«Con tutto il rispetto per l’autorevolezza dei suoi componenti, ma il “Consiglio superiore di difesa” ha fatto un involontario scivolone». Gian Piero Scanu, capogruppo pd in commissione Difesa alla Camera, commenta così la dichiarazione del Csd secondo il quale, a proposito del programma F35, «il Parlamento non ha diritto di veto».
Ma com’è possibile che il Consiglio superiore di difesa abbia fatto questo “scivolone”?
«È la legge 244, che ha avuto il parere favorevole del precedente governo, a prevedere che gli acquisti dei sistemi di difesa di tutte le armi siano di competenza primaria del Parlamento, con il governo che svolge funzione concorrente.
Il Csd è scivolato su un terreno che non gli si addice perché non è competente a sollevare obiezioni su una legge che è stata controfirmata dal Presidente della Repubblica. La competenza spetta, semmai, alla Corte costituzionale ».
E adesso cosa succederà?
«Il Parlamento va avanti».
E il programma degli F35 sarà stoppato?
«Nient’affatto. Si farà una indagine conoscitiva per fare luce su alcuni misteri che circondano questa vicenda».
Ad esempio?
«Ci dovranno spiegare perché a suo tempo sono stati acquistati i prototipi degli aerei che sono ben più costosi di quelli prodotti in serie. E dovranno dirci quanti
ne hanno acquistati, perché al momento né il Parlamento, né gli italiani sanno se ne sono stati acquistati tre, sette oppure dieci».
Quindi, se alla fine dell’indagine conoscitiva, si dimostrerà che gli F35 sono necessari, magari non novanta, ma per esempio trenta, il programma sarà approvato dal Parlamento, e proseguirà?
«Sì, certo. Ma si potrebbe stabilire, ad esempio, che può essere fatta una scelta mista tra l’Eurofighter europeo e l’F35. Bisogna, però, puntare su due cose: ridurre la spesa militare. E creare, con le necessarie normative, un sistema di difesa degli Stati Uniti d’Europa che porterebbe a un notevole risparmio di costi».
Porterebbe, però, anche a una riduzione della sovranità — quantomeno degli spazi aerei — di ciascuno Stato membro.
«È innegabile che la Costituzione degli Stati Uniti d’Europa passi da una cessione di sovranità di tutti gli Stati. Occorre creare con urgenza un’entità europea che si occupi della propria difesa in un sistema di “interoperabilità” tra i diversi eserciti. Che cosa ce ne facciamo di 27 Marine, Aeronautiche, Eserciti che parlano tutti un linguaggio diverso? Si spenderebbe meno, il sistema funzionerebbe meglio. E finalmente potremmo investire di più nella sicurezza dei militari all’estero, e negli stipendi dei 550 mila addetti al comparto sicurezza che rischiano la vita per 1200 euro al mese».
La Repubblica 05.07.13