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“Gli aereoplanini di Silvio”, di Filippo Ceccarelli

Il mezzo è dunque il messaggio, e sulla coda dei bimotori Aertraining il prodotto commerciale Berlusconi, invero al momento messo piuttosto maluccio, svolazza e insieme incombe sull’orizzonte degli stabilimenti balneari.
DAL Twiga, in prudente caffettano bianco, Santanché fotografa il velivolo che si perde tra cielo e mare: “Forza Italia, Forza Silvio”. Con la consueta fantasia il Pd risponde volantinando tra gli ombrelloni, ma da Filadelfia, in Calabria, si deve pur segnalare l’iniziativa di un circolo democratico che ha fatto decollare un Piper recante l’amena scritta: “GraziaUnCazzo”. Mentre i grillini, forse paventando di restare indietro nella ricorsa, invocano i bagnanti affinché al passaggio degli apparecchi si uniscano in lunghe catene umane oppure disegnino sull’arenile delle enormi V, “che sta per quel che volete” ammicca su
Facebook l’ineffabile Crimi. In questo senso esiste già una foto, ma non si capisce se si tratta di un fotomontaggio.
Ciò detto, e più in generale, il sospetto è che la campagna aeronautica di mezza estate e la pretesa guerra delle spiagge segnino un altro triste passaggio verso la megalomania invasiva e la grottesca deriva di una politica che più si sente sfinita e più è costretta a inventarsi qualsiasi stravaganza purché macroscopica e spettacolare, senza ovviamente preoccuparsi dei costi né degli effetti che tali trovate suscitano durante le vacanze.
In tale contesto ci si sente un po’ in colpa ad affrontare la faccenda — che poi sarebbe l’intento originario dei promotori dell’avio- tour filoberlusconiano. Ma anche senza tirare in ballo la lezione di McLuhan, e rimanendo dell’idea che nulla dei raid tornerà a beneficio dei cittadini, né forse nemmeno servirà al Cavaliere stesso, come si fa a ignorarlo?
Dal cocchio dorato di Agamennone agli ingegni meccanici di Luca Ronconi, dai carri allegorici carnevaleschi alle itineranti liturgie sacramentales, da secoli il teatro mette in scena l’arte del cambiar luogo, e sempre il potere ricopia questi spettacoli in movimento per colpire la fantasia degli spettatori.
Riguardo ai mezzi usati, con qualche semplificazione si dirà che almeno in Italia la sinistra ha privilegiato il pullman (Prodi, Veltroni), il treno (Rutelli Express) e il camper (Di Pietro, Renzi); mentre alla destra, specialmente berlusconiana, compete il monopolio delle automobili (predellino), dei camion (per saggiare il simbolo del Pdl) e delle navi (crociera di An, motonave Azspettatori.
A parte i fantastici “blindoidi” dei secessionisti veneti, il “tanko” ricavato da un trattore con la bocca di fuoco che a sua volta utilizzava il tubo di una stufa.
E tuttavia gli aeroplanini, fino a ieri, sembravano
di incerta collocazione nello schieramento delle bizzarrie a breve impatto mediatico. O almeno, suonerebbe spropositato in questo senso il richiamo ai voli di D’Annunzio o di Guido Keller, che nel 1924 per protesta contro il Trattato di Rapallo sorvolò Roma lasciando cadere un pitale smaltato su Montecitorio (e una rosa su San Pietro e sul Quirinale).
A ben vedere, e in anni più recenti, fu la sinistra a utilizzarli. Così nell’autunno del 2002 un Piper con la scritta “La legge è uguale per tutti” apparve nel corso di una manifestazione della sinistra proprio sopra l’abitazione di Previti. Ma nove anni dopo il cielo della Fiera di Rho, dove si svolgeva il congresso fondativo del Fli di Fini, ospitò a sorpresa un dirigibile sotto cui si poteva leggere: “Forza Silvio, il popolo non ti tradirà”.
Ma poi Silvio, come si sa, venne sbalzato lo stesso da Palazzo Chigi. E allora accadde che nell’estate del 2012 il segretario lombardo del Pdl, Mantovani, ingaggiò un bimotore facendolo volare tra Senigallia e Milano Marittima con l’incoraggiante dicitura: “Silvio, ritorna!”. Al che alcuni antiberlusconiani riminesi aprirono una socialcolletta e fecero quindi decollare un analogo velivolo con l’ovvia risposta: “Silvio, non tornare!”.
Forse non si sottolineò con la dovuta cura il fatto che entrambi gli aeroplanini chiamassero Berlusconi con il nome di battesimo. Ma nel mondo della promozione aeronautica, come quello più in generale delle merci e del consumo, l’intimità e la stringatezza sono risorse irrinunciabili.
E vale la pena di fare un giro sul sito della Aertraining, che oggi reclamizza Berlusconi, per trovare un caleidoscopio di messaggi che a loro modo confermano le condizioni subalterne e forse terminali dell’odierna politica. Si va da “Alessio, ti amooooo, sposami!” a “Cucù, l’Ancona non c’è più”, a cura dei tifosi ascolani, passando per “Baia imperiale oggi Rocco Siffredi” — che magari rispetto a “Forza Italia, Forza Silvio” sarebbe anche o almeno una novità.

La Repubblica 17.08.13