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“L’affondo di Famiglia Cristiana. «Un premier così è indifendibile»”, di Roberto Monteforte

Basta. Il limite della decenza nel comportamento «indifendibile» dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, è stato superato. L’emergenza morale irrompe in modo sempre più netto e la Chiesa italiana «non lo può ignorare». Lo scandisce don Antonio Sciortino, il direttore di Famiglia Cristiana rispondendo dalla sua rubrica «Colloqui con il padre…» alle domande poste dai suoi lettori, espressione di un’opinione pubblica cattolica colpita e disorientata di fronte alle notizie che riguardano la disinvolta vita privata del premier. Da ultimo quelle delle cosiddette «ragazze “escort”» frequentatrici di palazzo Grazioli, la residenza romana del premier e di villa Certosa in Sardegna.

I lettori disorientati
«La reazione dei lettori su comportamenti discutibili per una valutazione meno disincantata» titola la rubrica. Dove il «meno disincantata». «Chi ha l’onore e l’onere di servire il Paese, per di più con una così larga maggioranza, ha il dovere di dedicare tutto il suo tempo al “bene comune” dei cittadini. Senza tante “distrazioni”» commenta Sciortino, rispondendo senza infingimenti ai suoi preoccupati lettori. «I cristiani (come dimostrano le lettere dei nostri lettori) – aggiunge – sono frastornati e amareggiati da questo clima di decadimento morale dell’Italia, attendono dalla Chiesa una valutazione etica meno “disincantata”». Incalza le gerarchie ecclesiastiche. «Non si può far finta che non stia succedendo nulla, o ignorare il disagio di fasce sempre più ampie della popolazione, e dei cristiani in particolare». Quindi mette in guardia dai possibili ricatti o dalle convenienze. Chi esercita il potere – puntualizza – anche con un ampio consenso di popolo, non può «pensare di barattare la morale con promesse di leggi favorevoli alla Chiesa: è il “classico” piatto di lenticchie da respingere al mittente». «La Chiesa, però, non può abdicare alla sua missione e ignorare l’emergenza morale nella vita pubblica del Paese», prosegue don Sciortino. «Nessuno – insiste – pensi di allettarla con promesse o ricattarla con minacce perché non intervenga e taccia». «Di fronte all’Italia che arranca, di fronte al polverone mediatico sulle vicende del premier, i problemi reali del Paese (famiglia, lavoro, immigrati, riforme…) sono passati in secondo ordine», aggiunge ancora don Sciortino. «C’è da augurarsi, quanto prima, che da una “politica da camera da letto” si passi alla vera politica delle “camere del Parlamento”, restituite alla loro dignità e funzioni. Prima che la fiducia dei cittadini verso le istituzioni prenda una via senza ritorno». Quindi richiama il problema dell’«esempio personale» di chi accetta una carica pubblica. «In altre nazioni – osserva – se i politici vengono meno alle regole o hanno comportamenti discutibili, sono costretti alle dimissioni. Perché – si domanda- tanta diversità in Italia? L’autorità senza esemplarità di comportamenti non ha alcuna autorevolezza e forza morale. È pura ipocrisia o convenienza di interessi privati. Chi esercita il potere, anche con un ampio consenso di popolo, non può pretendere una “zona franca” dall’etica».

l’accusa della destra: fariseo
Giudizi fermi e richiesta esplicita quella avanzata da Famiglia Cristiana che ha scatenato la dura reazione del centrodestra. Accusa don Sciortino di essrre fariseo il vicepresidente «cattolico» dei senatori del Pdl, Gaetano Quagliariello. «Per fortuna la Chiesa è altra cosa e normalmente non esprime giudizi sommari sulle persone» gli fa eco il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi. «Questi attacchi fanno pena» gli risponde il vicepresidente dei senatori Pd Luigi Zanda.

L’Unità, 24 giugno 2009

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