è stata un’alluvione con tre metri d’acqua che ha distrutto tutto. Bene, oggi là è tornata la normalità: uffici, case, scuole, negozi sono operativi. Sembra non sia accaduto nulla. Ecco, la speranza è che anche l’Italia possa diventare un Paese normale dove, quando c’è un’emergenza, c’è un piano operativo per ripristinare in fretta tutto e non dover improvvisare come abbiamo purtroppo dovuto fare noi. E nonostante ciò qualcosa di buono abbiamo fatto, penso alle scuole e ai servizi sociali: il welfare della nostra terra ha le promesse per poter migliorare ulteriormente. Siamo solo all’inizio di un lungo cammino ».
La Gazzetta di Modena 03.09.13