«Se non c’è il lavoro, il Paese non si salva: io mi impegno a lavorare incessantemente per rimetterlo al centro di tutte le politiche del governo». Enrico Letta coglie l’occasione del congresso della Cisl per indicare di nuovo la bussola del suo governo. L’occupazione al primo posto, soprattutto quella giovanile. Da 40 giorni lo ripete in tutte le sedi. Intanto negli uffici dei ministeri si prepara il prossimo decreto, ribattezzato del fare, da portare al consiglio Ue di fine giugno. Filtrano le prime cifre. Dai fondi Ue si reperirà un miliardo per l’occupazione giovanile e il contrasto alla povertà per le famiglie con un Isee inferiore a 3mila euro annui. Inoltre si ritaglieranno altri 3 miliardi per il sostegno alle imprese. A dare i numeri è il ministro per la coesione territoriale Carlo Trigilia, che ieri in Parlamento ha fatto il punto sulla riprogrammazione delle somme non spese. In particolare 500mila euro saranno destinati alla riduzione del cuneo contributivo per l’assunzione dei giovani per due anni. Si ipotizza una copertura totale degli oneri che oggi sono a carico del datore di lavoro. Inoltre il decreto dovrebbe contenere incentivi alla auto-imprenditorialità, nonché ai progetti di servizi alle cooperative giovani, e infine un credito d’imposta per l’assunzione di giovani laureati tecnico- scientifici di alta qualità. Il cuneo fiscale è stato indicato da letta come una vera «zavorra». Cesare Damiano chiede di diminuirlo, non solo sui giovani, ma anche sugli ultra cinquantenni che hanno perso il posto. Solo l’anno prossimo, con margini ai manovra più ampi, si potrà pensare a un taglio generalizzato del cuneo, come chiede Confindustria. Per ora si tratterà soltanto delle nuove assunzioni, che ha spiegato Enrico Giovannini intervenendo la scorsa settimana al convegno dei giovani imprenditori di Santa Margherita. L’impegno «solenne» sul lavoro di Letta trova una sponda importante sul Colle. Giorgio Napolitano invia alla Cisl un messaggio forte. Parla della sfida che i sindacati si trovano di fronte in questo preciso momento storico. «Riuscire a tenere insieme la prioritaria difesa dei diritti e della dignità del lavoro – spiega il presidente della Repubblica – con l’individuazione degli interventi e degli strumenti innovativi per superare la drammatica caduta dell’occupazione specie giovanile». QUALITÀ L’emergenza sarà al centro del vertice, domani a Roma, tra i ministri del Lavoro e delle Finanze di Francia, Germania e Spagna e Italia. Occupazione per il governo Letta vuol dire anche formazione. Il premier spiega che si deve puntare sulla qualità del lavoro. «Dobbiamo farlo nelle modalità giuste – spiega davanti alla platea Cisl – cercando di spingere il lavoro di qualità, a tempo indeterminato » Tanto che il decreto in arrivo conterrà una sezione dedicata al capitale umano. Si prevede la cancellazione del limite del turn over del 20% per le assunzioni nelle Università: la soglia aumenta al 50% per gli enti di ricerca nel 2014. A queste misure si affiancherà l’assunzione di mille ricercatori annunciata dalla ministra Maria Chiara Carrozza. Sul lavoro si conferma poi la revisione della riforma Fornero sul fronte dell’apprendistato e della flessibilità in entrata, oltre alla riforma dei servizi all’impiego. Il ministro del Lavoro ha sottolineato, tuttavia, che la maggiore flessibilità dovrà essere controbilanciata con più formazione. Il disegno di legge sulle semplificazioni arriverà tra venerdì e sabato prossimi. Anche questo provvedimento conterrà molte parti. Tra le diverse deleghe che saranno date al governo, tre riguarderanno codici per scuola, Univesità e ricerca. Nel provvedimento verrà abrogata la responsabilità solidale fiscale negli appalti. «La disciplina della responsabilità solidale fiscale, pur perseguendo l’obiettivo di contrastare l’evasione fiscale, con attenzione al fenomeno dell’utilizzo di lavoratori in nero, si dimostra inefficace e produce al contempo pesanti oneri amministrativi sulle imprese oneste – si legge nella relazione che accompagna l’articolo sull’abrogazione – La verifica dell’ esistenza di rapporti di lavoro in nero non potrà mai essere accertata dal professionista, ma solo da un effettivo controllo sul territorio da parte dell’Amministrazione finanziaria». Il meccanismo oggi in vigore dell’autocertificazione ha avuto «l’effetto pratico di obbligare le imprese che stipulano contratti di appalto e subappalto» ad introdurre «costose procedure interne», continua la nota. Procedure che hanno determinato «la sospensione dei pagamenti da parte dei committenti/appaltatori a favore di appaltatori/subappaltatori, aggravando cosi la situazione in cui si trovano le imprese, già molto difficile a causa della stretta creditizia e dei ritardi dei pagamenti da parte della Pa».
L’Unità 13.06.13